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In chiesa a S. Simeone Piccolo

Sepolcreto sotterraneo

Lo ha visitato Elena Bassi

 

(L. P.) Sotto la chiesa di San Simeone "Piccolo" si estende una vasta cripta-sepolcreto dalla pianta elegante, razionale, elaborata, lunga una quarantina di metri e larga una ventina nella rotonda centrale, in cui due lunghi corridoi si incrociano in un ambiente ottagonale, che ha in mezzo un altare (nella foto): comprende ventuno cappelle, otto delle quali murate e inesplorate.

Realizzata contestualmente alla chiesa, tra il 1718 e il 1728, e nello stesso periodo affrescata, abbandonata nel 1813, la cripta - una "invenzione" di dialogo tra vita e morte nei due piani sovrapposti dell'edificio, architettonicamente audace e complessa, ideologicamente precoce per l'epoca - è stata illustrata ieri nell'Aula Magna dell'Ateneo Veneto, gremitissima, dalla prof.ssa Elena Bassi per l'Università Popolare.

La prof. Bassi, che ha visitato la cripta - assieme a Sandra Varaschin, autrice delle fotografie e dei rilievi - sfidando le condizioni del pavimento e dell'illuminazione, che rendono insicuro e stentato il cammino, si è soffermata soprattutto sugli affreschi. Quelli lungo il lato basso delle pareti dei corridoi rappresentano la Via Crucis (soggetto rarissimo a Venezia) e sono in buona parte lesionati dall'umidità: disvelano una mano popolaresca ma non priva di cultura artistica, così come le scene dell'Antico Testamento sulla fascia superiore e le decorazioni sulle volte. In una cappella invece sono dipinti religiosi stesi nella sepoltura con oggetti d'uso ecclesiastico, opera di un pittore colto, di scuola non veneta: era il cimitero di un Ordine religioso?

Molte sono le perplessità da risolvere, sulle quali Elena Bassi ha proposto caute ipotesi, auspicando accurate ricerche: resta soprattutto da spiegare la assoluta mancanza - al contrario dei resti cimiteriali in altre chiese - di nomi dei defunti, parrocchiani ricchi (sono rimaste solo alcune date). Chi li ha tolti? E perché?

 

da "Il Gazzettino", 15 novembre 1993

 

 

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