UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

 

1° DICEMBRE

 

La Chiesa Romana non celebra in questo giorno la festa particolare di nessun Santo e recita semplicemente l'Ufficio della Feria, a meno che non capiti proprio oggi la prima Domenica di Avvento. In questo caso, si dovrà ricorrere al Proprio del Tempo, dove si trova per disteso l'Ufficio di questa Domenica.

Ma se il 1° dicembre è una semplice Feria dell'Avvento, si potranno cominciare fin da oggi a considerare, con spirito di fede, i preludi della misericordiosa Venuta del Salvatore degli uomini.

Migliaia d'anni d'attesa hanno preceduto questa Venuta, e sono raffigurati nelle quattro Settimane che dobbiamo percorrere prima di giungere alla gloriosa Natività del nostro Salvatore. Consideriamo la religiosa impazienza nella quale sono vissuti tutti i Santi dell'Antica Alleanza, che si tramandavano di generazione in generazione una speranza di cui  non potevano che salutare  da lontano il divino oggetto. Percorriamo con il pensiero la lunga sequela dei testimoni della promessa: Adamo e i primi Patriarchi anteriori al diluvio; Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe e i dodici Patriarchi del popolo ebreo; Mosè, Samuele, David e Salomone; quindi i Profeti e i Maccabei; e arriviamo a Giovanni Battista e ai suoi discepoli. Sono i Santi avi di cui il libro dell'Ecclesiastico ci dice: Lodiamo i nostri padri, questi uomini pieni di gloria di cui siamo i discendenti (Eccli 44,1), e di cui l'Apostolo dice agli Ebrei: "Questi hanno reso testimonianza alla fede, ma non hanno conseguito la promessa, avendo Dio disposto qualche cosa di meglio per noi, affinché non ottenessero la perfezione senza di noi" (Ebr 11,39-40).

Rendiamo omaggio alla loro fede, glorifichiamoli come i nostri veri Padri in quella stessa fede per la quale hanno meritato che il Signore, il quale li ha provati, si ricordasse infine delle sue promesse; onoriamoli anche come gli antenati del Messia secondo la carne. Ascoltiamo il loro ultimo grido sul letto di morte, la solenne invocazione che rivolgono a Colui che solo poteva distruggere la morte: O Signore, aspetterò la tua salvezza! Salutare tuum exspectabo, Domine! È Giacobbe stesso, nella sua ultima ora, che sospende per un istante le Benedizioni profetiche che spande sui propri figli, per gettare verso Dio questa esclamazione (Gen 49,18).

Tutti quei santi uomini, uscendo da questa vita, avrebbero atteso, lungi dalla Luce eterna, Colui che doveva apparire a suo tempo e riaprire la porta del cielo. Contempliamoli nel luogo di attesa, e rendiamo gloria e amore al Dio che ci ha guidati alla sua mirabile luce, senza farci passare attraverso quelle ombre; ma preghiamo ardentemente per la venuta del Liberatore che spalancherà, con la sua croce, le porte della prigione, e la illuminerà con i raggi della sua gloria. E poiché in questo sacro tempo la Chiesa, per bocca nostra, usa così spesso le espressioni di questi Padri del popolo Cristiano per chiamare il Messia, rivolgiamoci anche ad essi per essere aiutati dalla loro intercessione nella grande opera della preparazione dei nostri cuori a Colui che deve venire.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 255-256 

 

 

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