Messe latine antiche nelle Venezie
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Enciclopedia Cattolica

voce   Anello

 

ANELLO. - Non si può determinare con certezza quando l'a. assunse nella Chiesa il significato di autorità, di dignità e di preminenza che lo fece riservare ai soli prelati e vietare al semplice clero: tanto più che non è facile, dai documenti che abbiamo, distinguere sempre l'a. sigillare dall'a. di dignità. Certo è che alla fine del sec. VI già si aveva, nella .cerimonia della consacrazione dei vescovi, la formola per la benedizione e la consegna dell'a. episcopale, come leggiamo nel Pontificale di Salisburgo, ca. l'anno 600. Il can. 28 del Concilio IV di Toledo (633) enumera l'a. fra le insegne del vescovo; ed i pontificali dei secoli seguenti stabiliscono che l'a. deve portarsi nel dito anulare della mano destra, e che si deve dare al consacrando prima del pastorale. Riservato così l'a. ai soli prelati, secondo le loro varie dignità, si ebbero vari a., di cui si dà una breve enumerazione.

1. GLI A. DEL SOMMO PONTEFICE. - Il Papa ha tre a. distinti : l'a. (v. sotto) del Pescatore (piscatorio), l'a, pontificale, l'a. ordinario.

A. pontificale. - È simile all'a. che prendono i vescovi quando pontificano, ma è molto più ricco. Il Pontefice lo riceve dal cardinal vescovo assistente secondo le cerimonie proprie della Messa papale.

A. ordinario. - Come i vescovi, il Papa porta abitualmente l'a. alla mano destra. Il Venerdì Santo per la Messa dei presantificati il Papa si reca in cappella senza a. in dito e senza dare la benedizione: ciò deve anche osservarsi da tutti quelli che ne hanno l'uso, in segno di lutto per la morte del Signore.

2. A. CARDINALIZIO. - È quello che i cardinali ricevono nel concistoro segreto, come distintivo della loro dignità, quando il Papa assegna ad essi i titoli delle chiese. Consiste in un cerchio d'oro con uno zaffiro sotto la cui legatura vi è in smalto lo stemma del Pontefice. Non se ne conosce l'origine, ma già si trova menzionato nel sec. XII.

3. A. VESCOVILE. - I vescovi hanno due a.: quello pontificale, per le funzioni solenni; e quello ordinario, che consiste in un cerchio d'oro con pietra circondata di brillanti.

Sono concessi 50 giorni di indulgenza (S. Uff., 18 apr. 1909) a chi bacia l'a. di un cardinale o di un vescovo.

4. A. DEGLI ABATI e PRELATI "NULLIUS". - Il can. 325 del CIC concede agli abati nullius il privilegio di portare ovunque un a. con unica gemma, che viene dato ad essi, come anche agli altri abati regolari, nella solenne benedizione che ricevono. Si crede che la prima concessione risalga alla fine del sec. X.

5. A. DEI PRELATI INFERIORI. - Il motu proprio Inter multiplices di Pio X (25 febbr. 1905) regola in maniera definitiva l'uso dell'a. per protonotari apostolici. Solo i protonotari partecipanti possono ovunque e sempre portare l'a. con unica gemma: i soprannumerari e quelli ad instar participantium possono usare l'a. nelle sole funzioni pontificali. I protonotari onorari non hanno l'uso dell'a.

Il CIC (can. 136, § 2) vieta l'uso dell'a. a tutti i chierici che non ne abbiano per legge o per indulto apostolico il privilegio. L'indulto apostolico è, in ogni caso, necessario per portare l'a. durante la celebrazione della Messa, a meno che non si tratti di un cardinale, di un vescovo o di un abate benedetto (can. 811, § 2).

6. A. DEI DOTTORI. - Eugenio III, che istituì i gradi accademici, concesse ai dottori ritualmente creati l'uso dell'a. con una sola gemma. Analoga disposizione si trova nel can. 1378 del CIC.

7. A. NUZIALE. - Si dà dallo sposo alla sposa nell'atto della celebrazione del matrimonio, e viene benedetto per la mistica significazione che deve avere: segno del mutuo amore e pegno di indissolubile unione. Il suo uso passò nella liturgia cristiana dall'antichità romana.

Bibl..: F. Liceti, De annulis antiquis, II ed., Udine 1645: J.-A, Martigny, Des anneaux chez les premiers chrétiens et de l'anneau épiscopal en particulier, Mâcon 1858; M. Deloche, Le port des anneaux dans l'antiquité romaine et les premiers siécles du Moyen-âge, in Mém. Acad. Inscript, 35 (Parigi 1896).

Enrico Dante

 

A. DEL PESCATORE. - È usato come sigillo nei brevi pontifici, di cui costituisce una delle principali caratteristiche, e in altri atti redatti dai segretari apostolici, come le cedole e le sentenze concistoriali. Il nome deriva dalla figura dell'impronta, che rappresenta s. Pietro pescatore.

