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Wagner e sì in latino al matrimonio leghista

L'assessore Bragantini sposa la militante Veronica. Tosi in ritardo

 

SAN PIETRO DI MORUBIO - "Ego coniugo (sic) vos in Matrimonium. In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen". Alle sedici e cinque minuti Matteo Bragantini e Veronica Modena sono già sposati. La neo coppia leghista, semplice militante lei, segretario provinciale del Carroccio nonché assessore alla Cultura popolare e all'Identità veneta lui, ha voluto infatti che le nozze fossero celebrate così, fedeli al rito romano antico: si entra in chiesa, ci si promette subito eterno amore, subito si scambiano gli anelli. La messa viene dopo, rigorosamente in latino. Proprio come si faceva, tra l'altro, ai tempi dell'amata repubblica Serenissima. "Si prega cortesemente di non applaudire e di rispettare il silenzio adeguato al luogo sacro", sta scritto sul libretto apposto sui banchi della chiesa. Niente canzoni, chitarre e battimani: solo un organo che suona la marcia nuziale di Wagner e il Coro dei Cantori di Santomìo di Malo a intonare i gregoriani. "È un rito millenario e solenne", spiega Maurizio Ruggiero, tradizionalista cattolico del Comitato Principe Eugenio.

La navata della chiesa parrocchiale di San Pietro di Morubio, paese della sposa, è pervasa dai fumi dell'incenso. A sinistra. parenti e amici di lei. A destra di lui. Tutti (o quasi) leghisti. Si riconoscono volti noti della Lega Nord nostrana, dal deputato Federico Bricolo, al consigliere regionale Sandro Sandri, all'assessore provinciale alla Sicurezza Giovanni Codognola, al sindaco di Oppeano Alessandro Montagnoli. Manca Flavio Tosi, l'assessore regionale alla Sanità e grande amico di Bragantini, annunciato in grande ritardo. "Come sempre", sospira qualcuno. Nelle file centrali della navata il presidente della Provincia Elio Mosele, che non è voluto mancare alle nozze del suo assessore, legge con attenzione programma in latino. Bragantini arriva sul piazzale chiesa a bordo di un gippone scuro qualche minuto prima delle sedici. Veste un completo tutto nero, come nera è la camicia; appare visibilmente raggiante. Nel tragitto, è passato davanti alla casa di Veronica, a poche centinaia di metri dalla chiesa, dove ha ricevuto il saluto rituale dell'ormai prossimo suocero, a guardia dell'imponente auto d'epoca noleggiata per l'occasione. Pochi dubbi sulla fedeltà leghista della famiglia Modena: bandiere verdi e adesivi padani campeggiano orgogliosamente sui balconi e sul cancello, affiancati all'immancabile striscione omaggio degli amici della sposa: "scappa finché puoi".

Lei, Veronica, arriva in chiesa alle sedici in punto. Emozionatissima, accompagnata dal padre, è fasciata da un abito verde chiaro, punto d'incontro tra l'intenso verde padano e il bianco candido della tradizione. Il "sì" arriva in un battibaleno ed è l'unica concessione all'italiano nel rito latino, assieme all'annuncio di servizio: "La comunione si fa in ginocchio, solo in bocca e ovviamente in grazia di Dio". Qualcuno entra in confessionale. "E ricordiamo: niente applausi". Per quelli, gli amici dovranno aspettare la festa di oggi a Valeggio, a cui parteciperà anche l'ex ministro Roberto Calderoli.

 

da "Corriere di Verona", 6 agosto 2006

 

 

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