UNA VOCE VENETIA

Messe latine antiche nelle Venezie

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Lettere al Direttore

 

LE BANDIERE ARCOBALENO E IL CROCIFISSO

In nome della pace, vedo...

 

In questi giorni, non più tanto diversi dai precedenti in quanto a notizie di guerra, vedo aumentare il numero di manifestazioni di piazza a favore, si dice, della pace. Aggiungo questo provocatorio "si dice" poiché a me queste sembrano tutt'altro che manifestazioni per ottenere la Pace. Mi risulta proprio difficile, non voglio fare di tutta l'erba un fascio, riconoscere in molte manifestazioni quel sentimento di fondo verso la pace che dovrebbe nutrire l'animo di ogni uomo, oltre la sua appartenenza etnica, sociale, politica e religiosa. Mi risulta difficile, poiché vedo scaturire da queste manifestazioni sempre più sentimenti di prevaricazione e belligeranza. Gli slogan urlati da diversi di questi movimenti "pacifisti", sono in realtà lo sfogo di una rabbia di prevaricazione su quanti pensano diversamente e, conseguentemente, agiscono diversamente. Accanto alla bandiera multicolore della Società teosofica anticristiana (fondata a New York nel 1875 con lo scopo di mettere insieme le dottrine di tutte le religioni per mostrare che non esiste una Chiesa e che il Cristianesimo non è l'unica verità, che non esistono dogmi e che tutti hanno ragione e che è l'uomo - senza Dio - a poter costruire una società perfetta e buona, bandiera oggi definita "della pace"), vedo speso bandiere rosse raffiguranti Che Guevara (che mi pare non possa essere considerato un "uomo di pace"); sento spesso inneggiare, questo soprattutto nei Paesi di tradizione islamica, alla guerra santa, sento studenti vaneggiare slogan contro l'America e il Governo italiano; sento e vedo politici, uomini di Chiesa e di Religione, di cultura e semplici di strada azzannarsi tra loro in vertiginose e agguerrite discussioni per attestare ora questo ora quel parere; vedo e sento insomma un atteggiamento che è ben lontano da quel desiderio di pace che, diversamente, dovremmo attestare con l'operosità del quotidiano. Mi preoccupa questo gran movimento di piazza, e non voglio pensare - anche se dovrei farlo solamente per non essere uno sprovveduto - che sia una perfetta macchinazione partitica in vista delle prossime elezioni. Tutto, o quasi, viene strumentalizzato, perfino il Sommo Pontefice al quale si fa dire cose che non ha mai detto, o aderire a movimenti che forse nemmeno conosce. Mi preoccupa tutto questo perché in nome della Pace vedo movimenti pacifisti prendere a legnate e simili poliziotti e carabinieri... vedo vetrine infrante, vedo cortei scontrarsi... in nome della Pace. Non so ma mi pare di rivedere una storia, purtroppo, che continuamente va riproponendosi pendolare. Non mi rassegno né piego a nessuna di queste logiche. Dal balcone del mio oratorio ho ritirato le bandiere della Pace, le ho sostituite con una grande Croce: da duemila anni Colui che vi è sopra crocifisso, sta zitto aspettando che almeno i suoi si accorgano che Lui è il solo dal quale può provenire la grazia di un miracolo. I non credenti o gli appartenenti ad altre religioni legittimamente espongono quelle bandiere, ma noi cristiani, non in opposizione ideologica ma per una consapevolezza diversa, esponiamo la Croce e Colui che fra pochi giorni, al termine dell'itinerario quaresimale, sentiremo ripeterci: "Vi lascio la Pace, vi dò la mia Pace; non come il mondo ve la dona io la dò a voi". I non credenti o gli appartenenti ad altre religioni legittimamente percorrono cammini di pace per le vie e le piazze, ma noi cristiani, non per opposizione ma per un amore diverso, ritorniamo a metterci in ginocchio, nel silente e sobrio sacro luogo di preghiera.

Don ABRAMO CAMISANI

Flero

 

"Il Giornale di Brescia", 30 marzo 2003

 

 

 

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