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A Belluno negata la messa in latino

 

Un gruppo di cattolici bellunesi ha chiesto al proprio vescovo, Vincenzo Savio, di poter frequentare la messa di san Pio V, la messa in latino, tanto per intenderci, in vigore fino a 30 anni fa. Questa richiesta è un diritto dei fedeli sancito dal Papa con un documento del 1988 nel quale si invita i vescovi a "rispettare l'animo di tutti coloro che si sentono legati alla tradizione liturgica latina, mediante un'ampia e generosa applicazione delle direttive, già da tempo emanate dalla Sede Apostolica". Insomma, le richieste dei fedeli "tradizionalisti" vanno assecondate, secondo Giovanni Paolo II.

Bene: è passato più di un anno da quella richiesta, accompagnata da un centinaio di firme, e dal vescovo non è arrivata nessuna risposta, nessuna traccia dell'"ampia e generosa applicazione" auspicata dal Santo Padre. E i fedeli affezionati alla messa in latino si trovano nella spiacevole situazione di non trovare ascolto, finora, presso il proprio vescovo. Come se fossero fedeli di serie B.

 

Antonio Dal Fabbro, Belluno

 

da "Il Giornale", 13 marzo 2002

 

 

 

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