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"Padre Mario, frate cappuccino e parroco di Mussoi, ha fatto togliere 4 crocifissi dalle pareti della stanza", "non indossa i paramenti sacri dei funerali", "Padre Mario recita una serie di preghiere che hanno il consenso della Conferenza episcopale d'Europa e del Comitato Islam in Europa", "Sono riflessioni di fede che non parlano di Gesù o Trinità, scelte appositamente". Altro che Redemptionis sacramentum...

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Belluno. Rito d'addio, insolito, ...

 

Belluno. Rito d'addio, insolito, per Sebai Slah Kamel e Ghali Ahmed, i due tunisini usciti di strada e annegati nel lago di Busche la settimana scorsa. In trecento, ieri pomeriggio, hanno pregato Dio e Allah. Insieme. Padre Mario, frate cappuccino e parroco di Mussoi, ha fatto togliere 4 crocifissi dalle pareti della stanza che si trova adiacente alla chiesa-ossario e che normalmente è usata per radunare i bambini nell'ora di catechismo. "È stata la moglie di Kamel, che è cattolica, a chiedere una cerimonia religiosa che fosse d'incontro, dove gli ostacoli venissero ridotti al minimo nel rispetto di islamici e cristiani".

Tant'è che Padre Mario non indossa i paramenti sacri dei funerali, ma la solita tonaca. Guida lui il rito, affiancato da don Ezio Del Favero di Sargnano, che da un anno è la parrocchia della famiglia Sebai. Mentre Ahmed era scapolo, Kamel ha lasciato la moglie bellunese Laura Lotto, stimatissima infermiera, e tre bimbi, Simone, Sabrina e Jasmine, tutti battezzati dai frati di Mussoi. Alle 14 si inizia. Padre Mario recita una serie di preghiere che hanno il consenso della "Conferenza episcopale d'Europa" e del Comitato "Islam in Europa". Sono riflessioni di fede che non parlano di Gesù o Trinità, scelte appositamente.

Sono in tanti dentro la grande stanza parrocchiale, sono in tanti fuori, arrivati da tutta la provincia. Le maestre della scuola materna frequentata da Simone e Sabrina, le parrocchiane di Sargnano che ben conoscono i genitori di Laura. E belle signore con il velo, amici tunisini, come Salah Khalil che ricorda commosso "Kamel che fu il primo a darmi una mano a stabilirmi in Cadore e a Belluno e che, ospitandomi due notti a casa sua, mi permise di non perdere il lavoro".

C'è piangente Kalboussi Sanbi che a Sedico gestisce lo snack bar Dedo dove lavora anche Ben Salem Hichem: «Erano persone d'oro - dicono - Kamel simpaticissimo, Ahmed più riservato». Ecco anche Nasser, il fratello di Ahmed e il cugino Habib Khancholul che fa il saldatore a Fonzaso: "Questa è una cosa unica - dice convinto - è la prima volta che assisto a musulmani e cristiani che condividono dolore e pregano uniti".

Una novità per Belluno questo "funerale": "Capita di tutto - è il commento di Walter Caldart titolare della omonima ditta di pompe funebri - ma a una cerimonia così non ci era mai capitato di assistere". Fra i numerosi bellunesi anche Angelo Marchet e Luigi Reveane di Cesiomaggiore che non conoscevano i defunti, ma che sono qui solo per esprimere solidarietà alle famiglie. "Siamo i rappresentanti del comitato frazionale di Busche, snodo stradale pericoloso dove è avvenuto l'incidente" spiega Angelo Marchet. "Ho vissuto la vita da emigrante per 45 anni - sottolinea invece Luigi Reveane - e comprendo bene quanto sia duro stare lontano dal proprio Paese".

Dura una mezz'ora il rito. Le salme, portate da amici e parenti vengono caricate per essere portate a Milano dove l'ambasciata tunisina le trasporterà per la tumulazione a Djebeniana, nella provincia di Sfax.

Daniela De Donà

 

da "Il Gazzettino", 22 gennaio 2005

 

 

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