Messe latine antiche nelle Venezie
Venezia | Belluno | Bergamo | Bolzano | Brescia | Gorizia | Mantova | Padova | Pordenone | Treviso | Trieste | Udine | Verona | VicenzaVittorio Veneto

 

 

                Rassegna stampa

 

Maggio 2010 | Aprile 2010 | Marzo 2010

 

 

Giugno 2010

La messa in latino divide i parroci in città
Il Piccolo, 5 giugno 2010

Monfalcone, parroci contro il Papa
Non serve commento a quanto riportato dal quotidiano "Il Piccolo" del 5 giugno 2010 sulle dichiarazioni nella predica di don Rino Lorenzini, parroco della chiesa del Redentore a Monfalcone, archidiocesi di Gorizia. "Il latino non rendeva intelligibile il rito", ha detto il signor Parroco: questo, oltre che indebita e ingiusta critica ad altri parroci che vogliono applicare il Motu proprio Summorum Pontificum come è loro pieno diritto, suona anche come espressa manifestazione di non accettare la volontà di papa Benedetto XVI supremo legislatore della Chiesa. Anche nel fedele più semplice sorge spontanea la domanda: ma chi ha ragione, don Lorenzini o il Papa? Del resto, se la messa non più in latino fosse "totalmente partecipata dalla comunità" - come ha predicato il sig. Parroco - come mai alla sua messa del Corpus Domini la chiesa, dice il giornale, era "non gremita - massimo duecento persone"? Una volta tolto il latino, le chiese non dovrebbero essere strapiene, con tutta questa partecipazione? A leggere certe notizie le persone spesso colgono meglio il senso di taluni fenomeni culturali, per esempio il "ritardo dei preti" e la "immondizia nella Chiesa" (di quest'ultima, come è noto, ha parlato Benedetto XVI).

 

 

Maggio 2010

"Ignorati i dettami del Papa"
Il Giornale di Vicenza, 28 maggio 2010

Mons. Nosiglia in Val d'Alpone: no messa tridentina, sì preghiera catto-islamica
Riportiamo l'articolo di Chiara Roverotto sul Giornale di Vicenza del 28 maggio, pubblicato in seguito alla conferenza stampa tenuta a Vicenza il giorno precedente dal Coordinamento di Una Voce delle Venezie. Questo è il nome esatto dell'associazione per la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana, non "La Voce" come continua a riportare erroneamente il quotidiano, forse perché così se lo sono registrato. Prima è stato celebrante mons. Tamiozzo, attualmente don Rigon, non il contrario. Nessuno ha mai detto che "sacerdoti leggevano le sure del Corano in chiesa", bensì nel centro parrocchiale adiacente alla chiesa di Montecchia di Crosara, anche se non fa tanta differenza. La nostra dichiarazione cui è stato dato meno spazio è quella che vogliamo più fortemente sottolineare, il reiterato immotivato rifiuto da parte di mons. Nosiglia di far celebrare anche una unica messa in Val d'Alpone, richiesta dai fedeli: questa è una palese violazione del Motu proprio, una aperta disobbedienza a Benedetto XVI. Questo tra l'altro spiega l'esasperazione dei toni di fronte alla preghiera catto-islamica proprio a Montecchia e a come continua a essere celebrata la c. d. messa tridentina a S. Rocco. Per maggiore chiarezza, ecco il testo del comunicato inviato da Una Voce agli organi di stampa il 25 maggio: "I capolavori dell’arcivescovo Cesare Nosiglia. Sì alla preghiera catto-islamica. No alla messa tridentina vera. Preti diocesani che recitano ai fedeli una preghiera catto-islamica. Messe in latino (tridentine) nella forma straordinaria richieste dai fedeli, ma sempre negate dall’arcivescovo Nosiglia, nonostante il Motu proprio Summorum Pontificum di papa Benedetto XVI che dichiara mai abrogato l’antico rito. L’unica celebrazione consentita in diocesi - detta da don Pierangelo Rigon nella chiesa di S. Rocco a Vicenza, - è una messa modernizzata, irrispettosa delle norme che regolano la sacra liturgia, quindi una falsa applicazione del Motu proprio, e perciò disertata dai fedeli". Certamente non siamo noi che presumiamo di dare consigli al Vescovo, tra l'altro su una cosa così evidente, solo vediamo che è leso il diritto dei fedeli alla messa tridentina sancito dal Santo Padre, e cerchiamo di difenderlo con le ragioni e gli argomenti, attuando il fine della nostra associazione.

