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Messe latine antiche nelle Venezie 
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Un centinaio di fedeli alla messa in latino a Ca' degli Uberti

Niente chiesa per la tradizione

 

È stata celebrata a Ca' degli Uberti, ieri alle 18, da don Nello Marcuzzi, una Santa Messa in rito romano antico, per commemorare i caduti di Nassiriya, in Iraq. La richiesta per la celebrazione della messa da requiem cantata e celebrata in latino era partita da diversi fedeli cattolici residenti a Ostiglia, a Mantova e nella diocesi.

La messa, cui hanno partecipato un centinaio di fedeli, è stata officiata da un parroco di origini friulane, don Nello Marcuzzi, assistito da un cerimoniere, da tre chierichetti e da due voci ben modulale al canto gregoriano. La sala patrizia di Ca' degli Uberti è stata addobbala in modo sobrio e austero: un altare, i paramenti e quanto necessario per la celebrazione tradizionalista. La messa in rito tridentino richiede la partecipazione intensa e raccolta dei fedeli, quindi "niente battimami, né girotondi, né clamori particolari", come ha avvertito Maurizio Ruggiero, presidente del Comitato Principe Eugenio, prima dell'inizio del rito.

Ai numerosi fedeli è stato consegnalo un messale, che contempla le varie scansioni in lingua latina, con traduzione in italiano, del rito. Nella sua omelia don Marcuzzi ha ricordato la Bolla pontificia del 14 luglio 1570 emessa da Papa San Pio V, ricordando altresì la figura ili San Pio X, che fu vescovo di Mantova. Ha poi menzionino la figura e le opere di San Romoaldo Abate, fondatore del monastero dei Camaldolesi.

Al termine della funzione religiosa il celebrante per ricordare i caduti di Nassiriya e invocare la loro assoluzione, deposta la pianeta e il manipolo, ha indossato il piviale recitando nel contempo il rito dei defunti: "Liberami, o Signore, dalla morte eterna in quel giorno tremendo: quando il cielo e la terra saranno sconvolti. Quando verrai a giudicare il mondo col fuoco. Io tremo e pavento al pensiero del terribile giudizio venturo".

Federica Lonati

 

da "La Voce di Mantova", 8 febbraio 2004

 

 

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sulla messa del 7 febbraio 
2004 a Mantova

 

 

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