UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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Una nuova iniziativa segue la messa antica non autorizzata. "Aspettiamo l'udienza"

"Un rosario sotto le finestre del vescovo"

 

"In cauda venenum", nella coda il veleno, sia pure annunciato con l'antidolo di un sorriso. Maurizio Ruggiero, grillo parlante del Comitato Principe Eugenio di Verona, è tornato a Mantova per ribadire i concetti.

Sia pure senza messa, ovviamente tradizionale, celebrata a Ca' degli Uberti come è avvenuto sabato, s'è staccato soltanto di qualche passo dall'episcopio, piazza Sordello 13, incontrando i giornalisti alla Taverna del Duca, piazza Sordello 10. Al suo fianco Franco Fumagalli, reverese. responsabile culturale per- Mantova della Lega Nord, preoccupato di depurare la sua presenza da maligne ipotesi di utilizzo politico e men che meno partitico della campagna tradizionalista, impresa resa più ardua dalla presenza, come uditore, dell'altrettanto leghista ingegner Celestino Dall'Oglio. Omnia munda mundis. Ruggiero il "venenum" non lo propina in diretta:  correttamente spiega che può soltanto dare suggerimenti, indicazioni, diciamo una linea comportamentale, ma a gestirsela dev'essere la filiazione mantovana di "Una Voce", movimento internazionale, guidata da Mansueto Bassi e capace di raccogliere 1.350 firme d'adesione, "quasi il triploha precisato - dì quelle raccolte come prima mossa a Verona e una delle quote più alte in Italia". Da respingere l'insinuazione che il totale sia stato impinguato da eventuali turisti, l'essenza non cambia...

Precisazione alla precisazione: in sequenza episcopale scaligera il mantovano Amari aveva detto no, Nicora ni e l'attuale Carraro finalmente sì, "come del resto accaduto in una ventina di città, grandi e piccole". Ruggiero elenca Roma, Milano, Torino, Venezia, Trieste, Padova, Udine, per non dire poi degli Stati Uniti, della Francia, della Germania.

Dal momento che i giornalisti c'erano, quella di Ruggiero non rischiava di essere "vox clamantis in deserto", anzi il vescovo Caporello, data la vicinanza e tendendo l'orecchio, magari riusciva a sentire quel che potrebbe accadere a breve.

Per esempio che i tradizionalisti chiedano udienza a monsignor Caporello per avere l'indulto, senza escludere peraltro dì riunirsi davanti all'episcopio affidando la loro filiale richiesta-protesta alla recita del Santo Rosario, ogni primo venerdì del mese. Poi celebrare la messa tradizionale in una chiesa privata, eventualmente con sacerdoti di altre diocesi, vigilati dal vescovo per "garantire il rispetto della liturgia preconciliare".

Incontrare a Roma i porporati amici, cardinali Castrillon Hoyos e Medinas (sic) Estévez "perché del caso Mantova - ha detto Ruggiero - si è parlato a Roma, in una conferenza della Fraternità sacerdotale San Pio X". (rda)

 

da "Gazzetta di Mantova", 12 febbraio 2004

 

 

 

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sulla messa del 7 febbraio 
2004 a Mantova

 

 

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