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Coordinamento
di Una Voce delle Venezie
per la salvaguardia della liturgia
latino-gregoriana
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Dom Prosper Guéranger Domenica di Passione “Oggi, se udirete la voce del Signore, non
indurite i vostri cuori”. La santa Chiesa comincia oggi il Mattutino con
queste gravi parole del Re Profeta. Una volta i fedeli si facevano un dovere
d’assistere all’ufficiatura notturna, per lo meno le Domeniche e le Feste,
perché ci tenevano a non perdere nessun insegnamento della Liturgia. Ma dopo
tanti secoli la casa di Dio non fu più frequentata con quell’assiduità che
formava la gioia dei nostri padri; e un po’ alla volta anche il clero cessò
di celebrare pubblicamente gli uffici che non erano più seguiti. All’infuori
dei Capitoli e dei Monasteri, non si sente più risuonare il coro così
armonioso della lode divina, e le meraviglie della Liturgia non sono più
conosciute dal popolo cristiano che in una maniera imperfetta. Questo è un motivo per noi di presentare
all’attenzione dei lettori alcuni tratti dell’Ufficio, che altrimenti
sarebbero per loro come se non esistessero. Che cosa c’è oggi di più adatto a
commuoverli dell’avvertimento che la Chiesa prende da David per rivolgerlo a
noi, e che ripeterà ogni mattina fino al giorno della Cena del Signore?
Peccatori, ci dice, oggi che cominciate a sentire la voce gemebonda del
Redentore, non siate così nemici di voi stessi da lasciare i vostri cuori
nell’ostinazione. Il Figlio di Dio sta per darvi l’ultima e più viva
dimostrazione di quell’amore che lo portò dal cielo sulla terra; s’avvicina
la sua morte; è pronto il legno per l’immolazione del nuovo Isacco; rientrate
in voi stessi e non permettete che il vostro cuore, emozionato forse per un
istante, ritorni alla sua consueta durezza. Sarebbe il più grande pericolo.
Questi anniversari hanno l’efficacia di rinnovare le anime, le quali
cooperano con la loro fedeltà alla grazia che ricevono;
ma aumentano l’insensibilità di coloro che li lasciano passare senza
convertirsi. “Se oggi dunque udrete la voce del Signore non indurite i vostri
cuori” (Sal. 94, 8). Leggi tutto |
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Orémus pro Pontífice nostro Francísco. R). Dóminus, consérvet
eum, et vivíficet eum, et beátum fáciat eum in terra, et non tradat eum in ánimam inimicórum ejus. V). Fiat manus tua
super virum déxterae tuae. R). Et super fílium hóminis quem confirmásti tibi. Orémus. Deus, ómnium fidélium pastor et rector, fámulum tuum Francíscum, quem pastórem Ecclésiae tuae praeésse voluísti, propítius réspice :
da ei, quaésumus, verbo et exémplo,
quibus præest profícere; ut ad vitam, una cum grege sibi
crédito, pervéniat sempitérnam. Per Christum Dóminum nostrum. R). Amen. |
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Per la libertà della messa tradizionale O Doctor óptime, Ecclésiæ sanctæ lumen, beáte Gregóri, divínæ legis amátor, deprecáre pro nobis Fílium Dei. V). Dómine, exáudi oratiónem meam. R). Et clamor meus ad te véniat. Orémus Deus,
qui ánimæ fámuli tui Gregórii ætérnæ beatitúdinis praémia contulísti :
concéde propítius; ut, qui peccatórum nostrórum póndere prémimur, ejus apud te précibus sublevémur.
Per Dóminum nostrum Jesum
Christum Fílium tuum : qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus : per ómnia
sǽcula sæculórum. R). Amen. |
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Pagina aggiornata il 16 marzo 2024
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