Messe latine antiche nelle Venezie
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VOCABOLARIO    LITURGICO

A | B | C | D | E | F | G | I | K | L | M | N | O | P | Q | R | S | T | U | V | Z

 

 

ABACO
Piccolo tavolo che deve essere collocato vicino all'altare, dalla parte dell'Epistola, discosto, se possibile, dal muro, per posarvi quanto occorre nella Messa.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

ACQUA SANTA
È il sacramentale più comune della liturgia cattolica. Quanto all'uso liturgico, occorre distinguere fra l'a. che oggi serve esclusivamente per conferire il battesimo, preparata alla vigilia di Pasqua e di Pentecoste con l'infusione dell'olio dei catecumeni e del crisma (a. battesimale), e l'a. semplicemente benedetta (a. santa), di cui si serve comunemente la Chiesa confezionandolo con una miscela di sale mentre di recitano apposite preghiere.

 

AD LIBITUM
Espressione che in liturgia ha diversi usi: 1. si riferisce al libero uso di certe Collette; 2. musicalmente all'uso di canti recitativi individuali (toni di Orazioni, Epistole, Vangeli) o collettivi (toni comuni dell'Ordinarium Missae)

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

AD MULTOS ANNOS
Saluto e augurio di lunga vita che il vescovo consacrato rivolge al suo consacrante al termine della funzione della consacrazione.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

AGENDA
Parola latina che significa "quello che si deve fare". In principio era usata in liturgia per indicare il Canone della Messa e anche tutta la Messa. In seguito indicò il complesso dell'ufficio e delle preci dei defunti. Vennero poi chiamate così anche le raccolte di preghiere e cerimonie per l'amministrazione dei sacramenti.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

AGNUS DEI
Formola liturgica introdotta nella Messa da Sergio I papa, seguendo un antico uso dei greci, con diretta allusione all'espressione di Giovanni Battista (Gv 1, 29). Esso si doveva cantare con la risposta: Miserere nobis, ripetuta più volte durante la solenne frazione del pane consacrato. Poiché questa solennità nel secolo XI si ridusse al solo celebrante, il canto fu limitato a tre invocazioni, la terza con la risposta: Dona nobis pacem.

 

ALBA
Vedi CAMICE

 

ALCUINO
Consigliere di Carlomagno, nato in Northumbria verso il 735, morto a Tours il 19 maggio 804. Opere liturgiche principali: edizione critica del Sacramentario Gregoriano, Liber Sacramentorum, De Baptismi caeremoniis, lettere a Carlomagno sull'aggiunta delle tre settimane alla Quaresima (Ep. 80 e 81), invocatio alla S.ma Trinità.

 

ALLELUIA
Acclamazione religiosa ebraica ("Lodate il Signore"), passata nella liturgia cristiana. Nel campo strettamente liturgico l'alleluia fu scelto come espressione rituale di giubilo cristiano che prorompe nella solennità della Pasqua e da questa si riverbera su tutte le altre feste dell'anno. Nella Chiesa romana sotto san Gregorio Magno introdusse l'alleluia in tutte le messe dell'anno, escluso il tempo di Quaresima e l'officiatura dei morti.

 

ALMUZIA
Forma di cappuccio unito a una mantelletta, la cui parte posteriore era più lunga dell'anteriore, che costituiva nel medioevo l'abito corale di alcuni canonici. È ancora il distintivo corale dei canonici di alcune cattedrali e collegiate, ma la sua forma è differente dalla primitiva e varia nei diversi paesi.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei) | Almuzia (immagine 1) | Almuzia (immagine 2)

 

ALTARE
Superficie piana orizzontale, elevata da terra, destinata al sacrificio. Nella disciplina attuale l'altare è fisso o mobile.

 

AMA
Vedi AMPOLLA

 

AMALARIO DI METZ
(Amalarius, Amalharius) Teologo e liturgista medievale, sulla cui vita si hanno pochi e discussi dati storici. Sembra sia nato a Metz tra il 770 e il 775, morto ivi il 29 aprile, tra l'850 e l'853. Opere principali: Liber Officalis, detto anche De Ecclesiasticis Officiis (ultima ed. in 4 libri verso l'832), De Ordine Antiphonarii (dopo l'844), varie Expositiones della messa, l'Epistolario.

 

AMITTO
Indumento sacro di tela (m. 0,70 X 0,80 ca.), da porsi intorno al collo e sulle spalle, munito di fettucce per legarne i capi al petto.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

AMPOLLA
Vasetto a collo sottile e corpo di varia forma, destinato a contenere il vino e l'acqua per la Messa e gli oli santi.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

ANELLO
Non è certo quando l'anello assunse nella Chiesa il significato di autorità e dignità, che lo fece riservare ai soli prelati. Ma già alla fine del secolo VI, nella cerimonia della consacrazione dei vescovi si aveva la formula per la benedizione e la consegna dell'anello episcopale.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante - Giulio Battelli - Guglielmo Matthiae)

 

ANNO LITURGICO
È la serie delle feste e dei tempi festivi della Chiesa, e ha avuto inizio ed evoluzione indipendentemente dall'anno civile. Ha inizio la prima domenica dell'Avvento, che cade sempre negli ultimi di novembre o i primi di dicembre. Nell'anno liturgico si contano le settimane, in numero di 52, a somiglianza della settimana creatrice di Dio. Il settimo giorno si chiama "giorno del Signore", dies dominica, mentre gli altri prendono il nome dal posto che hanno nella settimana:  secunda, feria tertia, quarta, quinta, sexta, sabbatum, e incominciano la sera precedente. La domenica corrisponde alla feria prima, perché presso gli ebrei il sabato era il giorno del Signore. Le settimane, a loro volta, si riuniscono per formare i tempi, che costituiscono dei cicli, intorno ai quali si raggruppano. I due principali sono quelli di Pasqua e di Natale. Nel "calendario liturgico" attuale l'anno consta del Temporale, che si sviluppa secondo il ciclo pasquale con le sue feste mobili, e del Santorale, che segue il calendario civile, con le feste nei giorni fissi.

 

ANTEPENDIUM
Vedi PALLIOTTO

 

ANTIFONA
Da Antiphoné = canto alternato fra due cori. È una breve formola, composta da una o più frasi, che mette in risalto il siginificato del salmo: è come una chiave per l'interpretazione del salmo stesso, dal quale quasi sempre è tolta, e ne indica il pensiero principale. A volte illustra il mistero che si celebra, come le antifone proprie delle feste o del Commune Sanctorum, che sono brevi preghiere, lodi od invocazioni prese da passi scritturistici o composte ex novo.

 

ANTIFONARIO
Il nome deriva etimologicamente da antifona; oggi, però, per antifonario si intende il libro liturgico che contiene tutti i canti che servono per l'ufficio divino: quindi non solo antifone, ma anche inni, versetti, ecc.

 

ANTIFONE O
Il 17 dicembre nella liturgia romana incomincia al Magnificat una serie di antifone speciali in preparazione alla festa di Natale. Si chiamano Antiphonae Maiores, per ragione della particolare solennità con cui vengono cantate, oppure Antiphonae O perché tutte cominciano con questa interiezione.

