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Padre Pio crocifisso con Cristo

Predica-panegirico alla messa solenne in onore di san Pio da Pietrelcina celebrata il 22 settembre 2002 nella Basilica di Aquileia

di don Ivo Cisar

1. Nel vanto della croce sta la sua santità

La festa liturgica di san Pio da Pietrelcina, stabilita per il giorno della sua nascita al cielo il 23 settembre - che noi anticipiamo a oggi -, si inserisce in un contesto significativo: nel mese di settembre si celebra la festa dell'esaltazione della Croce (14), quella della Vergine Addolorata (15) e quella delle stimmate di san Francesco (17). Il Santo Padre, canonizzando Padre Pio il 16 giugno scorso, ha affermato che nel "vanto della croce sta la sua santità"; è l'eco delle parole di san Paolo: "quanto a me non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore Nostro Gesù Cristo" (Gal 6,14), "difatti, io porto le stigmate di Cristo nel mio corpo" (Gal 6,17), parole che si trovano anche firmate da Padre Pio stesso (che prediligeva san Paolo), firmate non solo con l'inchiostro, ma anche e soprattutto con il sangue, per cinquant'anni. In esse si sintetizza la spiritualità e la santità di Padre Pio, vittima di Cristo Sacerdote e Vittima, nella celebrazione santa della santa messa e in tutta la vita, in cui soprattutto purificava dal peccato le anime misticamente nel sacramento della penitenza con il Sangue dell'Agnello (Ap 12,11). Ora la croce su cui venne crocifisso spiritualmente Padre Pio è esaltata, e lui assieme con essa: "chi si vanta, si vanti nel Signore" (2Cor 10,17). Per essere esaltati, bisogna lasciarsi esaltare sulla croce, come Gesù che disse: "bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo" (Gv 3,14) e "quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me" (Gv 12,32). San Pio da Pietrelcina è stato redento e santificato dall'unico Mediatore e Redentore, Gesù Cristo, con il quale è oggi glorificato; per lui valgono pure le parole di san Paolo: "Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20). E come Gesù fattosi obbediente fino alla morte di croce è stato esaltato dal Padre (Fil 2,5-11), così anche Padre Pio: egli è diventato davvero spettacolo agli angeli e agli uomini (1Cor 4,9), a lui, come ai cristiani santi il Padre ha dato il regno (Lc 12,37), cioè la grazia e la gloria, la salvezza.

2. Padre Pio cappuccino

a) Padre Pio, cappuccino, si inserisce pure nella schiera dei santi cappuccini, le cui glorie sono i santi tedeschi come san Fedele da Sigmaringen (1577-1622) e san Corrado di Parzham (1818-1894), ma anche quelli italiani, come san Lorenzo da Brindisi  (1559-1619), dottore della Chiesa, un grande predicatore il ven. Marco d'Aviano (1631-1699) di cui si attende la beatificazione, e un altro grande confessore, san Leopondo Mandic da Castelnuovo (1866-1942).

b) L'Ordine  dei Frati minori cappuccini di san Francesco, come è la denominazione ufficiale, è la terza e più giovane famiglia francescana, sorta nel secolo XVI per iniziativa di Matteo da Bascio, al fine di riportare i religiosi all'osservanza originaria, ottenendo dal Papa di allora (Clemente VII) la facoltà di indossare, a imitazione di san Francesco, un ruvido saio e largo cappuccio piramidale, e di predicare ovunque. La interiorità serafica, la rigidezza ascetica e l'eroismo della carità guadagnò ai cappuccini la venerazione del popolo e la stima dei potenti (Diz. eccl. 1,506). Oggi i cappuccini sono nel mondo circa dodicimila.

3. Padre Pio

a) Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, nato a Pietrelcina nella provincia di Benevento, quarto di sette figli, il 25 maggio 1887, battezzato il giorno seguente la nascita, a 12 anni ricevette la prima comunione e la cresima. Ma già all'età di cinque anni pensò di consacrarsi per sempre a Dio. Egli desiderava farsi frate cappuccino e all'età di quasi 16 anni entrò nell'Ordine dei cappuccini assumendo il nome di fra Pio. Durante gli studi spesso veniva rimandato a casa per ragioni di salute e dovette rimanere presso la sua famiglia per sei anni, fino all'età di quasi 29 anni. Dal 1911, cioè all'età di 24 anni cominciarono ad apparire sulle sue mani periodicamente le stimmate. È stato in vari conventi, fino a che nel 1916 approdò al convento di San Giovanni Rotondo, dove il 20 settembre 1918, all'età di 31 anni, ricevette le stimmate definitive. Dal 1919 cominciarono ad affluire a San Giovanni Rotondo le anime per ascoltare la messa da lui celebrata e per confessarsi da lui. La ridda di accuse e calunnie fece imporre a Padre Pio delle restrizioni da parte del S. Uffizio, fino all'ordine di segregazione che durò due anni, fino al 1933. Alle piaghe dolorose delle stimmate si aggiunsero varie malattie e prove morali. La croce lo accompagnava dovunque e sempre. Nel 1956 venne inaugurata la Casa sollievo della sofferenza da lui voluta. Padre Pio morì alle ore 2,30 del 23 settembre 1968.

b) Padre Pio, uomo di preghiera senza la quale non c'è salvezza, per rispondere agli inviti di Pio XII alla preghiera promosse i Gruppi di preghiera.

