Messe latine antiche nelle Venezie
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Protesta l'associazione "Una Voce": "Cercheremo una nuova chiesa"

Nuovo altare a San Canziano
A rischio il Natale in latino

La "tavola" ostacola il rito antico dei tradizionalisti

 

PADOVA - "Ite, missa est". Lo dicono sconsolati, ovviamente in latino, i cattolici legati al rito tradizionale, che ogni domenica si danno appuntamento nella chiesa di San Canziano per celebrare la liturgia secondo il canone antico. In quella che da 15 anni, per espresso volere del Vescovo, monsignor Antonio Mattiazzo, è stata la "loro" chiesa, non c'e infatti più posto. La Diocesi, non c'entra nulla. C'entra invece la collocazione di un nuovo altare, sistemato nel centro della balaustra, che impedisce al celebrante del rito antico di potersi muovere, come il rigido canone liturgico impone. Ora la loro messa di Natale e a rischio. O il nuovo altare verrà rimosso o dovranno cercare una nuova chiesa.

LA "SORPRESA" DI POCHI GIORNI FA - L'altare della discordia era stato sistemato mercoledì scorso. Un manufatto in marmo pregevole, ma pesante al punto da non poter essere più spostato. Indispensabile per  la liturgia post conciliare, la struttura, così come sistemata, ha invaso "lo spazio" richiesto dai ·"tradizionalisti" per la loro particolare celebrazione ancora legata alle regole di papa Pio V. Inutile dire che gli adepti della messa in latino, hanno accolto la novità con particolare disappunto. "Quell'altare - spiegato il professor Fabio Marino, membro dell'associazione veneziana "Una voce" che raggruppa i fedeli che praticano il rito nell'antica lingua di Santa Romana Chiesa impedisce di fatto la celebrazione della Santa Messa nel modo che più amiamo. Non siamo stati nemmeno preavvisati della novità all'interno della chiesa di San Canziano ed il fatto ci ha reso molto turbati. Non lo accetteremo comunque passivamente. Siamo decisi a farsi sentire dal Vescovo perché non possiamo rinunciare al nostro rito".

CHIESA IN SOSTITUZIONE CERCASI - Ad accrescere il disappunto dei tradizionalisti è ovviamente l'imminenza delle celebrazioni natalizie. La messa solenne della Natività rappresenta infatti il clou dei riti in lingua latina. I tradizionalisti tuttavia non vogliono cambiare chiesa, anche per non tradire l'abitudine dei fedeli. Ma non accettano nemmeno che la "loro" messa possa essere celebrata da una cappellina laterale. Sarebbe come emarginare e relegare in un angolo una comunità che registra con il passare del tempo un numero sempre più alto di simpatizzanti.

"MERITO DEL PAPA E DI CHI VUOLE DIFENDERE LA FEDE" - "Non è un caso - spiega infatti il professor Marino - che l'avvicinamento dei fedeli al nostro rito, avvenga proprio nel momento in cui il Santo Padre ha espresso un'importante apertura verso il ritorno della lingua latina nelle celebrazioni. Ma non solo. Le vicende dei crocifissi rimossi nelle scuole, dell'ostracismo nei confronti dei presepi e della figura stessa del Divino nei canti di Natale ha reso ancor più fitto il numero di coloro che vogliono il ritorno al fascino ed al mistero dell'antica liturgia".

"CATTOLICI DA NON EMARGINARE" - In attesa che l'incidente diplomatico del nuovo altare comparso nella chiesa di San Canziano possa risolversi presto approfondire gli strascichi polemici, la Diocesi invita a non emarginare i fedeli legati al rito latino.

"Un conto - spiega il responsabile diocesano per l'ecumenismo, don Giovanni Brusegan - è la nostalgia per il rito tridentino, un altro è essere legati alla celebrazione latina come ha previsto il concilio. Non vogliono affatto stravolgere il mistero e l'essenza del rito religioso che resta nella sua validità uguale a quello postconciliare, ma riscoprire una liturgia considerata più suggestiva e più solenne". Non si sa per ora da quale pulpito arriverà la predica, ora che quello tradizionale è stato invaso da uno scomodo altare. Ciò che è certo è che i tradizionalisti reclamano il "loro". Dal quale ripetere ancora una volta ai fedeli padovani l'antico "Dominus vobiscum".

 

da "Corriere del Veneto", 16 dicembre 2006

 

 

 

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Padova, chiesa di S. Canziano

 

 

 

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