 

ANTIMENSION. - È l'altare portatile dei greci. La Chiesa latina col tempo adottò solamente altari portatili di pietra, mentre la Chiesa greca si servì del legno ed anche della stoffa, usando poi definitivamente solo questa.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

APOLOGIA nella Messa
Con questo nome si designavano nella liturgia antica alcune preghiere che il sacerdote recitava per implorare il perdono delle proprie colpe. Nella liturgia odierna è rimasto il Confiteor al principio della Messa, quale avanzo di queste apologie.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

ARCANO, disciplina dell'
Con l'espressione disciplina arcani si suole designare, dal secolo XVII in poi, un uso vigente nella Chiesa antica, specialmente dal secolo III al V, di non parlare agli estranei dei riti sacri e dei dogmi della religione.

 

ARREDI SACRI
Sono gli oggetti che servono per il culto, specialmente quelli che più strettamente si riferiscono alla S.ma Eucaristia e servono sia per la persona del sacerdote (paramenti sacri) sia per la confezione e conservazione del S.mo Sacramento (vasi sacri), sia anche per ornare l'altare e la chiesa dove si celebra.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

ARUNDINE
(dal lat. arundo "canna"). Asta ornata e sormontata da tre candele disposte a triangolo, usata nella funzione del Sabato Santo.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei) | Arundine (immagine)

 

"ASPERGES ME"
Formola con cui si fanno le aspersioni rituali di acqua benedetta.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Salvatore Marsili)

 

ASPERSIONE
È l'atto di spruzzare sulle persone o sulle cose l'acqua benedetta, di solito usando uno strumento di metallo o ramoscelli di alcune piante (aspersorio).

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

ASPERSORIO
È uno strumento di argento, oro o altro metallo, che serve a spruzzare di acqua benedetta le persone e gli oggetti.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

BACILE
Grande piatto, per lo più in metallo, che serve per le varie abluzioni in uso nella liturgia. I vescovi usano un bacile con una brocca di argento e di metallo, anche altri prelati hanno tale privilegio.

 

BACIO
Nella liturgia cattolica è un gesto di uso frequente e riveste carattere di venerazione e omaggio, di affetto e unione fraterna, oppure di sudditanza. Si distingue il bacio delle persone (bacio di pace) e il bacio delle cose sacre.

 

Baldeschi, Giuseppe
Liturgista, della Congregazione della missione, nato a Ischia di Castro (Viterbo) il 1° luglio 1791, morto a Roma il 19 aprile 1849. Opere principali: Esposizione delle sacre cerimonie (4 voll., Roma 1823).

Voce in Enciclopedia Cattolica (Filippo Oppenheim) | Baldeschi, Esposizione delle sacre cerimonie (VI ed. 1931)

 

BAUDRY (BAULDRY), MICHEL
Liturgista, nato a Evron verso il 1585, morto nel 1660. Opere principali: Manuale sacrarum caerimoniarum iuxta ritum sanctae Romanae ecclesiae (Parigi, 1637).

 

BENEDETTO, CANONICO
Canonico di S. Pietro in Roma. Sappiamo di lui assai poco. Con il titolo di canonico e con quello di Romanae Ecclesiae cantor egli si presenta nel Liber policitus (scil. polyptycus) ad Guidonem de Castello. Il lavoro fu compiuto prima del settembre 1143 non poté essere scritto prima del 1140.

 

BERNONE DI REICHENAU
(Berno Augiensis) Da alcuni detto Bernardo; uomo politico, liturgista, musico, agiografo, oratore, poeta. Abate di Reichenau dal 1008 al 1048. Morto il 7 giugno 1048. Opere liturgiche principali: De celebratione Adventus Domini, Dialogus de ieiuniis Quatuor Temporum, De officio Missae, De varia psalmorum atque cantorum modulatione, Tonarius, De consona Tonorum diversitate.

 

BISHOP, EDMUND
Liturgista inglese nato a Totnes il 17 maggio 1846, morto a Downside il 17 febbraio 1917.

 

Bona, Giovanni
Cardinale, dottissimo scrittore ascetico e storico-liturgico, nato a Pian della Valle presso Mondovì il 28 ottobre 1674. Opere liturgiche principali: Psallentis ecclesiae harmoniae (1653), Rerum liturgicarum libri duo (1671).

 

BORSA
È stata introdotta per custodire con decenza e riverenza il corporale, quando esso fu ridotto alle dimensioni attuali. È oggi formata da due cartoni uniti e aperti da un lato: deve essere ricoperta, almeno da una parte, di stoffa del colore e della materia dei paramenti sacri.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

BRAGARENSE, LITURGIA
Braga, diocesi nel nord del Portogallo, ha un suo particolare rito che si riallaccia ad antichi usi locali. Si compone del canone romano e formole indigene o desunte da altre liturgie. Nel 1919 fu approvata la nuova edizione del breviario bragarense, nel 1924 quella del messale.

 

BREVIARIO
È il libro liturgico che contiene l'ufficio divino secondo il rito della Chiesa romana. La voce breviario (breve nota, compendio) nella lingua liturgica da principio indicava un foglio o libretto posto all'inizio del salterio, che notava gli uffici divini da compiersi in un determinato tempo, e i rispettivi formulari con i loro richiami.

 

BUGIA
Vedi PALMATORIA

Bugiia 1 | Bugia 2 | Bugia 3 | Bugia 4

 

BURCARDO, Giovanni
Cerimoniere pontificio, liturgista e storico, vescovo di Civita Castellana e Orte, nato a Nieder-Haslach (Alsazia) nel 1450 ca., morto a Roma il 16 maggio 1506. Opere principali: Ordo servandus per sacerdotem in celebratione Missae (Roma 1495), Diario della Curia Romana o Liber notarum (1483-1506).

Voce in Enciclopedia Cattolica (Livario Oliger)

 

CALENDARIO DELLA CHIESA UNIVERSALE
Se ne può parlare soltanto dall'anno 1568 in poi, dal momento, cioè, in cui Pio V impose a tutta la Chiesa latina il Breviario riformato, con l'annesso c. L'identico c. si trova poi nel Messale romano, riformato e prescritto egualmente da Pio V a tutta la Chiesa latina.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Giuseppe Löw)

 

CALICE
È quello, tra i vasi sacri, nel quale è consacrato il vino eucaristico nella Messa. La coppa dev'essere d'oro o d'argento, dorato internamente. Deve avere una forma tale da non suscitare meraviglia nei fedeli.

 

CALZARI
Con questo termine si suole comunemente intendere tutto ciò che copre il piede e la gamba, sia scarpa o calza; ma liturgicamente parlando si distinguono i c. dai sandali : questi sono le calzature esterne, quelli le calze propriamente dette che avvolgono tutto il piede e la gamba fino al ginocchio.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

CAMAURO
È una specie di berretto che copre tutta la testa ed anche le orecchie, che si adoprava fuori delle funzioni sacre. Nella forma attuale è privilegio esclusivo del Sommo Pontefice, che lo porta di velluto rosso filettato di ermellino nell'inverno, e di raso rosso in estate, come la mozzetta da lui indossata.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

CAMICE
Veste di lino bianca (alba) lunga fino ai piedi, usata dagli ecclesiastici nelle funzioni liturgiche. Deve essere di tela bianca, di taglio abbastanza ampio e scendere fino ai talloni. Il suo uso è riservato ai sacri ministri per la Messa, e tutte le volte che si indossa la dalmatica o la tunicella.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

CAMPANELLO
Si suona nella messa al Sanctus e all'elevazione, per richiamare l'attenzione dei fedeli verso le sacre specie.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Filippo Oppenheim)

 

CANDELE
Sono il mezzo più comune e obbligatorio dell'illuminazione liturgica nelle funzioni religiose. Secondo le prescrizioni le candele devono essere di cera, e cioè fatte in tutto o in massima parte con l'omonimo prodotto delle api.

