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Messe latine antiche nelle Venezie

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Abbiamo letto l'articolo del Tirreno con le gravi dichiarazioni di S. E. Plotti, che non ci risulta siano state smentite. Senza volerci soffermare su tutte le inesattezze, distorsioni e confusioni contenute nell'articolo, ci consta che il conte Marcello A. Cristofani della Magione è gran maestro dell'Ordine della Milizia del Tempio, associazione privata di fedeli approvata dall'arcivescovo di Siena. Ci risulta inoltre che i cristiani che hanno chiesto la messa latina antica all'arcivescovo di Pisa in nessun modo possono essere definiti come "scismatici". Gli interessati hanno senza dubbio la facoltà di esigere le dovute rettifiche a termini di legge.

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"Niente messa tridentina"

Plotti spiega i motivi del suo "no" agli scismatici

di Candida Virgone

 

Pisa. Sembra proprio che l'arcivescovo Plotti sia entrato nel tunnel delle polemiche. L'ultima riguarda la richiesta di un gruppo di studenti fuori sede circa la possibilità, negata dal presule, di celebrare una messa con il rito tridentino. Per i profani il rito tridentino prevedrebbe la vecchia messa in latino, quella secondo il rito di san Pio V, risalente al Concilio di Trento, in auge prima del Concilio Vaticano II che si rifà al rito di Paolo VI e che prevede la nuova celebrazione, insomma la messa che tutti sono in grado di seguire e capire.

Il rito tridentino è di fatto rivendicato e praticato dal gruppo scismatico fondato da Marcel Lefebvre. Alla fine di tutta la diatriba, la celebrazione è stata accordata a Roma dal cardinale Dario Castrillon Hoyos, ed avverrà il 24 maggio, in una chiesa che ha anche un particolare valore per il mondo cattolico, la basilica romana di S. Maria Maggiore, che nella capitale verrebbe quasi dopo il fulcro della cristianità, S. Pietro.

Sarebbe, pare, la prima volta, dopo la riforma liturgica conciliare, che un porporato celebrerà il rito in vigore prima del Concilio Vaticano II in una basilica di Roma.

Ad appoggiare ed a portare avanti la richiesta del gruppo di studenti residenti a Pisa è stato il conte Marcello Cristofani della Magione, sedicente gran maestro dei Templari ed esponente di un gruppo di tradizionalisti cattolici in Comunione con Roma, i quali avrebbero già il permesso dell'arcivescovo di Siena di celebrare la messa tridentina all'interno della loro comunità.

Di fatto negli ultimi tempi il Vaticano ha avuto un atteggiamento molto diverso verso gli scismatici, in un tentativo, se si può dire, di apertura e distensione.

Secondo i richiedenti la risposta del Vaticano con la concessione di una messa addirittura nella capitale ed in un centro della cristianità, appare come una precisa reprimenda verso l'arcivescovo di Pisa, monsignor Alessandro Plotti.

Il quale, invece, cade dalle nuvole: "Perché ho risposto di no? Perché non vedo la ragione per dare spazi a certe ‘nostalgie', visto che il Concilio Vaticano II ha stabilito un preciso rito che tutti seguono. Fra l'altro il Vaticano concede ai vescovi la decisione di stabilire l'opportunità di una scelta del genere. Personalmente non ho ritenuto giusto prendere delle iniziative che vanno contro le direttive date a suo tempo dalla Chiesa; se qualcun altro vuole accollarsi questa responsabilità e concedere un indulto, in questa specifica occasione, lo faccia pure. A parete il fatto che, qui a Pisa, avrei avuto non poche difficoltà a reperire un sacerdote che celebrasse questo rito. Mi sembra che avanzare certe richieste sia come dare un'immagine della chiesa che non si può accettare. Ho letto, qualcuno ha scritto che questo è apparso come uno schiaffo del Vaticano a me: io non la penso così e non trovo neanche giusto che di tutto si faccia una questione politica; nella religione la politica non deve entrare, sembra che prendere certe posizioni sia cosa da sovversivi …".

In effetti sono molti i settori della chiesa che non gradiscono il riavvicinamento del Vaticano agli scismatici e sono tendenzialmente ostili al ricongiungimento con Lefebvre che tanti disagi ed imbarazzi ha creato all'establishment ecclesiastico vaticano in passato.

Di fatto, però, il Giubileo del 2000 ha avviato un dialogo in vista della ricomposizione dello scisma, che i più ottimisti vedono come già fatta prevedendola entro al fine di questo anno.

 

da "Il Tirreno", 24 aprile 2003

 

 

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