UNA VOCE-ITALIA

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L'ASSOCIAZIONE UNA VOCE ITALIA
nel suo consiglio di presidenza

 

RITENUTA la competenza alla tutela dei propri Soci nell'ottenimento e nel legale godimento del diritto alla fruizione dei sacri riti nella forma straordinaria del Rito romano;

appreso che nel mese di settembre 2008, l'Arcivescovo-vescovo di Vicenza ha disposto la celebrazione dell'Eucaristia secondo il rito straordinario da parte di un sacerdote da lui incaricato, rispondendo alle richieste di gruppi di fedeli volte a sollecitare l'applicazione del Motu proprio Summorum Pontificum;

informata che la Santa Messa in parola è stata celebrata nella chiesa di S. Rocco a Vicenza una o due volte al mese a partire dal 12 ottobre 2008  e che, in ogni occasione, i fedeli presenti hanno dovuto rilevare come essa sia stata celebrata in modo sostanzialmente difforme rispetto al rito da seguire secondo il Messale romano del 1962, essendosi in particolare verificato che il celebrante:

a) si allontana dall'altare per leggere o fare leggere le letture in italiano;

b) legge abusivamente parti della messa fuori dell'altare;

c) recita il Canone ad alta voce al microfono, invece che in segreto;

d) l'11 gennaio 2009, ha celebrato la messa del Battesimo di Gesù invece della Sacra Famiglia, come richiesto dal calendario appropriato;

appreso inoltre che i rappresentanti dei fedeli legati alla forma straordinaria hanno informato l'ecc.mo Ordinario dei fatti, chiedendogli di intervenire, e che Egli ne aveva accusato ricevuta;

RILEVATO, nondimeno, che la domenica 8 febbraio 2009, nella chiesa di San Rocco veniva celebrata la messa della Settuagesima, abusivamente in paramenti verdi e con la recitazione del Gloria in excelsis;

TUTTO CIÒ CONSIDERATO,
DEPLORA

che siano avvenuti tali gravi abusi liturgici che offendono la Messa e non rispettano una legge universale della Chiesa, perché in tal modo non è stato consentito ai fedeli di partecipare alla Messa romana  nella forma straordinaria;

DENUNCIA

il rischio di apparenti applicazioni del Motu proprio perseguito mediante la celebrazione di Messe con commistione di riti, tali da far indurre la contraria volontà di non celebrare la messa antica, e quindi di non applicare la legge vigente;

AUSPICA

che l'ecc.mo mons. Cesare Nosiglia faccia sì che nella sua diocesi siano scrupolosamente rispettati la volontà del Papa  e i legittimi desideri dei fedeli e possa essere veramente celebrata la Messa romana nella forma straordinaria.

Deciso in Bologna, il 14 febbraio 2009.

 

 

 

Aggiornato il 19 febbraio 2009

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