 

CANDELIERE
Il candeliere liturgico trae la sua origine dal mobilio solito delle case romane, e per questo nella sua forma non ha nulla di tipicamente sacrale. La legislazione ecclesiastica vuole che i candelieri siano posti sul piano dell'altare. È permesso che stiano sul piccolo piano rialzato che completa la parte posteriore dell'altare, rimanendo proibito l'infiggerli alla parete.

 

CANONE DELLA MESSA
La parola canone entrata nel lessico ecclesiastico dal VI secolo la si impiega per indicare la parte più solenne e la formula essenziale del rito eucaristico.

 

CANONE INNODICO
Indica la regola che deve seguirsi nella poesia liturgica. Il ritmo, in tale caso, presenta una forma o un modulo già fissato, al quale deve adattarsi il compositore.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Gregorio M. Suñol)

 

CAPPA
Ampio mantello senza maniche, spesso fornito di un cappuccio, che copriva tutta la persona; fu usato dall'antichità sino a tutto il medioevo come abito contro le intemperie e per viaggio, sia dai laici che dagli ecclesiastici. È portata dal papa, dai cardinali, dai vescovi e dai prelati.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pio Paschini)

 

CARTEGLORIA
Sono tre tabelle che si pongono al centro e ai due lati dell'altare per aiutare la memoria del celebrante nella recita di alcune formule della messa. La tabella di mezzo, che è l'unica prescritta, contiene preghiere del Canone e dell'Offertorio (tabella secretarum o del Canone).

Voce in Enciclopedia Cattolica (Filippo Oppenheim)

 

CATALANI, GIUSEPPE
Celebre liturgista, nato a Paola (Cosenza) il 14 giugno 1698, morto a Roma il 10 agosto 1764. Opere liturgiche principali: Pontificale Romanum prolegomenis et commentariis illustratum (3 voll., Roma 1738-1740), Caeremoniale episcoporum commentariis illustratum (2 voll., Roma 1744), Sacrarum caeremoniarum sive rituum ecclesiasticorum S. R. Ecclesiae libri tres (2 voll., Roma 1750-1751)

 

CENERI, MERCOLEDÌ delle
Negli ultimi anni di san Gregorio Magno si cominciò il digiuno quaresimale con il mercoledì precedente la domenica I di Quaresima, che perciò fu chiamato caput ieiunii o anche caput Quadragesimae. La penitenza al principio della Quaresima era inculcata ai fedeli con l'espulsione dei pubblici penitenti da parte del vescovo. Il rito ne è conservato nel Pontificale romano.

 

CERIMONIA
Nel senso liturgico è un gesto, un'azione, un movimento o un complesso di essi, istituito dalla competente autorità, per accompagnare la preghiera o l'esercizio pubblico del culto divino. L'insieme e l'ordine delle varie c. è ciò che costituisce un rito.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

CERIMONIALE DEI VESCOVI
È il complesso di regole e di direttive sacre che disciplinano la preparazione e gli atteggiamenti, movimenti e gesti da osservarsi nella celebrazione solenne della Messa e dell'Ufficio corale presente il vescovo, e il comportarsi di questi nelle manifestazioni della sua personalità.

 

CEROFERARIO
Colui che nelle funzioni solenni porta il cero acceso sul candelabro.

 

CERO PASQUALE
Cero di grandi dimensioni, artisticamente decorato, benedetto nel Sabato Santo, e posto sopra un candelabro dal lato del Vangelo dell'altare maggiore fino alla festa dell'Ascensione.

 

CHIROTECA
Vedi GUANTI

 

CINGOLO
Dall'uso profano di una cintura per tenere fissa intorno ai fianchi la tunica, è sorto l'indumento sacro in forma di cordone, con due fiocchi alle estremità, che serve per stringere il camice.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

COLLETTA
Indica: 1) il luogo di convegno che negli antichi Ordini romani viene indicato regolarmente nei singoli giorni di Quaresima. 2) L'orazione del giorno che anticamente si diceva sopra il popolo adunato per la celebrazione della Messa. 3) Fin dal secolo IX, è il nome della prima orazione della messa.

 

COLLETTARIO
Chiamato talvolta orazionario, deriva dal sacramentario in quanto anticamente solo questo libro conteneva le orazioni recitate dal vescovo o dal sacerdote a nome della collettività.

 

COLORI LITURGICI
Secondo il carattere del giorno o dell'occasione della funzione sacra, sono prescritti diversi colori per i paramenti sacri, e cioè bianco, rosso, verde, violaceo e nero. Inoltre nelle domeniche Gaudete (3ª di Avvento) e Laetare (4ª di Quaresima) è permesso il rosaceo.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Filippo Oppenheim)

 

COMMEMORAZIONE
Quando di uno o più santi o di una feria, vigilia od ottava non si può recitare l'ufficio o la messa per l'occorrenza di una festa di rito più elevato, allora di essi si fa spesso la commemorazione o memoria nell'ufficio e nella messa del giorno.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

COMMUNE SANCTORUM
È la terza delle grandi parti in cui si dividono il Messale e il Breviario romano, e comprende una raccolta di formole liturgiche (messe e uffici) per le feste di quei santi che mancano in tutto o in parte di formulari propri.

 

COMMUNIO
Antifona che nella messa solenne viene cantata dal coro dopo la Comunione del celebrante; in tutte le messe è letta semplicemente dal celebrante stesso.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Filippo Oppenheim)

 

COMPIETA
Ultima ora dell'ufficio divino.

 

"CONSORS PATERNI LUMINIS"
Inno del Mattutino del martedì, composto da s. Ambrogio.

 

"COR ARCA LEGEM CONTINENS"
Inno delle Lodi nella festa del Cuore di Gesù. L'inno data dal 1847, e solo 10 anni dopo Pio IX lo incluse nel Breviario romano.

 

CORPORALE
Quadrato di lino su cui si posano le specie eucaristiche e i vasi sacri. Il suo nome deriva dall'ufficio di raccogliere il Corpo di Cristo.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Cattaneo)

 

"CORPUS DOMAS JEJUNIIS"
Inno del Mattutino per l'ufficio di s. Giovanni Canzio, di autore ignoto, composto per la sua canonizzazione avvenuta nel 1757.

 

CORPUS DOMINI, Festa del
Solennità del S.mo Corpo di Cristo, celebrata il giovedì dopo la 1ª domenica di Pentecoste, per commemorare in modo tutto speciale la Eucaristia: sacrificio e Sacramento.

 

COTTA
Tunica bianca usata dai sacerdoti nei riti non uniti alla messa, e dai chierici.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Cattaneo)

 

CREPITACOLO
Dal latino crepitaculum, crepitacillum: giocattolo di legno che agitato produce rumore. È detto anche bàttola, tabella o raganella. Si usa nella liturgia dal Giovedì al Sabato Santo in sostituzione delle campane.

