Coordinamento

per la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana

DEVS  QVI  HANC  SACRATISSIMAM  NOCTEM 
GLORIA  DOMINICÆ  RESVRRECTIONIS  ILLVSTRAS 
CONSERVA  IN  NOVA  FAMILIÆ  TVÆ  PROGENIE 
ADOPTIONIS  SPIRITVM  QVEM  DEDISTI 
VT  CORPORE  ET  MENTE  RENOVATI 
PVRAM  TIBI  EXHIBEANT  SERVITVTEM

		EXSVLTET  JAM  ANGELICA  TVRBA  CÆLORVM  EXSVLTENT  DIVINA  MYSTERIA  ET  PRO  TANTI  REGIS  VICTORIA  TVBA  INSONET  SALVTARIS
		DEVS  QVI  MIRABILITER  CREASTI  HOMINEM  ET  MIRABILIVS  REDEMISTI  DA  NOBIS  QVÆSVMVS  CONTRA  OBLECTAMENTA  PECCATI  MENTIS  RATIONE  PERSISTERE  VT  MEREAMVR  AD  ÆTERNA  GAVDIA  PERVENIRE
		KYRIE   ELEISON               CHRISTE   ELEISON                             KYRIE   ELEISON

Il Vangelo di oggi | Adami, Sabbato Santo alla Messa | Card. Schuster, Sabato Santo | Calendario Liturgico - Marzo 2013

LA  MESSA  DI  OGGI 30 Mart. iij Kal. Apr. Marzo. Terzo delle Calende di Aprile. Viol. in Off. - Alb. in Miss. Sabbatum Sanctum, privil. De eo, dupl. 1. cl. Statio ad S. Joannem in Laterano. > Viola nell'Ufficio - Bianco nella Messa. Sabato Santo, Sabato privilegiato, Dello stesso, doppio di 1ª classe. Stazione a S. Giovanni in Laterano. > MISSA pr. cum Prophetiis et Litaniis; dic. ps. Judica cum Gloria Patri etc.; Gloria, unica or., sine Credo, Praef. Pasch. (in hac potissimum nocte), Communic. et Hanc igitur pr., non dic. Agnus Dei nec dat. oscul. pacis etc., ut in Missali. Loco Postcomm. cant. Vesp. ut in Missali, Ite, Missa est cum 2 Alleluja, Ev. S. Joann. in fine. MESSA propria con le Profezie e le Litanie; si dice il salmo Judica con Gloria Patri etc.; Gloria, unica orazione, senza Credo, Prefazio Pasquale (in hac potissimum nocte), Communicantes e Hanc igitur propri, non si dice Agnus Dei né si dà il bacio di pace ecc., come nel  Messale. In luogo del Postcommunio si cantano i Vespri come nel Messale, Ite, Missa est con due Alleluja, ultimo Vangelo di san Giovanni.   Post Non. a Celebr. indut. Pluvial. cum Ministr. sacr. in Plan. plic. sine manip. fit bened. (junctis manib. ad orat.) novi ignis et gran. thur. Dopo Nona, il Celebrante con il Piviale, accompagnato dai sacri Ministri in Pianeta plicata senza manipolo, fa la benedizione (a mani giunte alle orazioni) del fuoco nuovo e dei grani di incenso.Dopo Nona, il Celebrante con il Piviale, accompagnato dai sacri Ministri in Pianeta plicata senza manipolo, fa la benedizione (a mani giunte alle orazioni) del fuoco nuovo e dei grani di incenso. Ad Bened. novi ignis, et Cerei Pasch., Crux deferenda est a Subd. Epist. cantaturo, non ab alio. - S. R. C. 4 Aprilis 1879. Completa bened. novi ignis, Subd. accipit manip. col. Viol., et Diac. (qui in Missa ministrab.: S. R. C. 12 Nov. 1831 ad 8; et 22 Jul. 1848) induit Stol., Dalmat. et Manip. c. Alb. pro Bened. Cerei, et anteq. cantet Praecon. petit bened. a Celebr., sed non oscul. ejus manum. Alla Benedizione del fuoco nuovo e del Cero Pasquale la Croce deve essere portata dal Suddiacono che canterà l'Epistola, non da un altro - Sacra Congregazione dei Riti, 4 Aprile 1879. Compiuta la benedizione del fuoco nuovo, il Suddiacono assume il manipolo di colore viola e il Diacono (che ministrerà alla Messa: Sacra Congregazione dei Riti, 12 Novembre 1831, 8; e 22 Luglio 1848) indossa Stola, Dalmatica e Manipolo di colore bianco per la Benedizione del Cero, e prima di cantare il Preconio chiede la benedizione al Celebrante, ma non gli bacia la mano. Cereus paschalis ex cera necessario est conficiendus; nec opus est ut renovetur quotannis, potest iterum bened. modo pars accendenda suffciat pro toto temp. pasch. (S. R. C. 27 Mart. 1896). - Poni debet super distincto candelabro posito in plano, in cornu Ev. et non super cornucopio (S. R. C. 14 Jun. 1845). Regulariter accend. ad Miss. et Vesp. in trib. dieb. Pasch., Sab. in Albis, et in Dominicis usq. ad Ascens. Dom. - S. R. C. 19 Maji 1607 ad 11. Il Cero pasquale è necessario che sia fatto di cera; non è necessario rinnovarlo ogni anno, può essere nuovamente benedetto a condizione che la parte da accendere sia sufficiente per tutto il tempo pasquale (Sacra Congregazione dei Riti, 27 Marzo 1896). - Deve essere posto su un candeliere distinto collocato in piano, al corno del Vangelo e non su un cornucopio (Sacra Congregazione dei Riti, 14 Giugno 1845). Si accende di regola alle Messe e ai Vespri nei tre giorni della Pasqua, Sabato in Albis e le Domeniche fino all'Ascensione del Signore - Sacra Congregazione dei Riti, 19 Maggio 1607, 11.   Prophet. integrae legi et cani debent (S. R. C. 12 Apr. 1755 et 14 Mart. 1861). Le Profezie devono essere lette e cantate integralmente (Sacra Congregazione dei Riti, 12 aprile 1755 e 14 Marzo 1861). Cum intonat. Gloria in excelsis pulsant. organ. et campan. (non tamen ante signum Eccl. Metrop., vel princip. civit. et locor.; Concil. Later., sess. 11), ac deteg. Icon. Altarium. Ad Alleluja post Epist. omnes stant. Ad Evang. non defer. lumina. All'intonazione del Gloria in excelsis si suona l'organo e e le campane (comunque non prima del segno della Chiesa Metropolitana o principale della città o del luogo; Concilio Lateranense, sess. 11) e si scoprono le Immagini degli Altari. All'Alleluja dopo l'Epistola tutti stanno in piedi. Al Vangelo non si portano le candele. Arundo expleta Sab. S. funct. removend. est ab Eccl. - S. R. C. 7 Dec. 1844. L'arundine, una volta compiuta la funzione del Sabato Santo, deve essere rimossa dalla chiesa - Sacra Congregazione dei Riti, 7 Dicembre 1844. In sancta Patriarchali Ecclesia Venetiarum Nel Patriarcato di Venezia Viol. in Off. - Alb. in Miss. Sabbatum Sanctum, privil. De eo, dupl. 1. cl. Statio ad S. Marcum Evang. > Viola nell'Ufficio - Bianco nella Messa. Sabato Santo, Sabato privilegiato, Dello stesso, doppio di 1ª classe. Stazione a S. Marco. >

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