UNA VOCE VENETIA

Messe latine antiche nelle Venezie  
Venezia | Belluno | Gorizia | Padova | Pordenone | Treviso | Trieste 1 | Trieste 2 | Udine | Verona | Vittorio Veneto

 

 

 

Il libro di un vero vescovo, Max Ziegelbauer

"Preferisco la Chiesa di una volta"

 

di don Ivo Cisar

 

Preferisce la Chiesa di una volta, più precisamente quella degli anni 1925-1965, mons. Massimiliano (Max) Ziegelbauer (n. 1923), vescovo ausiliare emerito di Augsburg, nel suo libro, pubblicato nel mese di settembre 2002: Die "alte" Kirche ist mir lieber. Ein Plädoyer für die Wiederentdeckung des Katholischen, Stella Maris Verlag, Buttenwiesen, pp. 360, 60 illustrazioni (s.i.p.). Come spiega il sottotitolo, si tratta di riscoprire il catholicum. L'autore lo fa servendosi dei generi letterari di riflessioni, rilievi, citazioni, ricordi, episodi (l'Indice dei nomi ne contiene circa 500). È difficile, per non dire impossibile, riassumere in poche righe tutta la ricchezza dottrinale e storico-informativa dei contenuti dell'opera divisa in quattro parti: Dio-colonna di fuoco per la notte; Chiesa, casa della grazia; il mondo, alloggio del pellegrino; l'uomo, nuova creatura in Cristo. I principali temi sono ricorrenti e si possono sintetizzare in una frase della prefazione stesa dal prelato stesso: "La Chiesa di una volta aveva il suo splendore che rifletteva il fulgore di Dio senza intorbidarlo e riempiva i cuori degli uomini" (p. 7). Nel libro si alternano due registri: la messa in rilievo dei pregi della Chiesa preconciliare e la segnalazione dei difetti di quella postconciliare. Da notare che non tutto quello che si nota sulla Chiesa di oggi è da attribuirsi al Concilio Vaticano II, avendo molti oltrepassato la sua lettera e il suo spirito, ignorata la prima, travisato il secondo, come risulta evidente nei rapporti tra il sacerdozio ministeriale e quello comune dei fedeli (pp. 71-77), nella liturgia (pp. 79-85) e nella vita sacramentale (pp. 87-100), nell'ecumenismo (pp. 129-135), nell'anno liturgico (pp. 141-145), nell'eliminazione del latino (pp. 175-179), nel degrado della musica sacra (pp. 207-214), nella trasformazione delle chiese in sale da concerto (pp. 217-222), nell'abbassamento della figura del vescovo (pp. 245-247), nel declino della pietà nella famiglia-chiesa domestica (pp. 281-286), nel femminismo (pp. 297-306), nell'allontanamento della gioventù (pp. 309-313), nell'eclissi dell'educazione cattolica (pp. 321-327), ecc.

Risultano capitoli chiave quelli riguardanti la Chiesa nel suo insieme: "La Chiesa prima del Concilio" (pp. 199-126), "La Chiesa resta la stessa?" (pp. 153-157), e quello contenente la dichiarazione: "Sono e rimango cattolico" (pp. 183-189). Ancorato cioè alle grandi verità di Dio, Cristo Re, lo Spirito Santo, la santa messa, il Giovedì Santo, l'Ascensione del Signore, il Corpus Domini, la devozione al Sacro Cuore di Gesù (pp. 13-66).

