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"No alla messa in latino"

Il vescovo di Mantova nega la richiesta dei tradizionalisti per i caduti di Nassiriya

 

MANTOVA (Màntua) - Vorrebbero che la messa in memoria del soldati morti a Nassiriya venisse celebrata in latino ma il vescovo di Mantova, Egidio Caporello, ha risposto che non se ne parla e ha negato, l'accesso a qualsiasi chiesa. I tradizionalisti cattolici del Comitato Principe Eugenio di Verona, con Maurizio Ruggero e con Franco Fumagalli, che è anche responsabile mantovano per la cultura delta Lega Nord, però non vogliono darsi per vinti: così hanno deciso di riunirsi questa sera a Cà degli Uberti, un palazzo che viene affittato per meeting e riunioni conviviali e che confina con il Palazzo vescovile. Lì verrà celebrata la messa In latino. Il nome del prete officiante viene tenuto segreto e il vescovo di Mantova si è limitato a dire: "Spero che tutti vogliano fermarsi di fronte all'eucarestia".

Già lo scorso dicembre avevano cercato di organizzare a Ostiglia la celebrazione della messa in latino per i caduti di Nassiriya ma anche in quella circostanza non erano riusciti nel loro intento per l'opposizione del vescovo. "È stupefacente - commenta Ruggiero - che Caporello non abbia sostenuto da subito la nostra iniziativa in ricordo di chi è caduto facendo da guardiano della pace. Ma lui è troppo pacifista".

A Mantova da tempo è nata l'associazione "Una voce" che ha come obiettivo proprio la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana. L'associazione è rappresentata da un libraio antiquario, Mansueto Bassi, che l'anno scorso raccolse 1.350 firme per chiedere al vescovo il permesso di celebrare messe secondo il rito preconciliare. "Per assistere alla messa tridentina - dice Bassi - siamo costretti ad andare a Verona, nella chiesa di Santa Toscana, messa a disposizione dal vescovo di quella città".

 

da "La Padania", 7 febbraio 2004

 

 

 

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sulla messa del 7 febbraio 
2004 a Mantova

 

 

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