Messe latine antiche nelle Venezie
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Enciclopedia Cattolica

voce   Mitra

 

MITRA. - Copricapo liturgico, insegna distintiva del papa, dei cardinali e vescovi, ai quali compete per diritto; e anche di abati, prelati e canonici, ma in forza di un privilegio particolare. La forma attuale è di un copricapo a soffietto, con le due parti terminanti in punta (cornua), tenute dritte da una fodera di rinforzo e collegate da un tessuto frammezzato, e con la parte posteriore ornata di due appendici a striscia (fasciae, vittae, penduli, fanones, infulae).

Intorno all'origine e all'antichità si discute; la prima testimonianza sicura risale al sec. XI e a Roma. Leone IX (1049-54) concesse la m. romana all'arcivescovo Everardo di Treviri, che l'aveva accompagnato a Roma, pro investitura ipsius primatus (della Chiesa di Treviri), affinché egli e i suoi successori se ne servissero pro ecclesiastico officio, a ricordo della loro dipendenza da Roma (Jaffé-Wattenbach, II, 4158). Due anni dopo (1051) Leone IX la concesse ai cardinali della Chiesa di Besançon e Bamberga per determinate occasioni. A poco a poco l'uso si estese e nella seconda metà del sec. XII la m. è di uso generale presso tutti i vescovi, con o senza il permesso esplicito del papa. La prima concessione certa  ad abati è del 1063. Talvolta la m. fu concessa anche a prìncipi laici, ad es., da Nicolò II (1059-60 al Duca di Boemia, da Lucio II (1144-45) al Re di Sicilia. Incoronando l'imperatore, il papa gli metteva dapprima la m. clericalis, poscia il diadema imperiale (Ordo Rom., XIV, 105: PL 78, 1241).

A seconda della ricchezza e dell'uso, si distinguono tre sorti di m.: la m. semplice di seta bianca (o di tela di lino bianca) con frange rosse (usata nelle benedizioni, nelle funzioni dei morti, nel Venerdì Santo); la m. aurifregiata (auriphrygiata) di tela d'oro senza altro ornamento (usata nell'Avvento, nella Quaresima, eccetto le domeniche Gaudete e Laetare, nelle vigilie; ed anche nella Messa e nei Vespri al trono o alla cattedra); la terza, preziosa, ornata di ricami d'oro, seta e pietre preziose (nelle feste più grandi, andando all'altare e ritornando in sacrestia, nell'impartire la benedizione solenne, nelle processioni solenni). La m. non segue i colori liturgici.

La m. viene sempre deposta, quando il vescovo recita un'orazione (I Cor. 11, 4), o quando il diacono canta il Vangelo, e al canto del Benedictus e del Magnificat.

Presso i Greci e nei riti orientali, la m. non ha la forma latina, ma quella di una corona regale sormontata da una croce; usata dal sec. XV, prima dai patriarchi e metropolitani, poi anche dagli altri vescovi; soltanto i patriarchi d'Alessandria usavano già dal sec. X un copricapo liturgico a forma di turbante.

Bibl: J.Braun, Die liturg. Gewandung im Occident und Orient, Friburgo in Br. 1907, pp. 424-98 (trad. it., Torino 1914), pp. 147­157; M. Righetti, Man. di stor. liturg., I, Milano 1950, pp. 531-36; Th. Klauser, Der Ursprung der bischöfl. Insignien und Ehrenrechte, Krefeld 1950, pp. 17­22.

Pietro Siffrin

LA M. NELL'ARTE. - La forma della m. ha subito trasformazioni nei secoli. Delle prime, a foggia di berretti conici terminanti a punta, si ha forse l'esempio più antico nel rotulo dell'Exultet dell'Archivio del duomo di Bari, degli inizi del sec. XI. Dalla forma conica si passa a quella rotonda, successivamente schiacciata nel mezzo in alto, così da formare due rigonfiature laterali (v. la figura dell'arcivescovo Federico di Colonia [1100­1131] nel codice miniato delle lettere di s. Girolamo, del duomo di Colonia). Dalle rigonfiature laterali derivano, con ulteriore trasformazione, i cornua rigidi che si mantengono tali sempre, anche quando la m. viene disposta sul capo non più con le punta sulle tempie, ma sulla fronte e la nuca e le appendici vengono attaccate in fondo al corno posteriore, anziché nell'avvallamento. È così che si ritorna alla forma a cono primitiva, ma divenuta a soffietto. Le proporzioni sono tuttavia cambiate; fin dal sec. XIV la m. si allunga notevolmente e dal sec. XVI in poi i lati dei corni si vanno inarcuando sempre più, fino a formare, come si vede anche nella m. attuale, un vero arco acuto. Si conservano esempi di m. che. risalgono ai secc. XII-XIV: in Italia, quelle di lino bianco della chiesa della S.ma Trinità di Firenze, della cattedrale di Anagni, della parrocchiale di Castel S. Elia, di Ferentino, quest'ultima ritenuta di Celestino V, e, in stoffa damascata, quella di Giovanni XXII, nel Museo sacro della Bibl. Vaticana e nella collez. Abbey di Torino, e m. con decorazioni o lungo il bordo attorno all'orlo (in circulo) o alla punta del corno fino al bordo (in titulo). Dapprima le ornamentazioni si facevano con galloni; dal sec. XIII in poi, sia il circulus che il titulus e le appendici sono sovente ornate con figure in ricamo. Si conservano bellissimi esempi di m. ricamate (v.. Stoffe) dei secc. XII e XIII nel Tesoro della cattedrale di Anagni, in S. Zeno a Verona, nel duomo di Cividale, e, del sec. XIV, nel duomo di Fiesole, nel Museo nazionale di Ravenna, nel duomo di Urbino, in S. Pietro in Vincoli a Roma. Il ricamo si estende talvolta tanto da coprire tutta la parte anteriore della m., così che il "titolo" è interamente ricamato a figure o a decorazioni. Esempio del sec. XIV di m. interamente ricamata è quella del Museo di Cluny a Parigi, in seta bianca lavorata in nero con rappresentazioni finissime della sepoltura di Cristo e il bordo con mezze figure di Apostoli entro cornici architettoniche. Alla fine del '500 e in età barocca la m. non è più decorata con ricami a figure o con pietre preziose, ma con ricami applicati e ricchi, a carattere ornamentale: p. es., la fastosa m. della cattedrale di Friburgo.

Bibl: H. Bergner. Handbuch der kirclil. Kunstaltertümer, in Deutschland, Lipsia 1905, pp. 377-78; J. Braun, Die liturgische Gewandung in Occident u. Orient, Friburgo in Br. 1907, p. 468; P. Toesca, Storia dell'arte ital., Torino 1927, pp. 1139 n.31 e sgg.;V F. Volbach, I tesssuti det Museo sacro Vaticano, Roma 1942.

Luisa Mortari

 

da Enciclopedia Cattolica, VIII, Città del Vaticano, 1952, coll. 1154-1156

 


MITRA - Pontefice con m. conica. Particolare di una delle
miniature dell'Exultet n. 1 (ca. il 1000) - Bari, Archivio
della Cattedrale.


MITRA - Vescovo con m. tonda. Particolare di una delle
miniature dell'Exultet n. 2 (sec. XII) - Troia, Cattedrale.

 

 

 

 

 

 

 

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