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Lettera di mons. Camille Perl del 27 settembre 2002

"Chi va alle messe della Fraternità San Pio X adempie il precetto domenicale, anche un modesto contributo alla questua potrebbe essere giustificato"

 

 

PONTIFICIA COMMISSIO ECCLESIA DEI

 

18 gennaio 2003

I miei saluti nei Cuori di Gesù e di Maria! Ci sono pervenute numerose richieste circa la nostra lettera del 27 settembre 2002. Per chiarire le cose mons. Perl ha fatto la seguente risposta.

Oremus pro invicem.

In cordibus Iesu et Mariae,

Mons. Arthur B. Calkins

 

Risposta di mons. Camille Perl

Purtroppo, come può facilmente comprendere, non disponiamo di alcun mezzo per controllare che cosa possono fare delle nostre lettere coloro che le ricevono. La nostra lettera del 27 settembre 2002, citata in "The Remnant" e in vari siti web, deve essere vista come una comunicazione privata, adattata alle specifiche circostanze proprie della persona che ci aveva scritto.

In una precedente lettera al medesimo corrispondente, avevamo già indicato lo statuto canonico della Fraternità San Pio X, che riassumiamo brevemente.

1) I sacerdoti della Fraternità San Pio X sono validamente ordinati, ma sono sospesi dall'esercizio delle loro funzioni sacerdotali. In quanto aderiscano allo scisma dell'ex arcivescovo Lefebvre, essi sono inoltre scomunicati.

2) In concreto ciò significa che le messe offerte da questi sacerdoti sono valide, ma illecite, vale a dire contrarie al diritto della Chiesa.

I punti 1 e 3 della nostra lettera del 27 settembre 2002 a questo corrispondente sono stati riportati correttamente. Il suo primo quesito era il seguente: "Posso adempiere il precetto domenicale assistendo a una messa della Fraternità San Pio X?" e la nostra risposta:

1. "In senso stretto lei può adempiere il precetto domenicale assistendo a una messa celebrata da un sacerdote della Fraternità San Pio X".

Il secondo quesito era "Commetto un peccato nell'assistere a una messa della Fraternità San Pio X", e noi abbiamo risposto:

2. "Abbiamo già detto come non possiamo raccomandarle di assistere a una simile messa, e ne abbiamo spiegato le ragioni. Se la ragione primaria della sua assistenza alla messa era quella di manifestare il suo desiderio di separarsi dalla comunione con il Romano Pontefice e da coloro che si trovano in comunione con lui, si tratterebbe di un peccato. Se la sua intenzione è semplicemente di partecipare a una messa celebrata secondo il messale del 1962 per devozione, non vi sarebbe peccato.

Il terzo quesito era: "Costituisce peccato da parte mia contribuire alla questua che avviene alla messa domenicale della San Pio X"?, cui rispondenvo:

3. "Sembra che un modesto contributo alla questua della messa potrebbe essere giustificato".

Inoltre il corrispondente accusa la Commissione di non svolgere correttamente il proprio compito, e noi abbiamo risposto:

"Questa pontificia Commissione non dispone dell'autorità di obbligare i vescovi a concedere la celebrazione della messa secondo il Messale Romano del 1962. Nondimeno siamo spesso in contatto con vescovi e facciamo tutto quanto è possibile per far sì che detta autorizzazione sia accordata. Del resto il permesso dipende anche dal numero di persone che desiderano la messa 'tradizionale', le loro motivazioni e la disponibilità di sacerdoti per celebrarla.

Lei afferma poi nella sua lettera che il Santo Padre le avrebbe concesso un 'diritto' alla messa secondo il messale del 1962. Questo non è esatto. È vero che egli ha domandato ai suoi fratelli vescovi di concedere con generosità la celebrazione di questa messa, ma non ha stabilito che si tratta di un 'diritto'. Attualmente essa costuisce una eccezione al diritto della Chiesa e può essere accordata quando il vescovo del luogo giudica che costituisce un valido servizio pastorale e ha sacerdoti disponibili a celebrarla. Ogni cattolico ha diritto ai sacramenti (Codice di diritto canonico, canone 843), ma non ha il diritto di averli secondo il rito di sua scelta".

Noi ci auguriamo che queste esplicazioni pongano più chiaramente in luce quanto ci ha chiesto a proposito di questa lettera.

Con l'assicurazione delle mie preghiere e i migliori auguri per il nuovo anno di Nostro Signore 2003, resto

Sinceramente Suo in Cristo,

Mons. Camille Perl

 

 

 

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Inserito il 24 marzo 2003

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