UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

 

16 NOVEMBRE

SANTA GERTRUDE, VERGINE [1]

 

La spiritualità antica.

La scuola spirituale, che segue san Benedetto, patriarca dei monaci di occidente, si inizia con san Gregorio Magno e in essa fu tanta la libertà che lo Spirito Santo si prese che si videro donne dotate di spirito profetico non meno degli uomini. Basta ricordare santa Ildegarda e santa Gertrude, a fianco della quale stanno con onore santa Metilde e la grande santa Francesca Romana. Lo può costatare chi conosce gli autori più recenti di ascesi e di mistica, come il sapore sia molto diverso e l'autorità dolcissima, che non si impone, ma trascina. In tale scuola nessuno studio, nessuna strategia, nessuna dotta analisi come in altre scuole; procedimenti più o meno riusciti, che non possono essere ripresi senza rischio di esserne stanchi.

Il Padre Faber rilevò con la sua solita sagacità i vantaggi di tale forma di spiritualità che rispetta la libertà di spirito e, senza metodi rigorosi, produce nelle anime le disposizioni che i metodi moderni non sanno sempre ottenere. - Non si leggono, egli dice, gli scrittori della vecchia scuola spirituale di san Benedetto senza ammirare la libertà di spirito che regna nella loro anima. Ce ne dà esempio chiarissimo santa Gertrude, la quale vive nello spirito di san Benedetto. Lo spirito della religione cattolica è di naturalezza e di libertà e l'antica scuola ascetica dei Benedettini ebbe questa caratteristica. Gli scrittori moderni hanno voluto fissare tutto, causando deplorevolmente più male che bene (Tutto per Gesù, c. viii, par. 8).

 

Gli Esercizi.

Sono varie le strade, e ogni strada che conduce a Dio attraverso la riforma di se stesso è buona, ma abbiamo solo voluto dire che chi si affida ai suggerimenti di un santo della vecchia scuola non spreca il tempo e, se incontrerà meno filosofia, meno psicologia sulla sua strada ha il vantaggio di essere conquistato dalla semplicità e autorità delle parole e di essere scosso e subito spinto dalla evidenza del contrasto che esiste tra lui e la santità della sua guida. L'anima che si propone di stringere la sua intimità con Dio e ha raggiunto una rettitudine di intenzione e un sincero raccoglimento, se seguirà santa Gertrude, soprattutto gli insegnamenti della sua settimana di Esercizi, ne ricaverà una felice trasformazione. Possiamo assicurare che ne verrà fuori totalmente diversa e si può pensare che vi tornerà più d'una volta e con piacere, perché ricorda di non essersi affatto stancata e di aver goduto piena libertà di spirito. Così lontana dalla santità, forse sarà rimasta confusa nel trovarsi tanto vicina ad un'anima santa, ma accorgendosi di avere con essa un fine comune, stimerà dovere, abbandonare la via pericolosa delle mollezze, che la porterebbe alla rovina.

 

Metodo di santa Gertrude.

Se ci chiedono dove ha tratto la santa il fascino, che esercita su chi appena l'ascolta, rispondiamo che il suo segreto sta nella santità. Non si perde ad insegnare a camminare, ma cammina. Un'anima beata discesa dal cielo, per restare qualche tempo fra gli uomini, parlando la lingua della patria in questa terra di esilio, trasformerebbe tutti coloro, i quali avessero la fortuna di ascoltarla. Santa Gertrude, ammessa già quaggiù alla più intima familiarità con il Figlio di Dio, pare abbia qualcosa dell'accento che avrebbe quell'anima ed è questo il motivo per cui le sue parole sono dardi penetranti, che abbattono ogni resistenza in coloro che si collocano a tiro di essi. La sua dottrina, pura ed elevata, rischiara l'intelligenza, ma tuttavia non c'è dissertazione; il cuore si commuove e tuttavia Gertrude parla soltanto a Dio; l'anima si giudica, si condanna, si rinnova nella compunzione e tuttavia Gertrude non si è impegnata, nemmeno per un momento, a collocarla in uno stato artificioso.

 

Scrittura e Liturgia.

