UNA VOCE VENETIA

Messe latine antiche nelle Venezie

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Mons. Severo Dalle Fratte dovrebbe avere la bontà di dire ai cristiani di Treviso, e ai lettori della Tribuna, dove si trova la "citazione" di un "indulto papale" ove la celebrazione della messa antica sarebbe permessa "una volta al mese". Forse potrebbe anche spiegare perché il Papa stesso sembra non conoscere tale limitazione, in quanto nella sua diocesi concede la messa più di una volta al mese, anzi tutte le domeniche. Come Lui agiscono numerosi vescovi in tutto il mondo... Oppure mons. Dalle Fratte non ha dichiarato esattamente quello che il quotidiano gli attribuisce: se è così le persone dabbene si attenderebbero una smentita.

Una Voce Venetia

 

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Rassegna stampa

I tradizionalisti contro il vescovo

"Più disponibile all'Islam che alla messa in latino"

m.s.

 

Una messa in latino ogni domenica, in una chiesa del centro dotata di un altare tradizionale (rivolto verso il tabernacolo e non la navata). Sono le richieste dei cattolici tradizionalisti dell'associazione di "Una Voce delle Tre Venezie", che ieri, in conferenza stampa hanno denunciato la scarsa disponibilità del vescovo di Treviso Paolo Magnani. "È contraddittorio - ha dichiarato Maurilio Cavedini presidente dell'associazione a Verona - che il vescovo si mostri aperto verso religioni diverse, non ultima quella islamica, e verso di noi invece sia così poco disponibile. In fondo chiediamo solo di poter celebrare la messa, salvaguardando il rito antico". Da alcuni anni i fedeli della diocesi di Treviso possono partecipare alla messa in rito tridentino, com'era 40 anni fa prima della riforma liturgica del papa Paolo VI, nella chiesa degli Oblati (fuori Porta Santi Quaranta), il sabato antecedente la prima domenica del mese. "È giusto che la nostra messa venga celebrata alla domenica - sottolinea Cavedini - e possibilmente non in una chiesa periferica, per di più non dotata di un altare adatto. Siamo pronti ad utilizzare una delle tante chiese del centro storico non utilizzate: per esempio la chiesa di S. Agostino o quella di S. Gregorio".

A sostegno delle loro richieste i delegati di "Una Voce" (ieri erano presenti anche Pietro Piovesan di Treviso, Fabio Marino delle Tre Venezie e Editta Pirone di Vittorio) ribadiscono che la Santa Sede si sta muovendo a loro favore. "Tanto che - sottolinea Cavedini - il cardinale Darìo Castrillón Hoyos, su mandato di Giovanni Paolo II, officierà l'antico rito della messa a Roma il prossimo 24 maggio, nella basilica papale di Santa Maria Maggiore. È la prima volta che un cardinale di curia celebra a Roma la messa detta di San Pio V, il papa di Lepanto. Quindi anche la delegazione di Treviso fa sentire le proprie richieste al vescovo che già nel gennaio scorso ha celebrato personalmente al messa agli Oblati". Ma ora i fedeli, che sono circa 150 in tutta la diocesi e 45 nella vicina di Vittorio Veneto, chiedono di più. "Ci facciamo portavoce di un disagio - conclude Cavedini - Treviso in questo è un'eccezione rispetto al Triveneto. A Venezia, Padova, Trieste, Verona sono garantite celebrazioni ogni domenica e festa di precetto". La Curia cittadina, interpellata sulla questione, preferisce non entrare in polemica. Monsignor Severo Dalle Fratte, cancelliere della diocesi incaricato dal vescovo di celebrare la messa in latino nella chiesa degli Oblati, si limita a citare i documenti. "C'è un indulto papale che permette la celebrazione una volta la mese. Quella associazione rischia di andare contro il concilio".

 

da "La Tribuna di Treviso", 13 maggio 2003

 

 

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