 

CROCE NELLA LITURGIA
1. Le feste della S. Croce. I libri liturgici attuali ne hanno due: In Inventione S. Crucis (3 maggio) e In Exaltatione S. Crucis (14 settembre). Le feste seguirono lo sviluppo della devozione alla reliquia della S. Croce, che ebbe origine col suo ritrovamento.
2. La Croce dell'altare. Nei primi secoli, soltanto la materia del sacrificio poteva essere posta sull'altare. L'introduzione e il propagarsi delle messe private non è escluso abbiano influito a porre definitivamente la Croce sull'altare. Il Cerimoniale dei vescovi, ordinando che la Croce del Signore sia sull'altare, stabilisce il suo basamento alto quanto il più vicino dei candelieri. La sua presenza sull'altare, come i ripetuti inchini e gli sguardi a essa rivolti dal sacerdote celebrante la messa, vogliono inculcare essere questa la reale rappresentazione del sacrificio della Croce.
3. La Croce pettorale. È una piccola croce d'oro o di altro metallo dorato, che i vescovi portano appesa al collo come proprio distintivo. Vi sono due specie di Croce pettorale: una è appesa ad una catena d'oro od altro metallo dorato, che si usa con le vesti ordinarie, l' altra pende da un cordone di seta rossa per i cardinali e verde per i vescovi, e si porta nelle funzioni sacre e sulla mozzetta.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Annibale Bugnini - Enrico Cattaneo - Silverio Mattei)

 

CROCIFERO
Secondo un antico uso cristiano la croce, come vessillo di Cristo, precede tutte le sacre processioni dei fedeli, e l'ufficio di portarla è specialmente affidato al suddiacono.

 

CROTALO
(krotalon, crotalum) Strumento a percussione, corrispondente alle nacchere o castagnette. Non entrò mai nell'uso della liturgia, ma la parola crotalum è usata per designare i crepitacoli che negli ultimi giorni della Settimana Santa sostituiscono le campane.

 

"CRUDELIS HERODES DEUM"
Inno dei Vespri nella festa dell'Epifania, composto delle strofe 8, 9, 11 e 13 del celebre inno di Sedulio, che celebrano i tre misteri ricorrenti nella festa dell'Epifania: l'adorazione dei Magi, il Battesimo nel Giordano e il miracolo delle nozze di Cana.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

"CUSTODES HOMINUM PSALLIMUS ANGELOS"
Inno del Vespro nella festa degli Angeli Custodi (2 ott.). Sono tre strofe asclepiadee ispirate al bisogno dell'aiuto celeste nelle lotte continue che si debbono sostenere con le forse del male.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

DALMATICA
Veste liturgica propria del diacono.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Filippo Oppenheim - Emilio Lavagnino)

 

"DECORA LUX AETERNITATIS, AUREAM"
Inno dei Vespri della festa degli apostoli Pietro e Paolo.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

DECRETA AUTHENTICA S. RITUUM CONGREGATIONIS
Raccolta dei decreti e delle altre decisioni della S. Congregazione dei Riti in materia liturgica.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Alfonso Carinci)

 

DEO GRATIAS
Formola di saluto e di ringraziamento. Nel culto liturgico i fedeli la dicono in risposta al Benedicamus Domino, nella Messa dopo l'Ite Missa est.

 

"DIES IRAE"
Sequenza per la Messa dei defunti, che consta di diciassette strofe ternarie di ottonari piani monorimi, più sei di chiusa, di altro sistema strofico: in tutto 57 versi. Assai controversi il tempo della composizione e l'autore dell'inno.

 

DIURNO
(Diurnale) È il libro liturgico che contiene le sole ore diurne del divino ufficio, cioè le Laudi, Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespero e Compieta, con tutte le antifone, responsori, inni, lezioni, orazioni, ecc., proprie del tempo, dei santi e del comune.

 

"DOMARE CORDIS IMPETUS, ELISABETH"
Inno del Mattutino per la festa di s. Elisabetta di Portogallo, composto probabilmente da Urbano VIII e da lui introdotto nel Breviario.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

"DUM, NOCTE PULSA, LUCIFER"
Inno delle Lodi nell'ufficio di s. Venanzio martire, scritto dal card. Bona e da Clemente X inserito nel Breviario.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

DURAND, GUILLAUME
(Durandus, Durando) vescovo di Mende, canonista e liturgista, nato a Puimission, a nord di Béziers (Francia) ca. il 1230, morto a Roma il 1° novembre 1296. Opere liturgiche principali: Rationale divinorum officiorum, Pontificalis ordinis liber.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Antonio Rota)

 

ELEVAZIONE
Rito della messa, con cui il celebrante innalza le specie sacramentali per esporle all'adorazione dei fedeli.

 

EPISTOLA
Il brano delle Lettere degli Apostoli o di qualche altro libro della S. Scrittura che il sacerdote legge nella messa prima del Vangelo.

 

ESEQUIE
L'antichissima tradizione di suffragare con particolari preghiere l'anima dei morti è stata ininterrottamente sostenuta dalla Chiesa e osservata quasi istintivamente dalla pietà dei parenti dei defunti. Il Rituale Romano parla delle esequie al titolo VI. Le esequie strettamente parlando cominciano con le preghiere stabilite per l'ingresso del cadavere in chiesa e finiscono con quelle che ne accompagnano l'uscita dalla medesima. Nello svolgimento delle esequie, pur avendo un posto di preminenza la celebrazione della messa e la recita dell'Ufficio divino che ne sono la parte principale, non mancano altre preghiere tra le quali quelle che accompagnano l'ingresso del cadavere in chiesa e la sua uscita.

 

ESPOSIZIONE DEL S.MO SACRAMENTO
Rito, con il quale si espone all'adorazione dei fedeli l'Ostia consacrata, o scoperta nell'ostensorio o racchiusa nella pisside. L'esposizione, che è sempre seguita dalla benedizione, si distingue in pubblica e privata, secondo che si fa con l'ostensorio o con la pisside. La pubblica è solenne o solennissima. La prima ha una certa durata, mentre la seconda è quella propria delle Quarantore.

 

EVANGELIARIO
Il libro liturgico che contiene i brani del Vangelo da leggersi durante l'anno nella messa solenne

 

"EXULTET"
È il preconio pasquale, il solenne Lucernarium proprio alla notte di Pasqua; in sostanza è l'offerta solenne del cero pasquale inserita nella proclamazione e nell'esaltazione dei misteri della stessa notte, cioè della risurrezione e della nostra redenzione. L'elevazione della forma e del contenuto fa di esso un autentico capolavoro

Voce in Enciclopedia Cattolica (Filippo Oppenheim)

 

"EXULTET ORBIS GAUDIIS"
Inno dei Vespri nelle feste degli apostoli, di autore ignoto.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

FALDA
Veste di seta bianca tendente al crema, lunga coda che il papa cinge ai fianchi, e si trascina per terra.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

FALDISTORIO
Dal tedesco Faltstuhl (sedia piegata). È una sedia con bracciuoli ma senza spalliera, che si pone ai gradini dell'altare nel lato dell'Epistola per il vescovo o abate quando non può servirsi del trono.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

FANONE
Nella sua forma attuale è un ornamento proprio del solo Sommo Pontefice, che lo assume quando celebra solennemente, dopo l'ora canonica di terza. Consiste in una doppia mozzetta di seta finissima e oro, tessuta in strisce perpendicolari, una bianca, l'altra d'oro, congiunte fra loro da una terza più piccola di colore amaranto.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

FERULA
Nel medioevo era il pastorale del vescovo, del quale si ha notizia nel secolo X. Attualmente è un'asta sormontata da una croce a braccia uguali, che il papa usa principalmente nella funzione dell'apertura e chiusura della Porta Santa.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Filippo Oppenheim)

 

FORMALE
Chiamato anche razionale o pettorale, è una lamina di metallo, d'oro o d'argento, gemmata, della grandezza di una mano, che si porta sul petto dove si ferma ed affibbia il piviale dei vescovi nella propria diocesi.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Dante)

 

FUNZIONI SACRE
(Funzione, da fungor, cioè esercizio, esecuzione) sono le funzioni della potestà di Ordine, che per istituzione di Cristo o della Chiesa sono ordinate al culto divino e che si possono compiere dai soli chierici.

