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Messe latine antiche nelle Venezie 
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Domani, Messa in latino: un desiderio che si avvera

 

La Messa celebrata in latino, secondo il rito romano antico. Una chimera fino a poco tempo fa, un desiderio che si avvera per centinaia di fedeli mantovani: per la prima volta dagli anni del Concilio Vaticano II, infatti, torna a Mantova la millenaria Santa Messa della tradizione. L'appuntamento è per domani alle 18 nella Sala degli Uberti di piazza Sordello; il fine sarà quello di ricordare i militari italiani vittime dell'attentato terroristico di Nassiriya, in Iraq. L'iniziativa, che ha avuto una gestazione piuttosto lunga e tormentata (doveva svolgersi in un primo momento ad Ostiglia), è stata presentata ufficialmente ieri da Maurizio Ruggiero, presidente del Comitato Principe Eugenio di Verona (istituto che si batte per la salvaguardia della cattolicità italiana e contro l'islamizzazione e l'espianto dei popoli), e da Franco Fumagalli, responsabile provinciale per la cultura della Lega Nord di Mantova. Quest'ultimo ha espresso soddisfazione per il felice epilogo della vicenda, mentre, per Ruggiero, l'occasione si è rivelata propizia per rispondere a mons. Pompeo Piva, che aveva bollato come archeologia pura il rito tridentino: "Non è un rito di 500 anni fa - ha puntualizzato Ruggiero - , ma del 1962, oggetto di due documenti specifici di Papa Giovanni Paolo II, risalenti al 1984 e al 1988. che consentono a tutti i cattolici del mondo dì chiedere ai rispettivi vescovi della diocesi la celebrazione latina. Non sono d'accordo nemmeno quando mons. Piva afferma che la Messa vada celebrala dalla comunità: in realtà, la Messa ha un valore infinito che vale per tutti, indipendentemente da quanti vi assistano. La partecipazione va semmai intesa in senso spirituale e interiore". La celebrazione in latino, che è già una realtà in più di venti città italiane (da Torino a Milano, da Verona a Firenze, fino a Roma), fa dunque il suo ritorno anche a Mantova: "Siamo di fronte a un rito millenario aggiunge Ruggiero - che non è mai stato abrogato. Come tale non necessita di nessuna autorizzazione ufficiale. Certo, ci sarebbe piaciuto ricevere dal vescovo di Mantova almeno una risposta alle numerose sollecitazioni che gli abbiamo inviato in questi mesi. L'importante, comunque, è che la Messa si celebri: si tratta di un richiamo autentico a Dio e di una riscoperta della tradizione cattolica". Sarà una parentesi? "Speriamo di no - conclude Ruggiero - . Vorremmo che anche per Mantova diventi un'abitudine".

Gabriele Ghisi

 

da "La Voce di Mantova", 6 febbraio 2004

 

 

 

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sulla messa del 7 febbraio 
2004 a Mantova

 

 

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