L'andatura rapsodica dei saggi di cui si compone il libro non consente che di citare qualche frase lapidaria: "La Chiesa preconciliare era acies bene in amore ordinata... Oggi è povera, disordinata, molle, individualistica al massimo" (p. 163). "Parecchie messe non si distinguono più da una manifestazione qualsiasi..." (p. 81). "Tutti i presenti vengono invitati indistintamente al pasto" (p. 82). "Attraverso l'introduzione rapidamente raggiunta della comunione sulla mano, anche se rimane la possibilità di comunicarsi sulla lingua, è penetrato nella Chiesa un pezzo di discordia" (p. 98). "Si palesano sempre più tre postulati: la Chiesa deve deporre ogni trionfalismo..., la Chiesa deve aprirsi alla cultura moderna e all'odierno sentire..., la Chiesa cattolica deve rinunciare ai privilegi..." (p. 103). Si legge "la missione non significa portare la gente a delle convinzioni, ma mostrarle un Dio amabile e ospitale" (p. 107). Viene citato il risultato di un'indagine demoscopica che accertò una fase di catastrofico indebolimento della pratica religiosa avvenuto in soli cinque anni tra il 1965 e il 1973 (p. 108). "La Chiesa preconciliare era soprattutto una chiesa che pregava, per non dire una chiesa in ginocchio" (p. 126). "Il pubblico sente e legge quasi più la parola 'ecumenico' che 'cattolico'. Innumerevoli uffici e commissioni a ogni livello geografico ed ecclesiale sono all'opera... Si rincorrono le conferenze. Vengono indicate le soluzioni. 'Vicini riconciliati' è la formula più spesso enunciata. Un po' più di difficoltà si ha con quella delle 'differenze riconciliate'" (p. 131). "La Chiesa cattolica equivale a 'conservatore'; per molti ciò suona come immobilismo, rigidità, 'fuori moda'. Perciò essa non avrebbe alcun futuro, sarebbe un modello fuori corso" (p. 155). "Le parole d'ordine sono: iniziativa del singolo, creatività" (p. 156). "Viene messa sul piatto della bilancia la libertà e la coscienza. Nessuna meraviglia che i critici delle novità si lagnino e argomentino: se un vescovo non obbedisce al Papa, come devono obbedirgli i parroci? e che cosa prova a sua volta il parroco, quando il laico si rifiuta di seguire le sue direttive?" (p. 157). "I cattolici stessi portano la colpa dell'influsso contagioso del complesso di inferiorità legato al termine 'cattolico', che equivale al male" (p. 183).

Un episodio fra i tanti riportati: "La teologa femminista Herlinge Pissarek-Hudelist (Innsbruck) confessò prima di morire: 'A che mi giova ora la teologia femminista che si riferisce soltanto all'aldiquà, al presente, a una società giusta? È una stupidaggine (Dreck = sterco)?' Quando lessi questa notizia, mi ricordai delle parole: il femminismo non sopporta nulla della femminilità" (p. 302).

E vale la pena di citare per esteso una pagina che descrive la Chiesa "di una volta" (die "alte" Kirche). "Tento un riassunto: la Chiesa popolare viveva la fede con profonda consapevolezza. Il peccato veniva preso sul serio. La Chiesa non era lontana dal mondo e la si incontrava a ogni passo... L'amore fraterno, segno di riconoscimento del discepolato di Cristo, elevò la cristianità assolutamente a 'capoluogo' - e ciò anche nella convivenza con i protestanti - prescindendo da alcune poche cose non belle, determinate dalla umana debolezza. La spiritualità cattolica si rivelava nella realtà 'un cuor solo e un'anima sola' (At 3,32). L'abito ecclesiastico, e con esso la riconoscibilità era come oggi prescritto, ma allora era una cosa ovvia. Le leggi di Dio e della Chiesa venivano rispettate (che un apostata - nonostante la disapprovazione della sua decisione da parte della Chiesa - potesse rappresentare Gesù in una recita della passione era del tutto impensabile). Quel che è cattolico era naturale, ovvio e del tutto spontaneo. Non lo si discuteva dialogicamente. Quel che a qualcuno non piaceva veniva semplicemente enunciato. La fede era possesso ricevuto con gratitudine. La 'ricerca permanente' è oggi probabilmente soltanto un altro modo per esprimere l'insicurezza e il dubbio. Si desiderava vedere cattolico tutto il mondo. Molte sorelle e fratelli missionari partivano assieme ai Padri, per molti di loro non esisteva ritorno in patria. Nelle abitazioni si trovavano foglietti pii, ma arricchiti di avvincenti storie. Gli zelanti - quelli che "fanno sempre un salto in chiesa" - venivano naturalmente giudicati in base al loro ulteriore comportamento: essi non lasciavano soli i tiepidi e i poco interessati ecclesialmente. Ricordo come propagandavano la fede. La sfera privata - supponendola in regola - non veniva lesa" (pp. 293-294).

Il florilegio potrebbe continuare. La breve esemplificazione basti a rendere ragione dell'anticonformismo dell'autore in mezzo a un clima mitizzante e demagogico che esalta acriticamente il postconcilio e condanna, riducendola al silenzio, la Chiesa "del passato", che pur generò tanti santi e buoni cristiani. Un libro non da relegare tra le leggende, oggi che si richiedono i bruta facta, ma esso li contiene, rimanendo edificante nel senso letterale e originario di legenda, ossia "da leggere", come l'auspicio che esso diventi anche "leggendario". E da tradurre (oggi in Italia si traduce anche troppo).

 

 

LINK UTILI

 

 

 

Inizio Pagina


Chi siamo | Agenda | Messe | Calendario | Documenti | Liturgia | Dottrina | Sollemnia  
Libri
| Rassegna stampa | Archivio | Link | Guestbook | Email | Home


Inserito il 26 giugno 2003

© 2001-2003 Coordinamento di Una Voce delle Venezie. All Rights Reserved.