UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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MYSTERIUM

Don Ratzinger 
o don Cirillo? 
Di certo blindato

di Stefano Scansani

 

Il prete, basso e con gli occhiali, se lo sono portati via in quattro. Di corsa, in piazza Sordello, verso l'auto e la stazione dei treni. Dopo la messa il celebrante č tornato nella blindatura da cui era venuto. Gli organizzatori non vogliono dire come si chiama e da dove viene, anzi, Maurizio Ruggiero ci scherza sopra tirando in ballo il nome del prefetto dell'ex Santo Uffizio: "Si chiama don Ratzinger... ". Durante l'omelia, perň, qualcosa era trapelato dallo stesso don non-si-sa-chi, quando ha dichiarato la sua origine friulana. Per il resto niente informazioni. Anche la corsa ad ostacoli per intervistare il prete, lungo le scale di Ca' degli Uberti e, fuori, sul Listone, č infruttuosa. Il reverendo, chiuso tra gli uomini del servizio d'ordine e un paio di chierichetti fuori servizio, ha il colbacco e veste il clergyman. Scusi, lei e un sacerdote diocesano o un religioso? "Un prete". E poi, sempre di corsa, come si chiama, solo il nome, don? Un uomo della protezione risponde ironico: "don Cirillo". Non ci crede nessuno. E sorride anche il referente del comitato "Principe Eugenio", il signor Ruggiero di Verona, che per l'occasione all'occhiello ostenta un'aquila asburgica che fa un duetto con la cravatta bianco-rossa della Felix Austria. Giovedě, invece, mostrava un giglio borbonico. Insomma, cose fresche, monarchie assolute, che non si sa come vadano d'accordo con la cravatta del signor Bruno Gherardi da Ostiglia, segretario della Lega, che č un trionfo di bossiani e autonomisti anti-centralisti Soli delle Alpi. Nella sala della Ca' degli Uberti, sotto gli occhi dei putti affrescati, l'assemblea č varia, mistica, nostalgica, fervente e curiosa. Certo, quel che conta č la messa, immersa ed emersa in una straordinaria profusione di incensi e da un continuum di canti gregoriani. Anche il celebrante č perfetto: entra processionalmente vestendo una pianeta oro e col manipolo al polso sinistro (elemento cancellalo dai paramenti quarant'anni fa). Luigi Bianchi, ex presidente dell'Api, č tra i fedeli. Lo disturbiamo. gli chiediamo se č qui per turismo. "No, sono qui per la messa, sa, io sono nato con il Doměnus vobiscum". E il latino liturgico del don senza-nome č una mitraglia mistica, bisbigliata e segreta, come i gesti che compie con la schiena rivolta ai fedeli. Il don senza-nome legge il vangelo secondo Matteo, in latino, quello del calendario preconciliare osservato dai tradizionalisti, e poi proclama quello secondo Luca in italiano, di oggi. Non si sa mai. Alle 18.50 ite missa est. Con un "difetto": i riti tridentini non avevano validitŕ prefestiva. Quindi i signori di ieri, dovranno oggi riassistere a una messa, probabilmente moderna e in italiano.

 

da "Gazzetta di Mantova", 8 febbraio 2004

 

 

 

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sulla messa del 7 febbraio 
2004 a Mantova

 

 

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