Messe latine antiche nelle Venezie
Venezia | Belluno | Bergamo | Bolzano | Brescia | Gorizia | Mantova | Padova | Pordenone | Treviso | Trieste | Udine | Verona | VicenzaVittorio Veneto

 

 

Enciclopedia Cattolica

voce   Amitto

 

AMITTO. - Indumento sacro di tela (m. 0,70 x 0,80 ca.), da porsi intorno al collo e sulle spalle, munito di fettucce per legame i capi sul petto. Gli autori non sono concordi sulle sue origini. Alcuni, dal nome greco di anabolaio o anabolio, con cui viene designato negli Ordines Romani dal sec. VIII al XII, lo vogliono derivare dallo scapolare col quale i monaci stringevano la tunica intorno al corpo per aver libero l'esercizio delle braccia. Altri, invece, hanno voluto vedervi il focale, pallium orarium o sudarium dei romani, specie di sciarpa che si metteva intorno al collo sotto la penula o dalmatica, per ripararsi dal freddo o dal sudore. Sulla colonna Traiana, a Roma, si possono vedere i soldati romani inviati in Germania, che portano al collo tale sciarpa. Amalario la chiama a. (da amicire), perché si cingeva intorno al collo e alle spalle. Verso il sec. X si cominciò a porlo anche sopra il capo, a modo di cappuccio. Tale uso durò per tutto il medioevo, ed in alcune chiese, specie della Francia, anche fino al sec. XVII e XVIII. Questo cappuccio fu ornato con ricami in oro, o con pietre preziose, e si poneva sul capo come un elmo. Poi, col tempo, ritornò alla sua semplicità antica.

Secondo le prescrizioni odierne, deve essere di tela, di lino o di canapa, avere in alto o nel mezzo una croce ben distinta; che il sacerdote bacia prima di usarlo, ed essere benedetto dal vescovo o da chi ne ha facoltà. Si indossa prima del camice; ma a Roma, anticamente, lo si metteva sopra di esso. Tale uso è conservato tuttora nel rito ambrosiano e lugdunense; ed anche nel rito romano, in alcuni casi, si pone l'a. sopra la cotta o il rocchetto. L'a. simboleggia la fortezza con la quale si deve combattere il demonio. Bellissima, a tale proposito, la preghiera che il sacerdote recita nell'indossarlo: Impone, Domine, capiti meo galeam salutis ad expugnandos diabolicos incursus.

 

Bibl.:  G. Bona, De rebus liturgicis. Parigi 1672, p. 226; J. Braun, I paramenti sacri, Torino 1924, p. 56: M. Righetti, Storia Liturgica, I, Milano 1945, p. 474 sg.

Enrico Dante

 

da Enciclopedia Cattolica, I, Città del Vaticano, 1948, coll. 1076-1077

 

 

 

Inizio Pagina

Torna a Vocabolario Liturgico