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Fanna, 21 agosto 2003 - Messa votiva
di san Pio X - 1Ts 2,2-8; Gv 21,15-17

San Pio X

Predica al XXXI Convegno di Instaurare

di don Ivo Cisar

 

1. 

a) Un ricordo importante
Mi sia consentito, per la conoscenza o amicizia che ci lega, di farvi partecipi dei sentimenti che riempiono il mio cuore ogni 21 agosto, specialmente quest'anno, perché proprio oggi ricorre il 60° anniversario della morte di mia Madre (che non mi fu madre solo fisicamente) e il 35° dell'invasione della Cecoslovacchia.

Stiamo celebrando, in armonia con il nuovo calendario della Chiesa, la festa di san Pio X, con una santa messa che è, per il rito tridentino, messa votiva; la festa di san Pio X cadeva il 3 settembre, una data, permettetemi di ricordare anche questo, nell'anno 50° del mio sacerdozio, che quel giorno nel 1954, sacerdote da poco più di un anno, inviatovi da Roma, entrai in cura d'anime come cappellano a Spilimbergo.

Nello stesso anno, il 29 maggio 1954 era stato canonizzato Pio X da Pio XII, il quale, come ha ricordato nell'Udienza generale del 6 agosto scorso l'attuale Sommo Pontefice, definì san Pio X "invitto campione della Chiesa e Santo provvidenziale dei nostri tempi", la cui opera ebbe "l'aspetto di una lotta impegnata da un gigante in difesa di un inestimabile tesoro: l'unità interiore della Chiesa nel suo intimo fondamento, la fede" (AAS 46, 1954, p. 308). Il Santo Padre ne ha ricordato anche il centenario dell'elezione avvenuta il 4 agosto 1904 ed ha aggiunto: "Continui a vegliare sulla Chiesa questo santo pontefice, che ci ha lasciato un esempio di totale fedeltà a Cristo e di amore appassionato alla sua Chiesa" ("Oss. Rom." ed. sett. 8 agosto 2003, p. 10).

 

b) Vita e opera
Di questo grande e intrepido Pontefice, vissuto per 80 anni, dall'anno 1835 al 1914 (20 agosto), possiamo dire, un po' scherzosamente, che prima di salire alla cattedra di san Pietro venne sottoposto a varie prove del nove: ordinato sacerdote nel 1858, la sua vita è scandita con una certa approssimazione dal numero nove: fu per nove anni cappellano a Tombolo in provincia di Padova, per nove anni parroco a Salzano in provincia di Venezia, per nove anni canonico e direttore spirituale dei giovani nel seminario di Treviso (1875-1884), per nove anni vescovo di Mantova (1884-1893), per nove anni Cardinale patriarca di Venezia (1893-1903), infine Papa per 11 anni. Percorse, quindi, tutti i gradidella attività ecclesiastica, acquistando una vasta esperienza pastorale; da vescovo si fece anche professore di teologia morale e di canto gregoriano, e rettore. Promosse la pratica dei sacramenti, la frequenza alla santa messa, l'insegnamento della dottrina cristiana, la restaurazione della musica sacra contaminata da deviazioni profane. A Venezia promosse l'istruzione catechistica, rivolse costanti cure alla formazione del giovane clero; due attività di primaria importanza, che oggi potrebbero portare rimedio ai molti mali di cui è afflitta la Chiesa. Nel seminario istituì una facoltà di diritto canonico e indisse adunanze per lo studio della teologia, della scienza biblica, della storia ecclesiastica, dell'economia sociale. Continuò a combattere le innovazioni di carattere profano e operistico nella musica sacra. Sollecitò i laici a impegnarsi maggiormente nelle opere religiose, ma tenendo in modo assoluto che ciò avvenisse sotto lo stretto controllo del clero. Da questo poi esigeva un'obbedienza totale alle direttive anche minime del loro vescovo.

 

2.

a) Il programma di san Pio X
Il programma di san Pio X, enunciato nella sua prima enciclica, E supremi apostolatus, del 4 ottobre 1903, venne sintetizzato nella frase paolina: Instaurare omnia in Christo (Ef 1,10); è il programma salvifico di Dio Padre: ricapitolare tutto in Cristo, cioè riprendere tutto daccapo in Cristo nuovo Adamo (cfr. 1Cor 15,45). Tra i mezzi principali della ripresa religiosa Pio X pone, come avevano già fatto i suoi predecessori, l'adeguata preparazione del clero sia sul piano intellettuale, sia su quello spirituale, preparazione da attuarsi nei seminari, specificata nella sua prima allocuzione concistoriale (9 novembre 1903) come una severa preparazione di studi, sul fondamento della disciplina e della preghiera. Al secondo posto viene, nell'enciclica, indicata l'istruzione religiosa dei fedeli.

Per ristabilire il regno di Cristo sugli uomini san Pio X indicò la via della abnegazione e della conversione, dell'abbandono del mondo e del ritorno a Dio. A tal fine san Pio X divenne uno dei grandi Papi riformatori della storia (Jedin): il quadro delle sue riforme va dalla riorganizzazione della Curia all'insegnamento catechistico, dalla riforma della musica sacra alla revisione del messale e del breviario, dalla riorganizzazione dei seminari alla codificazione del Diritto Canonico. San Pio X procedette con fermezza e autorità.

 

b) Reazione al modernismo
Contro gli errori del modernismo, del quale si parlerà più ampiamente, contrappose l'insegnamento della filosofia e della teologia scolastica, insieme a un più aperto controllo sui professori dei seminari e delle facoltà teologiche cattoliche, e la sorveglianza sui libri, raccomandando consilia vigilantiae in ogni diocesi.

