Messe latine antiche nelle Venezie
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Andrea Adami da Bolsena, Osservazioni per ben regolare il Coro de i Cantori della Cappella Pontificia > Parte Prima > Cap. XV

 

 

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Il Venerdì Santo a Mattina.
Cap.  XV.

 

Il più novizio fra tutti i Cantori deve andare all'Altare per dire la Profezia, dopo la quale il Signor Maestro darà l'ordine a i Contralti, che subito dovranno cominciare il Tratto, ed il Coro lo proseguirà andante.

Terminato il Tratto il Signor Cardinal Penitenziere, a cui tocca quella Funzione dice l'Orazione, alla quale si risponde Amen.

Dopo la seconda Profezia, che il Suddiacono canta in tono di Epistola vi è l'altro Tratto, e il Signor Maestro potrà far dire tanti Versi, quanti bastano a dar tempo a i Cantori, che deono dire il Passio d'accostarsi al solito luogo, avvertendo, che se assiste il Papa non vanno al bacio del Piede, come la Domenica delle Palme si è detto. Terminato il Passio, e l'Evangelio vi è il Sermone, che è solito

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farsi da un Padre della Compagnia di Gesù, e dopo dal Celebrante si dicono molte Orazioni, alle quali si risponde come è notato nel Messale.

Verso il fine di dette Orazioni partono dal Coro due Tenori trascelti dal loro Anziano, e vanno all'Altare per rispondere al Celebrante, quando stando nell'Angolo dell'Altare dalla parte dell'Epistola, e scoprendo parte della Croce presentatagli dal Diacono dell'Evangelio canta l'Antifona Ecce lignum Crucis, a cui i suddetti Tenori deono rispondere In quo salus, e poi tutto il nostro Coro Venite adoremus, e ciò segue per tre volte, alternando come si è detto di sopra; dovendo il Celebrante ogni volta alzar un tono di voce.

Posata la Croce sopra nobilissimo Cuscino su i gradini del Presbiterio, il Papa, o il Celebrante vanno all'adorazione di essa, facendo tre genuflessioni, e quando, o l'uno, o l'altro è in atto di far la prima, il Signor Maestro farà dar principio agl'

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Improperj, che sono a due Cori del Palestrina, al lib. 88. carta 1. e si deono dire adagio, e con voce sommessa, perche la loro soavissima armonia rende un interna devozione, e compunzione; dee per tanto il Signor Maestro star bene avvertito di non far terminare i suddetti Improperj prima, che non sia andato all'adorazione tutto il Sagro Collegio, tornando a principiarli da capo se bìsogna.

Quando poi la Prelatura andando successivamente all'adorazione principia la prima genuflessione, il Signor Maestro farà cenno a i due Soprani Anziani, i quali subito intoneranno l'Antifona Crucem tuam, che si proseguisce dal Coro assai andante, dopo i due Soprani intonano il Salmo Deus misereatur nostri con tutto il resto notato nel libro. Dopo il Verso Crux fidelis si dà principio all'inno Pange lingua gloriosi, che si dee dire andante alternando sempre col Coro, ed il Signor Maestro potrà far terminare il Verso Sempiterna sit beata, quando vanno all'ado-

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razione gli Avvocati Concistoriali, lasciando quei versi, che gli parerà per esser l'inno suddetto assai lungo, e poi al solito posto anderà egli con tutto il Collegio all'adorazione.

Terminata l'adorazione, gli ultimi Cantori delle parti prendono i libri soliti, ed il nostro Collegio si porta in Sala Regia, e diviso in due Cori sì ferma avanti alla Porta della Cappella Paolina aspettando, che il Papa, o il Celebrante con tutto il Sagro Collegio, e Prelatura venghino processionalmente a prendere il Venerabile.

Quando esce fuori della porta di detta Cappella il Signor Maestro farà principiare l'inno Vexilla regis prodeunt dal primo Coro, ed il secondo Coro successivamente dirà la seconda strofa, e processionalmente si portarà il nostro Collegio in Cappella Sistina, e si fermerà avanti alla porta della Balaustrata diviso come sopra in due Cori; avvertendo però il Signor Maestro, che all'apparire che fa il Papa, o il Celebrante alla Porta della Cap-

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pella Sistina, si dee dire la Strofa O Crux ave spes unica, e terminarla con la seguente, quando il Papa, o il Celebrante entra la Porta della Balaustrata.

In tutto il resto della Funzione di questa mattina il nostro Coro non hà a rispondere se non che Sed libera nos a malo dopo il Pater noster; e Amen alla fine dell'Orazione Libera nos quæsumus Domine, che si dice immediatamente dopo dal Celebrante in tono feriale, e perciò non si descrive più ampiamente, perche in nulla altro a noi s'appartiene.

Terminato il suddetto Officio di questa mattina, e partito il Celebrante con tutti i Ministri dall'Altare, il Signor Maestro di Cerimonie (non essendo presente il Papa) và dal Signor Cardinale anziano, e l'avvisa, che dica il Pater noster, e l'Ave Maria per il Vespro, e si comincia l'antifona al cenno, che darà.

il Signor Maestro nostro dee per tanto sfar attento al suddetto cenno per far subito dar principio. Le Antifone, e Salmi

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di questo Vespro s'intonano tutte da i Contralti. L'Antifona del Cantico Magnificat và un tono più alto. Avverta il Sign. Maestro, che se assiste il Pontefice, la replica dell'Antifona del Magnificat deve durar tanto, fin che sceso il Papa dal Soglio siasi inginocchiato avanti al Faldistorio, e scoperto di Mitra; ed allora farà dire il Verso Christus factus est, e proseguirlo come è notato nel libro.

 

da Andrea Adami da Bolsena, Osservazioni per ben regolare il Coro de i Cantori della Cappella Pontificia. Tanto nelle Funzioni ordinarie, che straordinarie, Roma, Antonio de' Rossi, 1711, p. 42-47

 

 

 

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