La sua origine si ricollega con l'origine stessa dei brevi. La prima menzione si trova in due lettere di Clemente IV del 1265 e del 1266 (Potthast 19051 e 19380) come sigillo segreto usato nelle lettere di carattere privato in luogo della bolla plumbea, che era il sigillo ufficiale e solenne. Il primo esemplare è costituito da un siigillo di Niccolò III (1277-80) in cera rossa, di forma ovale, alto circa cm. 2,5, appeso ad un reliquiario del Sancta Sanctorum al Laterano, ora conservato nel Museo Sacro della biblioteca Vaticana: in esso si scorge un giovane imberbe in piedi, che sorregge una canna da pesca con un pesce all'estremità della lenza, ed intorno si legge: SECRETUM NICOLAI PP. III.

Tuttavia fino al pontificato di Niccolò V il sigillo segreto non portò sempre la figura del pescatore: l'a. d'oro dell'antipapa Clemente VII (1378-94) conservato pure al Vaticano, porta il suo stemma sormontato dalla tiara e dalle chiavi; e il sigillo di Eugenio IV (1431-47) usato in alcuni brevi presenta le teste dei Principi degli Apostoli ("anulus capitum Principum Apostolorum"). Nei brevi di Bonifacio IX (1389-1404) l'a. piscatorio c detto "anulus fluctuantis naviculae".

Con Niccolò V (5447-55) il tipo divenne costante: ovale impresso su cera rossa, alto circa 2 cm., con la figura di s. Pietro chino nella navicella in atto di tirare la rete, e nel cielo il nome del Papa seguito dal numero ordinale. Intorno alla cera (tranne nella parte inferiore) era attaccata una treccia di pergamena per proteggere il sigillo dallo strofinio.

Nel 1842 il sigillo di cera aderente è stato sostituito da un timbro rosso rotondo, che conserva la rappresentazione dell'a. piscatorio.

 

Bibl.: K. A. Fink, Untersuchungen über die päpstlichen Breven des 15. Jahrhunderts, in Römische Quartalschrift, 43 (1935), p. 80 sgg., dove è riportata la bibliografia precedente, tra cui v. specialmente F. Cancellieri, Notizie sopra l'origine e l'uso dell'a. piscatorio, Roma 1828; Ed. Watterton, On the "Annulus piscatoris" or Ring of the Fisherman, in Archaeologia, 40 (1866), pp. 138-42.

Giulio Battelli

 

A. NELL'ARTE. - All'avvento del cristianesimo i simboli c le figurazioni pagane che ornavano il sigillo cedono il posto ad altre di soggetto sacro che sono in stretto rapporto con il repertorio iconografico delle catacombe; nella massima parte degli esemplari - interessante per varietà di tipi la raccolta del British Museum di Londra - l'esecuzione è piuttosto sommaria e rozza. L'a. del vescovo trae origine dalla necessità che egli aveva di apporre il proprio sigillo ad atti ufficiali; in processo di tempo acquista il significato di suggello della vera fede e diviene simbolo di unione fra il pastore e la sua diocesi. Già nel sec. VII era in Spagna un normale attributo vescovile e tale divenne in Francia nel IX e poco più tardi in tutte le altre regioni dell'Occidente. In relazione col nuovo significato e col diverso orientamento del gusto, al sigillo inciso si sostituì di regola il castone con una pietra colorata talvolta incisa; non di rado vennero usati anche cammei o pietre lavorate dell'antichità pagana. Durante il Rinascimento l'a. raggiunge un elevato grado di arte anche per l'unione di varie tecniche come il niello e lo smalto; più massiccio nel castone appare durante l'età barocca. Merita particolare menzione l'a. piscatorio la cui forma è invariata almeno dal sec. XV; è un a. generalmente di bronzo dorato con cristallo di rocca inciso con la rappresentazione della navicella e il nome del Pontefice che di esso si serve per apporre il sigillo ai brevi; subito dopo la morte viene distrutto.

 

Bibl.: E. Molinier, Histoire générale de l'art appliqué à l'industrie, I, Parigi 1902 ; H. Leclerq, s. v. in DACL. I, coll. 2174­2223; O. M. Dalton, Catalogue of the Early Christian Antiquities in the British Museum, Londra 1911, pp. 1-33.

Guglielmo Matthiae

 

da Enciclopedia Cattolica, I, Città del Vaticano, 1948, coll. 1217-1220

 


ANELLO - Mani giunte con a., dipinto di G. Bellini (sec. XV).
Ravenna, coll. Cavalli.


ANELLO del Pescatore - Sigillo di Niccolò III.
Museo Sacro della Biblioteca Vaticana.

   


ANELLO - A. papali del Rinascimento.

 

 

 

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