 

c) L'azione politica
Sul piano politico, san Pio X respinse in Francia l'offerta di uno statuto legale che limitava l'indipendenza della gerarchia e del clero e preferì la spoliazione e la povertà; beatificò nel 1909 Giovanna d'Arco. Per il Portogallo protestò con un'enciclica contro i soprusi, come la chiusura dei seminari, la soppressione della facoltà teologica di Coimbra, la proibizione degli abiti religiosi, l'introduzione del divorzio, l'incarcerazione di non pochi sacerdoti (Enc. Iamdudum in Lusitania, 24 mai. 1911). In Italia san Pio X lasciò la questione romana ferma allo statu quo, ma spalancò lentamente le porte ai cattolici all'ingresso nella vita politica, concedendo in casi singoli deroghe al non expedit, per contrastare candidature radicali e socialiste; la preoccupazione principale del papa era volta a una ricostruzione su nuove basi dell'azione dei cattolici nella vita pubblica, sciogliendo l'Opera dei Congressi e tracciando le nuove direttive per l'Azione cattolica, senza concedere troppa autonomia ai laici.

 

d) La Grande guerra
Durante gli ultimi anni del suo pontificato si addensavano nubi sempre più minacciose avvisaglie della Prima guerra mondiale; il Papa si dichiarò pronto a intervenire come arbitro tra l'Austria e la Serbia, ed invitò alla preghiera, ormai l'ultima arma lasciatagli.

 

3.

San Pio X preservò la Chiesa dagli errori, da quell'errore fondamentale che è il modernismo, il quale perverte tutta la concezione della Rivelazione divina e la sottopone al giudizio umano; curò l'insegnamento scientifico e catechistico della verità; ringiovanì la Chiesa con le riforme della liturgia, della comunione frequente, del canto sacro, del diritto canonico, della pietà popolare, dell'Azione Cattolica, della formazione del clero, dei seminari ecc. (cfr. fin qui Mondin, Diz. encicl. dei Papi, pp. 485-494). Egli appare come un Papa essenzialmente religioso e profondamente spirituale, come risulta anche dal fatto che è stato beatificato nel 1951 e canonizzato nel 1954.

 

4.

a) Attualità di san Pio X
Ai mali del nostro tempo che si riflettono anche sulla Chiesa bisogna porre rimedi indicati già da san Pio X, con la riaffermazione della divina Rivelazione, con una formazione seria, dottrinale e spirituale del clero e con  una seria sistematica catechesi dei fedeli, ossia con la proclamazione, difesa e insegnamento della verità di Cristo. Solo in Cristo Redentore e Datore di grazia (1Cor 15,45) si possono restaurare la Chiesa ed attraverso essa il mondo.

 

b) Importanza del catechismo
Al clero san Pio X ripete nella sua prima enciclica le parole di san Paolo: "Custodisci il deposito, evitando le profane novità di parole e le opposizioni di una scienza di falso nome, che taluni professando vennero meno alla fede" (1Tm 6,21-22). Più tardi darà delle disposizioni, perché la predicazione non fosse uno sfoggio di sapienza umana, ma, come vi insisteva già san Paolo, veramente parola di Dio (cfr. 1Ts 2,13) (EE 4, pp. 808-815). E insieme esorta il clero a dedicarsi all'istruzione catechistica del popolo: "chi non vede che, conducendosi gli uomini con la ragione e con la libertà, la via principalissima a restituire l'impero di Dio nelle anime è l'insegnamento religioso? Quanti sono mai che combattono Cristo e aborrono la Chiesa e l'Evangelo più per ignoranza che per malvagità d'animo! Dei quali giustamente può dirsi: Bestemmiano tutto quello che ignorano (Gd 10). Né ciò s'incontra solo nel popolo e nella plebe più abietta, che perciò è tratta agevolmente in inganno; ma altresì nelle classi civili e perfino in quei che peraltro sono forniti di non mediocre istruzione. Di qui in moltissimi a perdita della fede. Giacché non è vero che i progressi della scienza estinguano la fede, ma piuttosto l'ignoranza: onde avviene che dove più domina l'ignoranza ivi fa più larga strage l'incredulità. E questa è la ragione per cui Cristo ordinò agli apostoli: Andando, ammaestrate tutte le genti (Mt 28,19)" (EE 4,12, p. 33). A queste parole di san Pio X, tratte sempre dalla sua prima enciclica, quella programmatica, vorrei aggiungere una glossa: l'ignoranza religiosa non viene sconfitta dalla lettura dei giornali, dalla televisione, dalla scuola, neppure quella universitaria: per non essere ignoranti non basta essere informati, e ancora in un modo parziale e interessato; e non basta neppure leggere la Bibbia. Viceversa, leggere e studiare o meglio consultare il Catechismo della Chiesa cattolica, ma anche quello di san Pio X, può rimediare molto all'ignoranza. E poi pregare, santificarsi, attraverso la santa messa, i sacramenti, e mettere in pratica tutto l'insegnamento di Cristo.

 

c) Che Cristo si formi in noi
Per "instaurare tutto in Cristo" bisogna lasciarsi restaurare da Cristo, lasciare che Cristo si formi in noi. Pertanto mi sembra che da san Paolo fino a san Pio X e fino all'ultimo dei sacerdoti siano da ripetere le parole dell'Apostolo delle genti: "Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi" (Gal 4,19).

 

 

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Inserito il 27 novembre 2003

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