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Messe latine antiche nelle Venezie 
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Messa latina? "Solo moderna
e semmai in Santa Barbara"

Basilica palatina idonea per la liturgia "Già nel Cinquecento l'altare era rivolto verso l'assemblea"

st.sc.

 

"Chiedono la messa tridentina, quella codificata da San Pio V nel Cinquecento? Allora perché non chiedono di celebrare quella medievale o quella dei primi secoli? Molti di quei signori che hanno firmato la petizione al vescovo monsignor Egidio Caporello non sanno che anche la messa moderna può essere celebrata in latino. Suggerimento: celebrare la messa latina moderna nella basilica di Santa Barbara". Questi commenti e queste proposte sono di Roberto Brunelli, sacerdote, monsignore del capitolo, storico della diocesi, che ci ha rilasciato un'intervista, che va al di là della contingenza: le mille firme raccolte a Mantova in quattro giorni per la celebrazione della liturgia tridentina in una chiesa scelta dal vescovo.

Lei è il primo prete, monsignore del capitolo, che prende posizione sulla richiesta della messa tridentina. Non è d'accordo, perché?

"Non sono d'accordo perché mi pare che la richiesta dimentichi alcune cose importanti. La prima: la messa nel corso di duemila anni è rimasta la stessa nella sua sostanza, ma ha cambiato molte volte le forme esteriori. Allora mi chiedo perché fermarsi alla messa di San Pio V e non andare più indietro? Ho l'impressione che chi chiede la messa in latino pensi che quella regolata da San Pio V nel Cinquecento sia l'originaria. Non è così".

Che cosa dimentica ancora la petizione?

"La Chiesa è un organismo vivente, animato dalla Spirito Santo, che cresce, si sviluppa, cambia forma. L'importante è che mantenga la sostanza. È come voler pretendere di bloccare una persona nel fiore della giovinezza o all'apice del successo e impedirle di evolversi".

Sono mille le persone che hanno firmato la petizione al vescovo.

"Probabilmente le persone che hanno firmato intendevano valorizzare il latino più che un particolare rito della messa. Sentendo alcune di loro ho capito che non conoscono la differenza tra il rito di San Pio V e quello attuale, e quindi hanno firmato semplicemente per il desiderio della messa in latino. Ma gli andrebbe benissimo anche la messa attuale".

Dunque c'è messa in latino e messa in latino. Quella moderna, post-conciliare, le piace?

"Il latino non è solo la lingua tradizionale e ufficiale della Chiesa che, non va dimenticato, essendo cattolica cioè universale, è giusto che possa esprimersi in una lingua sovrannazionale, che non sia di nessuno. Sul piano pratico questo lo si vede bene quando si esce dall'ambito della propria lingua e ci si trova all'estero, a contatto con altri cattolici di lingua diversa. Allora si vede come sia bello ritrovarsi nel latino. A questo proposito mi pare che Mantova, sempre più città turistica, si trovi nell'opportunità di avere una messa in cui gli stranieri più facilmente si possano riconoscere".

Ha una proposta?

"La basilica di Santa Barbara, quando i restauri in corso saranno finiti, rischia di diventare un museo e quindi di venire snaturata. Potrebbe essere questa la sede in cui, nella stagione che va da marzo a ottobre, alla domenica si celebra una messa in latino".

Quale messa?

"Ovviamente la messa secondo il rito disposto dal Concilio Vaticano II, cioè quella che tutti conosciamo e frequentiamo, ma in latino. La stessa che il Papa celebra nelle solennità e ovunque vada nel mondo. I promotori della petizione devono riflettere sul fatto che la basilica di Santa Barbara negli anni Sessanta del Cinquecento era nata con l'altare rivolto verso il popolo. La messa in latino in Santa Barbara potrebbe rispondere a più di una valenza: celebrare in latino, rispondere alla vocazione culturale e turistica della città, potrebbe consentire un recupero del canto gregoriano con il contributo delle tante scholae cantorum della diocesi".

La sua posizione e la sua proposta sono ispirate dai vertici della Curia?

"Io parlo a nome mio. Ho espresso cose che impegnano solo me stesso".

 

da “Gazzetta di Mantova”, 24 giugno 2003

 

 

 

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