 

GAVANTI, BARTOLOMEO
Liturgista, della Congregazione dei Barnabiti, nato a Monza nel 1559, morto a Milano il 14 agosto 1638. Opere principali: Thesaurus sacrorum rituum, sive commentarios in rubricas Missalis et Breviarii (Milano 1628), Praxis visitationis episcopalis et synodis dioecesanae celebrandae (Roma 1628).

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

GRADUALE
1. Il libro. L'attuale Liber gradualis di cui un estratto riunito poi con parti dell'Antifonario, costituisce il diffusissimo Liber usualis, approvato dalla Chiesa come raccolta dei canti della messa, nell'edizione vaticana del 1907. Contiene in più del fondo antico tutte le aggiunte posteriori, dovute all'introduzione di nuove feste nel calendario.
2. Il canto. È il canto eseguito durante la messa dopo la lettura dell'Epistola.

 

GRASSI, PARIDE
Cerimoniere pontificio e liturgista, vescovo di Pesaro, nato a Bologna il 1450-1460, morto a Roma il 10 giugno 1528. Opere principali: Diarium Curiae Romanae, commentario al Cerimoniale di Agostino Patrizi Piccolomini: Caeremonialium regularum supplementum et additiones, Tractatulus de consecratione electorum in episcopos, Brevis ordo Romanus, Tractatus de funeribus et exequiis in Romana Curia peragendis, De caeremoniis papalibus, De caeremoniis cardinalium, et episcoporum in eorum dioecesibus, De tonis sive tenoribus orationum et aliorum omnium quae intra totum annum solemniter cantanda sunt.

 

GUANTI
L'introduzione dei guanti (chiroteca) nella liturgia si deve al desiderio di rendere l'abbigliamento episcopale sempre più distinto e solenne. Sono usati soltanto dai vescovi ed altri prelati aventi il privilegio, nella messa pontificale dall'inizio al Lavabo e quando alla fine danno la benedizione papale.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Enrico Cattaneo)

 

GUÉRANGER, PROSPER-LOUIS-PASCAL
Restauratore dell'Ordine benedettino in Francia, nato a Sablé-sur-Sarthe (Francia) il 4 aprile 1805, morto a Solesmes il 30 gennaio 1875. Il 21 dicembre 2005 il vescovo di Mans ha aperto il processo diocesano di beatificazione di dom Guéranger. Opere principali: Les institutions liturgiques, 3 voll., Paris 1840-1842, 1851 (II ed. 1878), L'année liturgique, 9 voll., Le Mans 1841-1866 (a parte le prime 168 pagine del decimo volume, dovute alla penna del Guéranger, l'opera è stata terminata in 15 voll. dal suo discepolo dom L. Fromage).

Aperta la causa di beatificazione di dom Guéranger | Dom Guéranger (Abbaye Saint Benoît de Port-Valais) | Dom Guéranger, L'Anno liturgico | Dom Guéranger, L'eresia antiliturgica

 

INCENSO
Sostanza resinosa, che bruciata emette un gradito odore aromatico e fumo. L'uso dell'i. nel culto è attestato dalla più remota antichità presso tutti i popoli orientali. Probabilmente entrò nell'uso liturgico cristiano a partire dalla seconda metà del secolo IV.

 

INTROITO
Nella liturgia romana canto eseguito mentre il celebrante, nella messa solenne, si reca all'altare, interpreta ed esprime i sentimenti propri del mistero o della festa del giorno.

 

"ITE, MISSA EST"
("Andatevene, c'è il congedo") Il congedo della Messa romana, proferito dal celebrante (nella Messa solenne dal diacono).

 

"KYRIE ELEISON"
"Signore, abbi pietà!", è una implorazione greca di lingua e di origine. A Roma fu introdotto verso la fine del secolo V, e al tempo di san Gregorio Magno (morto nel 604), forse già da san Benedetto (morto nel 547) si recitava alternativamente con "Christe eleison".

 

LIBRI LITURGICI
I libri che contengono le formole ufficiali, con le relative prescrizioni rituali o rubriche, per la celebrazione della messa, l'amministrazione dei sacramenti e dei sacramentali, e l'ufficiatura divina.

 

LINGUA LITURGICA
Idioma ammesso ufficialmente in un determinato rito liturgico.

 

LITANIE
Il vocabolo (da litaneia "preghiera") ha il senso generale di preghiera e ancor più quello di supplica o preghiera di intercessione. Stilisticamente appare come una formola concisa mediante la quale l'assemblea cristiana si unisce alla preghiera del ministro sacro partecipandone intimamente le sante intenzioni.

 

LITURGIA
Da leiton ergon = publicum opus. Presso i greci  implica il concetto di un'opera pubblica, il cui compimento gravava come onere sui cittadini più ricchi. In seguito il significato venne ristretto a opera pubblica di culto agli dei, e da allora fu a carico della comunità. Nella religione cattolica nell'accezione di culto prestato alla divinità il termine venne introdotto nella Bibbia dei Settanta, così lo usarono pure gli scrittori del Nuovo Testamento, anche per designare gli atti di Gesù sacerdote eterno; espressioni analoghe nella Didaché e in Clemente Romano: Più tardi significò soltanto l'atto di culto per eccellenza, la messa.

 

LODI
(Laudes matutinae) Preghiera solenne allo spuntar del sole, in uso già nei primi secoli cristiani. Le Lodi chiudono festosamente l'orazione notturna, perciò nell'officiatura corale non si staccano queste due ore canoniche. Fin dal secolo XII l'ufficio mattinale, lasciando il nome di Matutinae all'orazione notturna, fu chiamato semplicemente Laudes.

 

MANIPOLO
(manipulum, mappula, fano, sudarium, mantile, manuale, sestace) Indumento liturgico, portato sull'avambraccio sinistro in modo che le due bande pendano da ambedue le parti, confezionato della stessa stoffa della pianeta.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

MANTELLETTA
(mantellum) Veste ecclesiastica, ma non liturgica, specie di mantello ridotto, di forma ampia che scende fino alle ginocchia, aperta davanti, senza maniche, con due lunghe aperture laterali per introdurvi le braccia. Distintivo di dignità, è l'abito della prelatura romana.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

MANUTERGIO
(manutergium, estersorium) È l'asciugamano usato nelle abluzioni liturgiche.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

MARTIROLOGIO
Catalogo dei martiri e dei santi disposto secondo l'ordine delle loro feste.

 

MATTUTINO
(Matutinum, Laudes matutinae, Officium nocturnum). Nel senso più antico (fino al secolo XI) è la preghiera o l'ora canonica del mattino che aveva luogo allo spuntar del sole. Nel senso moderno (dal secolo XII) è l'ufficio notturno.

 

MEMORIALE RITUUM
(Parvum caeremoniale, Parvum rituale) Libro moderno del rito romano, composto a uso delle parrocchie minori di Roma, contenente le cerimonie della benedizione delle candele il 2 febbraio, delle ceneri all'inizio della Quaresima, delle Palme nella Domenica delle Palme, e degli ultimi tre giorni della Settimana Santa, in modo da potersi eseguire da un solo sacerdote con l'assistenza di un piccolo numero di accoliti, invece che secondo le prescrizioni del Messale.