 

 

Canti troppo sacri, il prete caccia il coro
Il Giornale di Vicenza, 11 maggio 2010

 

 

I luterani dopo il sinodo di Verona: "Benediremo le unioni fra gay"
L'Arena, 5 maggio 2010

 

Mons. Zenti?

 

 

Aprile 2010

Don Camillo va in fumo. Nella parrocchiale di Brescello incendio brucia l'altare verso il popolo
Il Giornale, 25 aprile 2010

E ora ne fanno un altro?
Sul Giornale del 25 aprile 2010 Stefano Lorenzetto ha sintetizzato molto bene quanto è avvenuto la notte di Pasqua nell'incendio alla chiesa di Brescello - nota per le riprese dei film di don Camillo -, e la particolarità dell'evento: l'unica cosa che è andata distrutta è l'altare-tavolo di legno posticcio verso il popolo. Che accadrà ora? il parroco appare una persona mediamente intelligente, ma non è che pensi di rimettere un altro tavolo, magari con soldi che gli dà il sindaco del Pd? Per fortuna quella chiesa è intoccabile per via di don Camillo, altrimenti, chissà, un bell'adeguamento liturgico del presbiterio segando l'altare, come è avvenuto (e continua ad avvenire) in tanti posti...

 

 

Verona. I luterani benedicono le coppie gay al "Carraro"
L'Arena, 23 aprile 2010

E mons. Zenti si tiene i luterani a S. Pietro Martire
Il vescovo di Verona mons. Zenti da anni conferma la concessione della chiesa di S. Pietro Martire ai luterani, fatta dal suo predecessore mons. Carraro, con forti pubbliche proteste di fedeli cattolici. Ora con la benedizione delle coppie omosessuali, ipocritamente denominate "unioni di vita", proprio nell'attuale momento, i luterani, proprio a Verona, compiono un gesto di aperta ostilità e avversione contro la Chiesa cattolica e il Santo Padre. Che cosa fa il vescovo di Verona? In questi giorni si parla tanto degli attacchi al Papa per la questione dei preti pedofili, ed è riconosciuto il danno derivante dall'inerzia dell'autorità ecclesiastica nell'intervenire su casi esistenti e denunciati. Naturalmente i danni di una tale inerzia non ci sono soltanto nel caso della pedofilia, l'inerzia denota il più delle volte un cattivo esercizio dell'autorità. Davanti al problema evidente e conclamato dei luterani a S. Pietro Martire, mons. Zenti continua ad attendere. Che si risolva da sé? non si risolve, ma diventa sempre peggio. Molti possono pensare che a questo punto, se il vescovo non risolve il problema, significa o che vuole che i luterani restino là (forse perché è d'accordo anche lui sulle "unioni di vita"?), oppure che non è in grado di governare la sua diocesi. Certamente i fatti daranno una risposta.

 

 

Agli Oblati battesimo secondo il rito romano antico
La Tribuna di Treviso, 18 aprile 2010

 

 

Marzo 2010

Messa in suffragio di don Lotti nella chiesa parrocchiale di Corona
Messaggero Veneto, 23 marzo 2010

 

 

 

Inizio Pagina


Chi siamo | Agenda | Messe | Calendario | Documenti | Liturgia | Dottrina | Sollemnia | Libri | Rassegna stampa | Archivio | Link | Email | Home


Pagina aggiornata il 18 giugno 2010

© 2001-2010 Coordinamento di Una Voce delle Venezie. All Rights Reserved.