UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

Missale Romanum

 

2 APRILE

SAN FRANCESCO DI PAOLA, CONFESSORE

 

Un grande Penitente.

Oggi riceviamo l'esempio e il patrocinio dal Fondatore di una milizia fatta di umiltà e di penitenza, Francesco di Paola. Non ostante la sua vita fosse sempre innocente, tuttavia lo vediamo abbracciare, sin dalla prima giovinezza, una penitenza così austera, che ci parrebbe troppo severa nei più grandi peccatori d'oggigiorno. Dio non muta, e mai vengono meno i diritti e i rigori della giustizia divina; non ci sarà perdonata l'offesa che abbiamo fatta a lui peccando, se non la ripariamo. I Santi hanno espiato per tutta la vita, e con la massima severità, le loro colpe più leggere; e non senza fatica la Chiesa, in questi giorni, strappa alla nostra mollezza qualche opera di penitenza mitigata all'eccesso!

Manca forse la fede nelle anime nostre? o languisce nei nostri cuori la carità? Senza dubbio ci mancherà l'una e l'altra; e la causa di tale fiacchezza la dobbiamo ricercare nell'amore della vita presente, che quasi insensibilmente ci fa perdere l'unico punto di vista cui dovremmo sempre mirare: l'eternità. Quanti cristiani ai nostri giorni si rassomigliano, nei sentimenti, a quel re di Francia, che, dopo aver ottenuto dal Romano Pontefice che san Francesco di Paola dimorasse presso di lui, venne a gettarsi ai piedi del servo di Dio, per supplicarlo di prolungargli la vita! Tale attaccamento alla vita noi lo portiamo ad un eccesso miserando. Ci ripugna il digiuno e l'astinenza, non perché l'obbedienza alla legge della Chiesa metterebbe a repentaglio la vita, non perché viene pregiudicata la salute: perché sappiamo bene che le prescrizioni quaresimali cedono davanti a simili motivi; ma ci si dispensa dal digiuno e dall'astinenza, perché la mollezza in cui viviamo ci rende insopportabile persino l'idea di una piccola privazione o di un leggero mutamento delle nostre abitudini. Troviamo forza più che sufficiente negli affari, nei capricci e nei piaceri; e quando si tratta d'adempiere delle leggi ordinate dalla Chiesa nell'interesse dell'anima e del corpo, ogni cosa pare impossibile; anzi si addomestica la coscienza a non turbarsi più di queste trasgressioni annuali, che alla fine estinguono nell'anima del peccatore persino l'idea della necessità ch'egli ha di far penitenza, se vuol essere salvo.

 

VITA. - Francesco nacque a Paola, in Calabria, nel 1437. Dopo aver fatta una vita eremitica per sei anni, gettò le prime fondamenta del suo Ordine e chiamò i suoi discepoli col nome di Minimi. Celebre per la sua austerità, le virtù ed i miracoli, nel 1482, dovette andare in Francia a preparare re Luigi XI a morire piamente. Egli poi mori a Tours nel 1507. Leone X lo iscrisse nel catalogo dei Santi il 1° maggio 1519.

 

Spirito di penitenza.

O Apostolo della penitenza, Francesco di Paola, la tua vita fu sempre santa, mentre noi siamo peccatori. Non di meno in questi giorni osiamo ricorrere al tuo potente patrocinio, affinché ci ottenga da Dio che non passi questo santo tempo, senza averci fatto concepire un vero spirito di penitenza, che ci sostenga nella speranza che nutriamo del perdono. Mentre ammiriamo le meraviglie di cui fu ripiena la tua vita, ora che sei nell'eterna gloria ricordati di noi e degnati benedire il popolo fedele che implora da te aiuto. Che le tue preghiere facciano piovere su noi la grazia della compunzione che animi le nostre opere di penitenza.

Benedici e conserva il santo Ordine da te fondato. La tua patria ebbe l'onore di possederti! Dalla Francia la tua anima volò al cielo, lasciando ivi deposte le tue spoglie mortali, che certo divennero per la Francia una sorgente di favori ed il pegno della tua protezione. Ma ahimé! ora non possediamo più il tuo corpo, tempio dello Spirito Santo: perseguitato dal furore del protestantesimo, incendiato ed incenerito sacrilegamente. O uomo pieno di mitezza e di pace, perdona ai figli i crimini dei loro padri; e, mentre nel cielo formi un trofeo delle divine misericordie, usaci clemenza e non ricordare le passate iniquità, se non per attirare sulla presente generazione quei celesti favori che possono convertire i popoli e far rivivere in essi la fede e la pietà degli antichi tempi.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 895-896

 

 

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