 

MESSA
Il sacrificio della Nuova Legge, nel quale, sotto le specie sacramentali, è offerta la stessa vittima del Calvario, Gesù Cristo, per riconoscere il dominio supremo di Dio e per applicare ai fedeli i meriti acquistati sulla Croce.

 

Messale
Dal latino ecclesiastico missa, onde Missale o Liber Missalis, è un libro liturgico che contiene le formole eucologiche (letture, canti, orazioni) e le prescrizioni rituali per la celebrazione della Messa.

 

MITRA
Copricapo liturgico, insegna distintiva del papa, dei cardinali e vescovi, ai quali compete per diritto; e anche di abati, prelati e canonici, ma in forza di un privilegio particolare. La forma attuale è di un copricapo a soffietto, con le due parti terminanti a punta (cornua), tenute dritte da una fodera di rinforzo e collegate da un tessuto frammezzato, e con la parte posteriore ornata di due appendici a striscia.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

MOZARABICA, LITURGIA
Liturgia usata ufficialmente in Spagna fino alla seconda metà del secolo XI, in cui si impose la liturgia romana, ma conservata nei secoli seguenti, dal XII al XV, in alcune parrocchie di Toledo e, dal secolo XVI ai nostri giorni, nella cappella del "corpus Christi" della primaziale di Toledo.

 

MOZZETTA
Sopravveste usata dai dignitari ecclesiastici fuori delle funzioni liturgiche; è una mantellina che copre le spalle e buona parte delle braccia; nella parte anteriore si abbottona sul petto, alla parte posteriore, sull'alto, è cucito un piccolissimo cappuccio.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

NONA
È quella parte dell'ufficio divino che si recita all'ora nona (= ore 15), secondo la divisione greco-romana del giorno. È composta dall'inno, di tre salmi, di una lezione seguita da un responsorio, un versetto e l'orazione finale.

 

NOTTURNO
(Vigiliae nocturnae, Nocturna laus) Era l'ora canonica della notte in uso già nei primi secoli cristiani. Fin dal secolo XII il notturno viene detto mattutino, perché si faceva prima dello spuntar del sole.

 

"NUNC DIMITTIS"
Cantico pronunciato dal vecchio Simeone in occasione della presentazione di Gesù al Tempio (Lc 2, 29-32). Attualmente si recita a compieta.

 

OCTAVARIUM ROMANUM
Libro liturgico della Chiesa romana, di uso facoltativo, che contiene le lezioni del secondo e terzo notturno da leggersi durante i giorni delle ottave particolari delle feste dei patroni e dei titolari delle chiese.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Giuseppe Löw)

 

OFFERTORIO
Il nome deriva dal verbo offerre (offrire, recare) il cui participio oblatum diede origine al vocabolo "oblazione", "oblata" con cui è indicata la cosa offerta. Ben presto designò la parte della messa compresa tra la presentazione delle offerte e il Prefazio, e poiché un canto accompagna tale parte della messa, anch'esso prese il nome di "offertorio".

 

OMBRELLINO
(umbrella, umbraculum) Piccolo ombrello, ripiegabile, di seta damascata bianca (rossa nel rito ambrosiano), guarnito di frange d'oro o di seta, che si sostiene per riverenza sopra il sacerdote che porta il S.mo Sacramento nelle processioni (prima di entrare sotto il baldacchino grande e uscendone) e quando reca il Viatico in forma solenne.

 

OMBRELLONE
(conopaeum, padiglione, sinnicchio) È un'insegna in forma di grande ombrello detta "conopeo" (nei decreti = padiglione), propria delle basiliche romane maggiori e minori e di quelle fuori Roma che hanno il privilegio e il titolo di "basilica minore".

 

"O NIMIS FELIX MERITIQUE CELSI"
La terza parte dell'inno dell'Ufficio nella festa della nascita di s. Giovanni Battista, composto da Paolo Diacono. Si canta alle Lodi.

 

ORAZIONE
Nella liturgia il termine orazione è preso nel significato preciso di preghiera recitata dall'officiante (vescovo o sacerdote) come interprete presso Dio dei sentimenti di lode, di supplica, di adorazione, comuni a tutti i fedeli, indirizzati a lui in loro nome. Prima, queste orazioni erano composte dall'officiante stesso; ma già nei primi secoli se ne notarono, raccolsero e ripeterono parecchie, ben composte. In seguito, l'orazione si specificò nelle 4 orazioni della messa: 1ª, detta colletta, prima delle letture; la 2ª, all'Offerta dei doni (Super oblata, Secreta), la , dopo la comunione (Postcommunío, Ad complendum) la 4ª, recitata sul popolo (Super populum), e infine il termine orazione si restrinse specialmente alla prima, l'oratio per eccellenza.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

ORDINES ROMANI
Gli Ordines Romani sono "libelli" elaborati nel secc. VIII-XIV, contenenti la descrizione e le regole per lo svolgimento delle principali cerimonie sacre: battesimo, messa, ordinazioni, dedicazione delle chiese, uffici della Settimana Santa e le principali feste dell'anno liturgico.

 

OREMUS (PREGHIAMO)
Invito generico nel rito romano dell'officiante ai fedeli prima delle preghiere nella messa (Collette, Secreta, Postcommunio, Pater noster), nell'ufficio e in altre occasioni.

 

OSTENSORIO
È un vaso sacro (monstrantia, tabernaculum [mobile o portatile], custodia) che si adopera per la solenne esposizione del S.mo Sacramento o per recarlo in processione, in uso soltanto nella Chiesa latina.

 

OTTAVA
Prolungamento di una festa liturgica per otto giorni.

 

PACE, strumento
Strumento liturgico per portare la "pace", cioè per il bacio prima della Comunione, al coro e a determinate persone assistenti alla messa.

 

PALIOTTO
(pallium, pannus; antealtare, frontale antependium) Rivestimento della mensa dell'altare, anticamente detto vestis o pallium, dopo il secolo XV paliotto (da palliare = ricoprire).

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin - Luisa Mortari)

 

PALLA
Nel senso liturgico attuale è un piccolo quadrato di lino di ca. 20-25 cm. per coprire il calice, specialmente dall'Offertorio alla Comunione.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

PALLIO
È una benda di lana bianca larga 4-6 cm., contraddistinta da 6 croci di seta nera, girata intorno alle spalle, con i due lembi pendenti l'uno sul petto, l'altro sul dorso e sulla spalla sinistra.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

PALMATORIA
(Bugia, cerarium) Candeliere basso portato in palma di mano (donde il nome). Serve nelle funzioni pontificali praticamente per vedere chiaro nel leggere, ma più in segno d'onore.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin) | Palmatoria 1 | Palmatoria 2 | Palmatoria 3 | Palmatoria 4

 

PASTORALE
(baculus, sottinteso pastoralis; cambuta, ferula) Insegna liturgica propria del vescovo e degli abati nelle funzioni pontificali, eccettuate quelle del Venerdì Santo e dei defunti. Consta di un'asta dell'altezza di un uomo, munita al di sopra di una curvatura a spirale.