4. Il sacrificio di Cristo

a) Lo stesso Pio XII ha scritto nell'enciclica Mediator Dei che Gesù Cristo, dopo aver subito liberamente la morte cruenta sulla croce, si trova, dopo la consacrazione, sull'altare "in stato di vittima" (EE 6,496).

b) Come insegna lo stesso Pontefice nella medesima enciclica, i fedeli si uniscono spiritualmente al sacrificio di Cristo offrendosi a Dio con Lui come vittime e così partecipano al suo sacrificio per trarne i frutti (EE 6,522-528). Ora, se tutti i fedeli devono unirsi a Cristo vittima, e così esercitano il loro sacerdozio comune, se il sacerdote celebrante è con Cristo sacerdote e vittima, di Padre Pio possiamo dire qualcosa di più. San Paolo ha scritto: "Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa" (Col 1,24). Tale frase vale senz'altro per Padre Pio, del quale oserei dire che mentre sull'altare si rinnova - e lui lo rinnovava con grande intensità - il sacrificio di Cristo sulla croce in modo incruento, in certi santi, come fu Padre Pio, Cristo perpetua il suo sacrificio anche in una certa maniera cruenta.

5. "C'è nella messa tutto il calvario"

a) La croce, dolorosa, ma amata, sta al centro della spiritualità di san Pio da Pietrelcina, e il Sommo Pontefice nella breve omelia pronunciata durante la canonizzazione di Padre Pio ha parlato del dolce giogo e carico leggero di Cristo, portato da Padre Pio, del vanto della croce, usando l'espressione di san Paolo (tanto amato, ripeto, da Padre Pio), della misericordia di Dio che Padre Pio amministrava e dell'unico bene che trovava nel Signore (passi rispettivamente Mt 11,30; Gal 6,14; Ger 9,23; Sal. resp.), concludendo con la parola di Gesù che benedice il Padre che ha rivelato i suoi misteri ai piccoli (Mt 11,25).

b) Oggi si dimentica spesso e volentieri il mistero della croce. La vita di san Pio da Pieterlcina ci ricorda la centralità, l'essenzialità della croce, e precisamente nell'opera redentiva di Gesù Cristo, nella predicazione e fede cristiana (1Cor 1,23), nella santa messa, nella vita cristiana, in particolare nel matrimonio. Quelli che vogliono eliminarne la croce snaturano e svigoriscono la fede in Gesù Cristo, unico Redentore del mondo mediante la croce. Dopo il peccato e a causa di esso c'è la croce mediante la quale la sapienza di Dio vuole salvare gli uomini (cfr. 1Cor 1,21); ora c'è il tempo di prova, di lavoro, di combattimento; questo ci insegna il sacrificio eucaristico che si celebra, sì, nel giorno della risurrezione del Signore, ma nell'attesa del suo ritorno e della gioia quale premio eterno. Tutta l'esistenza di Padre Pio è fatta di collaborazione alla sua passione e all'opera di distruzione del peccato. "C'è nella messa tutto il Calvario", diceva Padre Pio il quale visse "immerso" nel mistero della messa, salendo, dietro Cristo, il Calvario. Solo nella croce di Gesù è la salvezza. E la salvezza è concentrata nella messa che l'associazione Una Voce si premura di celebrare sempre nel suo splendore e nella sua pienezza. È dalla messa, celebrata a imitazione di san Pio da Pietrelcina, che parte il rinnovamento e la rigenerazione spirituale di ogni persona e della società, per ritrovare la croce di Gesù e in essa la salvezza eterna.

c) Piace seguire Gesù sul monte Tabor, ma esso fu in funzione del monte Calvario; solo per la via regale della croce  (Im. X.i II 12) si giunge alla gloria e felicità eterna: "è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio", dicevano gli apostoli (At 14,22) e san Paolo ha scritto: "se siamo figli di Dio, siamo anche eredi, eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze, per partecipare anche alla sua gloria" (Rm 8,17). Come san Pio da Pietrelcina.

 

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Inserito il 1° ottobre 2002

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