Chi vuole rendersi conto della particolare unzione della sua parola ricerchi la sorgente dei suoi sentimenti e delle espressioni con le quali si traducono. Tutto esce dalla parola divina, non quella soltanto che udì dallo Sposo celeste, ma anche quella che fu suo nutrimento con la lettura dei libri sacri e con la santa Liturgia. Vivendo nel chiostro, attinse continuamente luce e vita alle sorgenti della verace contemplazione nella quale l'anima si disseta alla fonte di acqua viva, che zampilla dalla divina salmodia e dalla parola ispirata dei divini Uffici. Gertrude è così inebriata di questo celeste liquore che non dice parola senza svelare il fascino che vi ha trovato. La sua vita è così assorbita dalla Liturgia che vediamo sempre nelle sue Rivelazioni il Signore che le appare, che le manifesta i celesti misteri, la Madre di Dio e i Santi che si presentano a lei e conversano a riguardo di un'Antifona, di un Responsorio, di un Introito, che Gertrude sta cantando con delizia e del quale gusta tutto il sapore.

Da questo deriva in lei un lirismo continuo, non ricercato, ma che le è divenuto come naturale; un entusiasmo sacro al quale non si può sottrarre, che la porta a scrivere tante pagine nelle quali la bellezza letteraria giunge all'altezza dell'ispirazione mistica. Nel secolo decimoterzo, prima di Dante, nel monastero della Svezia, Gertrude risolvette il problema della poesia spiritualista. Ora la tenerezza dell'anima sua si effonde in toccante elegia, ora il fuoco che consuma sprizza in cocenti trasporti, ora usa la forma drammatica! per rendere i sentimenti che la dominano. Talvolta i suoi sublimi voli si arrestano e l'emula dei Serafini pare voler ritornare sulla terra, ma per ripartirne presto ed elevarsi maggiormente. Ha luogo una incessante lotta tra la sua umiltà, che la trattiene prona nella polvere e il suo cuore che anela a Gesù che l'attira e le da tante prove di amore.

 

Gertrude e Teresa.

I passi più sublimi di santa Teresa, messi a confronto con le effusioni di santa Gertrude, non ne diminuiscono per noi la meravigliosa bellezza; ci sembra anzi che spesso la vergine tedesca superi la vergine spagnola. Ardente e impetuosa, Teresa non ha la sfumatura malinconica e riflessa di Gertrude. Questa, ben preparata nella lingua latina, continuamente nutrita delle Scritture e dei divini Uffici, che per lei non hanno oscurità, usa un linguaggio ricco e potente, che sembra generalmente superare le mirabili effusioni di Teresa, almeno per chi non ha molta familiarità per queste cose.

 

Santa Gertrude si rivolge a tutti.

Il lettore non si spaventi al pensiero di essere di colpo sotto la guida di un Serafino, mentre la coscienza gli dice che deve ancora percorrere a lungo la via purgativa, prima di sognare di percorre strade che potrebbe anche non raggiungere mai. Ascolti semplicemente Gertrude, la mediti e abbia fede di raggiungere la meta. La santa Chiesa, che ci mette in bocca i salmi del Re Profeta, sa bene che le loro espressioni sorpassano spesso i sentimenti dell'anima nostra, ma sa che il mezzo per arrivare all'unisono con questi cantici divini è il recitarli frequentemente con fede e umiltà, ottenendo così la trasformazione, che nessun altro mezzo avrebbe ottenuta. Gertrude dolcemente ci distacca da noi stessi e ci conduce a Cristo, precedendoci da lontano, ma trascinandoci dietro di sé. Gertrude va diritta al cuore dello Sposo, come è giusto, ma noi dobbiamo esserle già molto riconoscenti se ci conduce ai piedi di lui, come Maddalena, pentiti e trasformati.

Anche quando scrive per le sue religiose, bisogna guardarsi dal credere che la lettura delle sue pagine commoventissime sia inutile per chi vive la vita nel mondo, perché la vita religiosa esposta da una interprete simile è spettacolo istruttivo e interessante ed eloquentissimo. È forse lecito ignorare che la pratica dei precetti diventa più agevole per chi ha approfondito e ammirato la pratica dei consigli? Il libro della Imitazione non è che il libro di un monaco scritto per i monaci e tuttavia chi sa dire per quante mani passa? Quante persone del secolo non subiscono il fascino degli scritti di santa Teresa? E tuttavia santa Teresa, la vergine del Carmelo, concentra tutti i suoi scritti e la sua dottrina sulla vita religiosa.

Non analizziamo qui meraviglie che ciascuno deve contemplare direttamente. Nella nostra società, che ha perduto il gusto del linguaggio sicuro e vivo dei tempi ricchi di fede, guasta, per quanto riguarda la pietà, a causa delle scempiaggini e delle presuntuosità mondane dei libri di divozione che tutti i giorni vengono fuori, santa Gertrude stupirà e urterà molti e allora che cosa si deve fare? Quando si è disimparato il linguaggio della pietà antica, che formava i santi, il meglio che si possa fare è impararlo di nuovo e per questo santa Gertrude servirebbe assai bene.