 

PATENA
Dal greco patane = piatto. È un piatto rotondo di metallo, usato già anticamente nella messa, come complemento indispensabile del calice e fatto dello stesso metallo. Nella parte superiore è oggi priva di ornamento, ha il diametro di 15-20 cm.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin - Maria Accascina)

 

PIANETA
(Planeta, casula, amphibolus) È una sopravveste sacra, propria dei sacerdoti nella celebrazione della messa. Nell'uso invalso da due o tre secoli, è formata da uno scapolare a due lembi (posteriore largo 65-75 cm., lungo 1,05-1,15 m., anteriore più breve). Si distinguono 4 tipi di pianeta: romana, tedesca, francese, spagnola.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin - Luisa Mortari) | Pianeta di Alboino (Bressanone)

 

PISSIDE
Vaso liturgico per la conservazione dell'eucaristia per la comunione, da pyxis, pyzos, lat. pyxis, scatola, vasetto rotondo poligonale per medicine, unguenti, profumi, ecc. in bosso, in altro legno, in metallo, ma più specialmente in avorio. Dal secolo XII si dette alla patena un piede con nodo; la sua forma si assimilò a quella del calice. Questa forma si conserva tuttora; ma dopo il Concilio Tridentino, quando aumentò l'uso della Comunione privata fuori della messa, la coppa divenne più ampia.

 

PIVIALE
(Pluviale, cappa, mantus) Manto liturgico di forma semicircolare, lungo fin quasi ai piedi, aperto davanti e fermato sul petto da un fermaglio. La parte posteriore è ornata dal cosiddetto "scudo".

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin - Luisa Mortari)

 

"PLACARE CHRISTE SERVULIS"
Inno dei vespri della festa di Ognissanti, di autore sconosciuto; lo si ritrova nei manoscritti fino al secolo X.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Silverio Mattei)

 

Plain chant musical
Con questo termine si designano le composizioni religiose dei secc. XVII e XVIII che sono in opposizione alla polifonia perché monodiche, benché non derivanti dal gregoriano.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Eugenio Cardine)

 

PLicaTA
Vedi PIANETA

G. Braun, Paramenti sacri, Pianeta plicata e stolone | C. Callewaert, De planetis plicatis | Pianeta plicata (immagine)

 

POSTCOMMUNIO
Nel rito latino (romano, ambrosiano, gallicano e mozarabico) è l'orazione che si dice dal sacerdote dopo la Comunione e il canto alla communio del popolo, introdotta con Dominus vobiscum; detta perciò Postcommunio (talvolta anche ad Communionem) già nei libri cosiddetti Gelasiani, mentre nel Gregoriano si legge Ad complendum o Ad completa, cioè per compiere la messa.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

PREFAZIO
È la preghiera solenne di lode e di ringraziamento cantata o recitata, finito l'Offertorio, all'inizio dell'azione del sacrificio. La voce "prefazio" deriva dall'antico uso di una formola o preghiera solennemente proferita davanti un'assemblea.

 

PRESBITERIO
(sacrarium, santuario) Lo spazio destinato al vescovo e ai sacerdoti nelle funzioni sacre.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

PRIMA
Ora canonica che si recita all'inizio del giorno. Si compone di due parti distinte, prima propriamente detta (ufficio del coro) e ufficio del capitolo; l'una si diceva in coro, l'altra invece nella sala del capitolo.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

PONTIFICALE
È il libro liturgico che contiene la descrizione (rubriche) e le formole delle funzioni riservate normalmente al vescovo (pontifex).

 

PURIFICATORIO
(abstensorium, extersorium) Piccolo rettangolo di lino (cm. 25/30 x 40/50) che serve nella messa per asciugare le dita, le labbra e il calice dopo la seconda abluzione, per purificare la patena prima di deporvi l'ostia consacrata dopo il "Pater noster"; e il calice prima di infondervi il vino e l'acqua all'Offertorio.

 

QUARANTORE
Per onorare Gesù Cristo durante le 40 ore in cui giacque morto nel sepolcro, in un tempo non bene determinato invalse la pratica liturgica di deporre l'Ostia consacrata nascosta in apposito altare sotto forma di sepolcro. Il passaggio da questa forma all'attuale forma di esporre il S.mo Sacramento per 40 ore continue all'adorazione dei fedeli per propiziarsi la clemenza del Signore, avvenne nel 1527 nella chiesa di S. Sepolcro a Milano per iniziativa dell'agostiniano Antonio Bellotto di Ravenna.

 

QUIÑONES, FRANCISCO DE
Cardinale, nato a León nel 1450, morto a Veroli il 27 ottobre 1540. Il suo nome resta legato a uno dei tentativi più audaci di riforma del Breviario.

 

RAZIONALE
(Liturgia) 1. Ornamento liturgico, usato nel medioevo, detto superhumerale, Logion, che si portava dai vescovi sulla pianeta nella messa, come un pallio ma senza il significato che questo aveva. 2. Variante del razionale era una placca d'argento o d'oro (in luogo di quella di stoffa) con catenelle o fibule, attaccato all'amitto.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

RITO
(Nella liturgia cattolica) Nel senso proprio, il modo o l'ordine con cui si eseguiscono le varie funzioni sacre, cioè le cerimonie della messa, dell'ufficio, dell'amministrazione dei sacramenti e sacramentali: così si parla del "ritus celebrandi missam", del "ritus baptizandi", del "ritus consecrationis altaris".

 

RITUALE ROMANO
Libro liturgico della Chiesa latina per i sacerdoti, contenente le cerimonie per l'amministrazione dei sacramenti, per l'assistenza agli infermi e i formulari delle numerose benedizioni.

 

ROCCHETTO
(camisia, alba romana, succa, saroth, sarcotium, sarcos, rocchettum, diminutivo del basso latino roccus "abito") Veste di lino bianco portata dal papa, dai cardinali, dai vescovi e dai prelati come distintivo della loro dignità.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

RUBRICHE
Per rubriche, in senso liturgico, si intendono le prescrizioni che regolano lo svolgimento del culto nella Chiesa. Esse si trovano o riunite in appositi libri (per esempio il Caeremoniale episcoporum e il Memoriale Rituum) o raggruppate all'inizio dei libri liturgici (come nel Messale, nel Breviario e nel Martirologio), o all'inizio delle singole parti o tituli (come nel Rituale, prima del rito di ogni sacramento e delle benedizioni), o, infine, inserite tra una formola e l'altra. Per distinguere meglio i testi dalle norme che ne regolavano l'uso, nei codici si conminciò a scrivere le norme in rosso; di qui rubricae.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Annibale Bugnini)

 

SANDALI
Vedi CALZARI

 

SANTORALE
È quella parte del Messale e del Breviario, chiamata anche Proprium de sanctis, che contiene i formulari propri per la messa e l'ufficio di alcune messe a data fissa di Nostro Signore, non inserite nel Temporale, delle feste della Croce, di Maria S.ma, degli Angeli, dei Santi, degli anniversari della dedicazione delle chiese e della Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Parte integrante del Santorale è il Commune Sanctorum, in cui sono raccolti i formulari liturgici comuni a determinate categorie di santi.

 

SECRETA
(sottinteso oratio; Super oblata; Sacra) L'orazione della messa che si recita sulle offerte prima del prefazio, detta Super oblata nei libri del tipo gregoriano.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

SESTA
Ora canonica da recitarsi all'ora sesta del giorno (secondo la divisione greco-romana) cioè sul mezzogiorno.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

SETTIMANA SANTA
(Major hebdomada, Hebdomada sancta, Hebdomada authentica) È la settimana antecedente la Pasqua, detta anche "maggiore" o "autentica", perché commemora la Passione, Morte, sepoltura e Risurrezione di Cristo. Oggi i tre ultimi giorni (Giovedì, Venerdì e Sabato) sono detti il triduo sacro e hanno uffici propri.

 

STAZIONE LITURGICA
Chiesa in cui si celebrano, in determinate circostanze, le funzioni liturgiche.

