UNA VOCE VENETIA

Messe latine antiche nelle Venezie

| Venezia | Belluno | Gorizia | Padova | Pordenone | Treviso | Trieste 1 | Trieste 2 | Udine | Verona | Vittorio Veneto |

 

 

 

Rassegna stampa

 

Don Francesco, il prete con la bandiera della pace

La Cei invita a non esporre gli "arcobaleni" nelle chiese? Lui e il parroco di S. Francesco fanno eccezione (per ora)

 

"Non serve, è di troppo, c'è già il crocifisso". Monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei (Conferenza episcopale italiana), al termine dei lavori del consiglio permanente della Cei, ha invitato i sacerdoti a non appendere la bandiera della pace in chiesa. "La bandiera mi sembra un simbolo sovrabbondante e in qualche senso inutile", ha spiegato. "La croce è di già per sé un bel segno di pace, sono duemila anni che sta lì. Sarebbe come dire che da sola non basta. Ma parlo a titolo personale".

Un invito che pochi parroci veronesi accoglieranno. Se su molti balconi e finestre dei diversi quartieri sventola l'arcobaleno della pace, sono pochissime le chiese che hanno esposto questo simbolo. Non ce l'hanno, ad esempio, S. Pietro Apostolo, S. Maria Regina, S. Stefano, il Tempio Votivo, S. Maria Maddalena, S. Zeno, S. Bernardino, i SS. Apostoli, la chiesa dello Stadio, S. Maria Ausiliatrice e la chiesa di Tomba.

Fanno eccezione il vescovado, che però non è una chiesa (la bandiera è stata sistemata alla sinistra del portone d'ingresso), la rettoria di S. Pietro Incarnario, sede dell'Azione Cattolica, la chiesa delle Stimmate in via Montanari, che però è sede della congregazione degli Stimmatini e, come altre famiglie religiose, ha deciso di utilizzarla.

Le due chiese che hanno esposto l'arcobaleno sulla facciata sono quella di S. Francesco, vicino a Ponte della Vittoria, e S. Giovanni Evangelista, che si trova nel quartiere Indipendenza.

"L'abbiamo sistemata pochi giorni dopo lo scoppio del conflitto", spiega don Francesco Zorzi, parroco di S. Giovanni Evangelista. "E ne abbiamo appeso una anche sopra la canonica. Al di là delle polemiche sui valori politici che le hanno attribuito, per noi si tratta di un segno che va giudicato per quello che è. Significa pace, fraternità, amore. Credo sia giusto averla e anche i parrocchiani l'hanno accolta positivamente".

Quanto all'invito del segretario generale della Cei, don Francesco non ne era al corrente. "Rifletterò su quanto ha detto", ha commentato. "Se questa è la direttiva da seguire, obbedirò".

Ma non tutti lo faranno. In molte città italiane ci sono parroci che hanno sistemato le bandiere in cima ai campanili, sul le facciate delle chiese e persino sull'altare e non hanno nessuna intenzione di toglierle. Uno è padre Adolfo Della Torre, della parrocchia di San Francesco, Castrovillari (Cosenza) che così ha commentato: "Finché non ce lo dice il vescovo, noi lasceremo la bandiera sul campanile". Anche se qualcuno pensa che la bandiera tinta arcobaleno abbia ormai assunto un connotato troppo politico. "È vero che si sta strumentalizzando questa campagna", ha commentato don Guido, della chiesa Maria Santissima del Rosario a Nola, Napoli. "Ormai è diventata troppo politica".

 

da "L'Arena", 3 aprile 2003 

 

 

Inizio Pagina

Torna a Rassegna stampa