Gli ammiratori di santa Gertrude sono molti, ma più degli ammiratori conta la Chiesa, la Madre dei fedeli, sempre guidata dallo Spirito Santo, che rende testimonianza alla Santa con la Liturgia. Nella Liturgia infatti la Chiesa raccomanda e glorifica davanti a tutti i cristiani la persona di Gertrude e lo spirito che l'animava con il solenne giudizio contenuto nell'Ufficio della Santa (Dom Guéranger, Les Exercices de sainte Gertrude, 1863, nella prefazione).

 

VITA - Santa Gertrude entrò nel 1261 nel monastero di Helfta presso Eisleben, nella Sassonia. Aveva 5 anni ed era per di più orfana. Prove e rinunce, insieme con l'osservanza monastica, formarono l'anima sua e la disposero a ricevere da Dio grazie eccezionali. Influirono su di essa profondamente tre religiose: Gertrude di Hackeborn, sua abbadessa, suor Metilde di Magdeburgo, sorella dell'abbadessa e santa Metilde. A ventiquattro anni circa, fu favorita con divine rivelazioni che raccolse nel suo libro L'Araldo del divino amore. Scrisse anche gli Esercizi e morì il 17 novembre 1301 o 1302. Le sue Rivelazioni furono pubblicate molto tardi e solo nel 1677 fu iscritta nel Martirologio. Le Americhe la scelsero come Patrona e il Nuovo Messico fondò in suo onore una città.

 

Elevazione all'Amore divino.

O rivelatrice del Sacro Cuore, quale miglior preghiera potremmo fare in tuo onore di quella che facciamo, volgendoci al Figlio della Vergine benedetta e dicendo con te : "Luce vespertina dell'anima mia, Mattino fulgente del più dolce chiarore, diventa giorno in me. Amore che rischiari e divinizzi, vieni a me con la tua potenza, vieni e sciogli tutto il mio essere. Distrutta in ciò che sono io, fa' che io sia tutta in te e più non viva nel tempo, ma ti sia unita per l'eternità.

Tu mi amasti per primo, tu mi scegliesti, tu sei colui che accorri spontaneamente verso la creatura caduta e il fulgore della luce eterna brilla sulla tua fronte. Mostrami il tuo viso tutto raggiante dei fulgori del sole divino. Come può la scintilla esistere, lontana dal fuoco che la produsse? Come si conserva la goccia fuori della sorgente dalla quale è uscita? Perché amasti me, creatura insozzata, o Amore, se non perché mi volevi rendere bella in te? Tu, il fiore delicato prodotto dalla Vergine Maria, mi seduci e mi trascini con la tua bontà misericordiosa. O Amore, mio magnifico meriggio, vorrei mille volte morire, per riposare in te!

Nell'ora della mia morte, mi sosterrai, o Carità, con le tue parole, dolci più del vino squisito; sarai la mia via, mi aiuterai, o mia Regina, ad arrivare ai pascoli meravigliosi e fertili, che il divin deserto recinge, dove inebriata di felicità, sarò ammessa a godere della presenza dell'Agnello, che è mio Sposo e mio Dio. O Amore, che sei Dio, senza di te cielo e terra non avrebbero da me una speranza, né un desiderio. Compi in me l'unione che tu stesso desideri e tale unione sia il mio termine, la consumazione di tutto il mio essere. Nei lineamenti del mio Dio la tua luce splende come quella dell'astro della sera e quando morirò mostrami il tuo fulgore.

Amore, Sera mia diletta, la fiamma che eternamente arde nella tua essenza, consumi in quel momento tutte le scorie della mia vita. O mia dolce Sera, fa' che mi addormenti in te di un sonno tranquillo e che io gusti il beato riposo, che hai preparato in te per quelli che ami. Col tuo solo sguardo, così calmo e pieno di fascino, degnati dispone ogni cosa e dirigere i preparativi delle mie nozze eterne. Sii, o Amore, per me una Sera così bella che l'anima mia rapita dica con gioia un dolce addio al corpo e che il mio spirito, tornando al Signore che lo ha creato, riposi in pace sotto la tua ombra amata" (Quinto esercizio: Per rianimare in se stessi l'amore di Dio).

 


[1] Dom Guéranger trattò di questa festa nel suo libro Esercizi di Santa Gertrude e riteniamo utile riportare nelle pagine che seguono quanto egli scrisse.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1282-1287

 

 

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