 

STOLA
(più anticamente orarium) Insegna liturgica comune ai diaconi, ai sacerdoti e ai vescovi, ma diversamente portata. È una striscia di seta lunga cm. 220-250, larga cm. 8-10. segue le regole dei colori liturgici.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

STOLONE
(stola latior)
Striscia di seta del colore liturgico portata dal diacono dal Vangelo a dopo la comunione nelle messe penitenziali, in cui i sacri ministri non portano dalmatica e tunicella.

G. Braun, Paramenti sacri, Pianeta plicata e stolone | Stolone (immagine)

 

SUCCINTORIO
(subcinctorium, subcingulum, perizoma; balteus, praecinctorium, semicinctium) Ornamento del papa nella messa solenne. È una striscia di stoffa simile al manipolo ripiegata in mezzo, del colore della pianeta, ornata da una parte con un agnello d'oro, dall'altra con una croce d'oro; viene attaccata alla parte sinistra del cingolo.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

TABELLA SECRETARUM
Vedi CARTEGLORIA

 

TABERNACOLO
Dal latino taberna (= baracca costruita con tavole di legno), indica l'attendamento da campo dell'esercito romano; corrisponde a casetta di legno a doppio spiovente con chiusura a tendaggi. Nella bassa latinità equivale a anche a edicola sacra in forma di casa. Nella liturgia cattolica è un'edicola chiusa ed elevata, posta nel centro dell'altare ove si conserva l'eucaristia.

 

TEMPORALE
Nella Chiesa latina quella parte dell'anno liturgico che nei libri ufficiali della Chiesa latina porta il titolo Proprium de tempore.

 

TERZA
L'ora canonica della terza ora del giorno, che corrisponde alle 9.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

TINTINNABOLO
Vedi OMBRELLONE

 

TOMMASI, GIUSEPPE MARIA, santo
Cardinale, liturgista, storico e teologo teatino, nato a Licata (Sicilia) il 12 settembre 1649, morto a Roma il 1° gennaio 1713.

 

TOVAGLIA
(tobalea) Sin dal secolo VI, ma più frequenti dopo il secolo X sono le raffigurazioni di tovaglia da tavola e da altare in musaici e pitture dell'epoca; anche negli inventari si trovano sovente citazioni di tovaglia dette per lo più "opus theutonicum" o "de Alemannia". Prescrizioni liturgiche. Le rubriche del messale prescrivono che l'altare per la celebrazione della messa sia ricoperto di tre tovaglie: due (o una ma ripiegata) per coprire tutta la sacra mensa; la terza, superiore, per ricadere anche ai due lati dell'altare fino all'ultimo gradino.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Luisa Mortari - Pietro Siffrin)

 

TRATTO
(Tractus) Canto che segue il Graduale e fa le veci dell'Alleluia, nei tempi penitenziali da Settuagesima a Pasqua, nelle messe dei defunti e in alcuni altri giorni (vigilie, ecc.). Consta di due, tre, quattro e anche più versetti che si cantavano nell'antichità cristiana da un solo cantore, più tardi da due all'ambone, di seguito (tractim) ossia senza interruzioni antifoniche o responsoriali da parte del coro.

 

TRONO
(thronus, cathedra, sedes) Seggio riservato al vescovo nella sua chiesa cattedrale per le funzioni pontificali.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

TUNICELLA
(tunica, tunica linea, tunica scriscia; subtile; dalmatica minor, dalmatica subdiaconalis) Sopravveste liturgica del suddiacono, di forma e stoffa uguale alla dalmatica del diacono.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

TURIBOLO
Dal lat. thus, thuris "incenso" è un recipiente di metallo per bruciare profumi, il cui uso religioso è attestato, sia in Oriente sia in Occidente, dalla più remota antichità. Nella liturgia cattolica il suo uso è documentato dalla seconda metà del secolo IV. La forma liturgica attuale è di un recipiente a forma di coppa con base o piede, d'argento o altro metallo idoneo a contenere un piccolo braciere, su cui si depongono i granelli di incenso.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Riccardo Averini) | Turibolo del XII secolo (Bressanone)

 

UFFICIO DIVINO
L'officiatura divina (escluso il sacrificio), con la quale la Chiesa, ministra del culto pubblico, intende onorare Dio ogni giorno in determinate ore diurne e notturne. Di sua matura pubblico, questo compito è affidato in diverso grado ai chierici e ai religiosi: essi pregando in nome e nella forma prescritta dalla Chiesa compione un Ufficio divino pubblico.

 

VELO OMERALE
Lunga striscia di seta o di lino che si poggia sulle spalle con i due lembi pendenti sul petto e che serve per coprire le mani tenendo gli oggetti sacri. Si distinguono: 1) il velo omerale del suddiacono, di seta del colore prescritto per la messa, per portare il calice all'altare per l'offertorio, e per tenere la patena dall'offertorio fino al Pater noster; 2) quello dell'accolito che porta la mitra o il pastorale nelle funzioni pontificali; 3) quello del sacerdote nella benedizione eucaristica, nelle processioni eucaristiche e anche nel portare il viatico agli ammalati.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

VESPRI
(vesperae, agenda vespertina, synaxis vespertina, solemnitas vespertina, gratia vespertina, duodecima) Ora canonica al tramonto del sole; forse la più antica delle ore di preghiera.

 

VESTI SACRE
Sono gli indumenti portati dai ministri sacri nelle funzioni liturgiche. Prescindendo dal rocchetto, che non è considerato come veste sacra, si ha la cotta, ampia sopravveste  bianca di lino, che ricopriva l'abito quotidiano dei chierici inferiori. Vesti inferiori liturgiche sono oggi nel rito latino: l'amitto, l'alba o camice con il cingolo; quelle superiori sono: la pianeta, per il celebrante la messa, la dalmatica e la tunicella per i ministri sacri, e il piviale per le funzioni fuori dalla messa. Insegne liturgiche maggiori sono: il manipolo, per tutti i chierici maggiori, la stola, per il diacono (che la porta a tracolla), il sacerdote e il vescovo; il pallio per l'arcivescovo metropolita e il papa; il razionale portato sopra la pianeta soltanto da 5 vescovi di Germania, Francia e Polonia. Insegne pontificali sono: la mitra, il pastorale, l'anello, la croce pettorale, i guanti, i sandali e i calzari. Il papa usa la falda, sottoveste ampia che copre la persona fin oltre i piedi; il fanone, sopra la pianeta, a strisce bianche e oro, e il succintorio da attaccarsi alla parte destra del cingolo.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

"VICTIMAE PASCHALI"
Sequenza di Pasqua la cui melodia gregoriana mette in rilievo il concitato dialogo su Cristo Risorto tra Maria Maddalena e la comunità dei fedeli, dialogo che servì di spunto ai vari drammi liturgici pasquali medievali.

Voce in Enciclopedia Cattolica (A. Pietro Frutaz)

 

"VIDI AQUAM"
Vedi "ASPERGES ME"

 

VIGILIA
È il giorno che precede come preparazione le grandi feste del Signore (Natale, Epifania, Pasqua, Pentecoste) e quelle dei santi (della Madonna, di san Giovanni, degli Apostoli, di san Lorenzo ecc.).

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

ZUCCHETTO
(biretum, submitrale, subbirretum, pileolus, calotta, Soli-Deo) Copricapo a forma di mezza sfera, usato di colore bianco dal papa, rosso dai cardinali, paonazzo dai vescovi, nero dagli abati e da chi ne ha privilegio o indulto.

Voce in Enciclopedia Cattolica (Pietro Siffrin)

 

 

 

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