Coordinamento
di Una Voce delle Venezie
per la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana
DOMINE NE LONGE
FACIAS AVXILIVM TVVM A ME
AD DEFENSIONEM MEAM
ASPICE
LIBERA ME DE ORE LEONIS
ET A CORNIBVS VNICORNIVM
HVMILITATEM MEAM
OMNIPOTENS |
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HOSANNA
FILIO DAVID |
DEVS QVEM
DILIGERE |
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Il Vangelo di oggi | Adami, Nella Domenica delle Palme | Card. Schuster, Domenica delle Palme | Calendario Liturgico - Marzo 2013
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Mart. ix Kal. Apr.
Marzo. Nono delle Calende di Aprile.Viol. Dominica in Palmis, 1. cl. De ea, semid. Statio ad S. Joannem in Laterano. © V S
Viola. Domenica delle Palme, 1ª classe, Della stessa, semidoppio. Stazione a S. Giovanni in Laterano. © V SMISSA pr., sine Gloria, unica or., Passio, Credo, Praef. Crucis, Ben. D.no, ult. Ev. S. Joann., in fine Missae priv. legit. Ev. Cum appropinquasset, ut in Bened. Palmar.
MESSA propria, senza Gloria, orazione unica, Passio, Credo, Prefazio della Croce, Benedicamus Domino, ultimo Vangelo di san Giovanni, alla fine della Messa privata si legge il Vangelo Cum appropinquasset, come nella Benedizione delle Palme.Hodie facta de more aqu. lustr. Aspers., dummodo non adsit Episc. fit bened. a Celebr. subseq. Missae (et non ab alio, nisi sit Episc. Dioec.: S. R. C. Decr.1333, 2783 et 2976), manibus semper junctis ad orat.: et distrib. ac Process. palmar. et ram. oliv. in qua Celebr. induit pluvial., et Ministri plan. plic. cum manip., quae depon. ante Process., et reassum. in Missa. - Qui palm. recip. osculant. prius palm. deinde manum (S. R. C. 16 Sept. 1865), utrumque genu flect.; Canonici vero tt. se inclin., nec manum oscul. nisi Celebr. sit ipse Episc. - Si unicus sit Sacerd., ipsemet palmam, eam osculans stans, suscipit ex medio Alt. (Mem. Rit. tit. III, cap. II, § II, n. 2). - Palm. et ram. oliv. tenent. in manib. in Process., in Miss. sollemn. dum cant. Passio, et Ev. tt.; ad elevat. solus Episc. palm. manu tenet.
Oggi, fatta come al solito l'Aspersione con l'acqua benedetta, a meno che non ci sia il Vescovo, viene fatta la benedizione dal Celebrante della Messa che segue (non da un altro, se non sia il Vescovo diocesano: Sacra Congregazione dei Riti, Decreti 1333, 2783 e 2976), sempre con le mani giunte alle orazioni; e la distribuzione e Processione delle palme e dei rami di ulivo, in cui il Celebrante indossa il piviale e i Ministri le pianete plicate con il manipolo, che depongono prima della Processione e riprendono alla Messa. - Chi riceve la palma bacia prima la palma, poi la mano (Sacra Congregazione dei Riti, 16 Settembre 1865), genuflesso con entrambe le ginocchia; soltanto i Canonici si inchinano e non baciano la mano, a meno che il Celebrante non sia il Vescovo. - Se c'è un unico Sacerdote, prende egli stesso la palma dal mezzo dell'Altare e la bacia stando in piedi (Memoriale Ritum, tit. III, cap. II, § II, n. 2). - Le Palme e i rami di ulivo si tengono in mano alla Processione, alla Messa solenne solo mentre si canta il Passio e il Vangelo; all'elevazione solo il Vescovo tiene in mano la palma.In Missa ad verba Epist. In nomine Jesu... infernorum, genufl. Celebr. (Caerem. Episc.). - Si tamen adsint Ministri Celebr. non genufl. cum ea legit, sed tt. cum a Subd. cant., et tunc genufl. omnes etiam in Choro (quod servat. quoties per ann. dicit. haec Epist.). - Haec omnia etiam valent pro verbis emisit spiritum circa finem Passionis (S. R. C. 29 Maji 1900).
Alla Messa alle parole dell'Epistola In nomine Jesu... infernorum, il. Celebrante genuflette (Caeremoniale Episcoporum). - Se ci sono i Ministri il Celebrante non genuflette quando le legge, ma solo quando sono cantate dal Suddiacono, e in questo momento genuflettono tutti anche in Coro (questo si osserva tutte le volte che durante l'anno si dice questa Epistola). - Tutto questo vale anche per le parole emisit spiritum verso la fine del Passio (Sacra Congregazione dei Riti, 29 Maggio 1900).Passio cant. a tribus diac. in habitu diaconali (sine dalmat.) col. viol., qui factis Altari debitis reverent. (si adsit. Episc. debent etiam accedere ad oscul. ejus manus, nullam tamen petendo bened. - Caerem. Ep. lib. II, cap. XXI, n. 15) ad locum consuet. pergunt, et absolute inchoat Passio, etc., et Celebr. eam legit in cornu Ep. (S. R. C. Decr. 2740). - In eccl. vero, in quib., ob Sacerd. defect., Celebr. canit part. Pass., idest verba Chr., canere eam debet in cornu Evang. (S. R. C. Decr. 2740 et 3804).
Il Passio è cantato da tre diaconi in abito diaconale (senza dalmatica) di colore viola: fatta all'Altare la debita riverenza. (se è presente il Vescovo devono anche andare a baciargli le mani, senza però chiedergli la benedizione - Caeremoniale Episcoporum lib. II, cap. XXI, n. 15), essi vanno al luogo consueto e inizia senz'altro Passio, ecc., e il Celebrante lo legge al corno dell'Epistola. (Sacra Congregazione dei Riti, Decreto 2740). - Nelle chiese ove per mancanza di sacerdoti il Celebrante canta parte del Passio, cioè le parole di Cristo, lo deve cantare al corno del Vangelo (Sacra Congregazione dei Riti, Decreti 2740 e 3804).In sancta Patriarchali Ecclesia Venetiarum
Nel Patriarcato di VeneziaViol. Dominica in Palmis, 1. cl. De ea, semid. Statio ad S. Marcum Evang. © V S
Viola. Domenica delle Palme, 1ª classe, Della stessa, semidoppio. Stazione a S. Marco. © V S
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