UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

 

11 DICEMBRE

SAN DAMASO, PAPA E CONFESSORE

 

Questo grande Pontefice appare nel Ciclo, non più per annunciare la Pace come san Melchiade, ma come uno dei più illustri difensori del grande Mistero dell'Incarnazione. Egli rivendica la fede delle Chiese nella divinità del Verbo, condannando, come il suo predecessore Liberio, gli atti e i fautori del troppo famoso concilio di Rimini, e attesta con la sua suprema autorità l'Umanità completa del Figlio di Dio incarnato proscrivendo l'eresia di Apollinare. Infine, possiamo considerare come una nuova e luminosa testimonianza della sua fede e del suo amore verso l'Uomo-Dio l'incarico che diede a san Girolamo di attendere a una nuova versione del Nuovo Testamento sull'originale greco, per uso della Chiesa Romana. Onoriamo questo grande Pontefice che il Concilio di Calcedonia chiama l'ornamento e la forza di Roma per la sua pietà, e che il suo illustre amico e protetto san Girolamo qualifica come uomo eccellente, incomparabile, dotto nelle Scritture, Dottore vergine d'una Chiesa vergine.

 

VITA. - San Damaso, romano di origine, successe sulla sede di Roma al Papa Liberio, nel 366. Non solo vegliò alla purezza della dottrina, ma conservò gli antichi monumenti cristiani, restaurò le Catacombe, ornò le tombe dei martiri di eleganti iscrizioni, fece prevalere il primato della sede di Roma e lo fece riconoscere da tutto l'Oriente e l'Occidente. Regolò l'ordinanza della preghiera pubblica con il canto dei Salmi, a due cori; incaricò san Girolamo di tradurre il Salterio e mori nel 384. Le sue reliquie sono state trasportate nella Chiesa di San Lorenzo che porta il suo nome: in Damaso.

 

Santo Pontefice Damaso, tu sei stato per tutta la vita la fiaccola dei figli della Chiesa, poiché hai fatto loro conoscere il Verbo incarnato, li hai premuniti contro le dottrine perverse mediante le quali l'Inferno cercherà sempre di distruggere quel glorioso Simbolo nel quale sono scritte la suprema misericordia d'un Dio per l'opera delle sue mani e la sublime dignità dell'uomo riscattato. Dall'alto della Cattedra di Pietro, hai confermato i tuoi fratelli, e la tua fede non è venuta meno poiché Cristo aveva pregato per te. Noi ci rallegriamo della ricompensa infinita che il Principe dei Pastori ha concesso alla tua integrità, o Dottore vergine della Chiesa vergine! Dall'alto del cielo, fa' discendere fino a noi un raggio di quella luce nella quale il Signore Gesù si mostra a te nella sua gloria, affinché possiamo anche noi vederlo, riconoscerlo e gustarlo nell'umiltà sotto la quale si mostrerà presto a noi. Ottienici l'intelligenza delle sacre Scritture, nella cui scienza tu fosti così eccelso Dottore, e la docilità agli insegnamenti del Romano Pontefice, cui è stato detto, nella persona del Principe degli Apostoli: Duc in altum: Prendi il largo.

Fa' o potente successore del pescatore di uomini, che tutti i Cristiani siano animati dagli stessi sentimenti di Girolamo, quando mirando il tuo Apostolato, in una celebre Epistola, diceva: "È la Cattedra di Pietro che voglio consultare; voglio che da essa mi venga la fede, e il nutrimento dell'anima. La vasta estensione dei mari, la distanza delle terre non mi fermeranno nella ricerca di questa perla preziosa: dove si trova il corpo è giusto che si radunino le aquile. È all'Occidente che si leva ora il Sole di Giustizia: per questo io chiedo al Pontefice la Vittima della salvezza e dal Pastore io che sono la pecorella imploro l'aiuto. Sulla Cattedra di Pietro è fondata la Chiesa: chiunque mangia l'Agnello fuori di questa Casa è un profano; chiunque non sarà nell'Arca di Noè, perirà nelle acque del diluvio. Io non conosco Vitale, non ho nulla in comune con Melezio e mi è ignoto Paolino: chiunque non raccoglie con te, o Damaso, disperde ciò che ha ammassato, poiché chi non è di Cristo è dell'Anticristo".

 

* * *

 

Consideriamo il nostro divin Salvatore nel seno della purissima Maria madre sua; e adoriamo, con i santi Angeli, il profondo annientamento al quale si è ridotto per amor nostro. Contempliamolo mentre si offre al Padre per la redenzione del genere umano e comincia fin da allora a compiere l'ufficio di Mediatore del quale si è degnato incaricarsi. Ammiriamo con tenerezza quell'amore infinito che non è soddisfatto di quel primo atto d'abbassamento il cui merito è tanto grande che sarebbe bastato per riscattare milioni di mondi. Il Figlio di Dio vuoi completare, come gli altri bambini, il soggiorno di nove mesi nel seno della Madre sua, nascere quindi nell'umiliazione, vivere nel lavoro e nella sofferenza, e farsi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce. O Gesù, sii benedetto, sii amato per tanto amore! Eccoti dunque disceso dal cielo per essere l'Ostia che sostituirà tante altre ostie sterili, con le quali non si è potuta cancellare la colpa dell'uomo. La terra porta ora il suo Salvatore, per quanto ancora non l'abbia contemplato. Dio non la maledirà, questa terra ingrata, arricchita com'è di un simile tesoro.

Ma riposa ancora, o Gesù, nel casto seno di Maria, in questa vivente Arca, nel cui seno tu sei la vera Manna destinata al nutrimento dei figli di Dio. Tuttavia, o Salvatore, si appressa l'ora in cui bisognerà che tu esca da quel santuario. Invece della tenerezza di Maria, dovrai conoscere la malizia degli uomini. Ciò nonostante, te ne supplichiamo e abbiamo l'ardire di ricordartelo, è necessario che tu nasca nel giorno stabilito: è la volontà del Padre tuo, è l'attesa del mondo, è la salvezza di quelli che ti avranno amato.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 294-296

 

 

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