UNA VOCE VENETIA

Messe latine antiche nelle Venezie
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Rassegna stampa

Chi può concedere la deroga?
Soltanto Giovanni Paolo II
Il vecchio rito è stato abrogato nel 1969

st. sc.

 

In latino c'è messa e messa. Era in latino quella che Giovanni Paolo II ha celebrato in piazza San Pietro per Pasqua e domenica scorsa, in Albis. Celebrazione principe, nella liturgia ufficiale della Chiesa cattolica che era ed è ancora in latino. Il Concilio non ha quindi cancellato la liturgia nella lingua antica, ma l'ha cambiata. O meglio, in termini giuridici, il Concilio Vaticano II ha abrogato il vecchio Messale Romano, quello della messa tridentina o di Pio V. Nelle prime pagine del nuovo messale (così come è avvenuto su tutti quelli che si sono succeduti nella storia) riporta la bolla di promulgazione che dichiara l'abrogazione del precedente. Quindi, se la messa in rito tridentino viene celebrata senza permesso, dovrebbe ritenersi nulla. L'unica autorità che può derogare alle norme (e quindi al messale) in vigore, è il Papa che ha delegato al cardinale Dario Castrillón Hoyos di conferire o meno i permessi a seconda dei casi e delle circostanze.

Perciò l'autorizzazione alla celebrazione della messa secondo il rito tridentino non dovrebbe spettare ai vescovi (ieri non abbiamo potuto raggiungere monsignor Egidio Caporello), ma direttamente alla Santa Sede.

Nel linguaggio della Chiesa l'ottenimento di un simile permesso non è un diritto, ma una grazia.

Se da una parte la messa in rito tridentino che il cardinale Castrillón celebrerà a Roma il 24 maggio è un'apertura nei confronti dei conservatori moderati, dall'altra riapre la riflessione tra le gerarchie cattoliche e molti fedeli: la messa tridentina può correre il rischio di essere vissuta come una rievocazione storica, e può essere tanto desiderata per il suo carico di arcaismi ed estetismi. E poi c'è chi riflette sui significati anche simbolici delle risonanze che il vecchio rito può generare in una Chiesa cattolica meno romana e più universale.

 

da "Gazzetta di Mantova", 29 aprile 2003

 

 

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