UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

 

LO STESSO GIORNO 
4 DICEMBRE

SANTA BARBARA, VERGINE E MARTIRE

 

La Chiesa Romana ha consacrato solo una semplice Commemorazione a santa Barbara, nell'Ufficio di san Pier Crisologo; ma ha approvato un intero ufficio per uso delle Chiese che onorano in modo speciale la memoria di questa illustre vergine. Rendiamo i nostri fervidi omaggi alla gloriosa Martire, così celebre in tutto l'Oriente, e della quale la Chiesa ha da lungo tempo adottato il culto [1]. I suoi atti, pur non essendo della più remota antichità [2], non hanno nulla che non torni a gloria di Dio e ad onore della Santa. Rendiamo omaggio alla fedeltà con cui questa Vergine attese lo Sposo, il quale non mancò all'ora stabilita, e fu per essa uno Sposo di Sangue, come dice la Scrittura, perché aveva riconosciuto la forza del suo amore.

Noi veniamo, o Vergine fedele, ad offrirti insieme le nostre lodi e le nostre preghiere. Ecco che il Signore viene, e noi siamo nella notte: degnati di dare alla nostra lampada la luce che deve guidare i nostri passi e l'olio che conserva la luce. Tu sai che Colui il quale è venuto per noi e con il quale tu sei eternamente, si appressa per visitarci; ottieni che nessun ostacolo c'impedisca di andargli incontro. Che il nostro volo verso di lui sia coraggioso e rapido come il tuo; e, che, riuniti a lui, non ce ne separiamo più, poiché Colui che viene è veramente il centro di ogni creatura. Prega anche, o gloriosa Martire, affinché la fede nella divina Trinità brilli in questo mondo d'uno splendore sempre crescente. Che Satana, il nostro nemico, sia confuso, allorché ogni lingua confesserà la Triplice luce raffigurata dalle finestre della tua torre, e la croce vittoriosa che ha santificato le acque. Ricordati, o Vergine prediletta dallo Sposo, che nelle tue mani pacifiche è stato rimesso il potere non di scagliar il fulmine, ma di trattenerlo e allontanarlo. Proteggi le nostre navi contro i fuochi del cielo e contro quelli della terra. Copri con la tua protezione gli arsenali che racchiudono la difesa della patria. Ascolta la voce di tutti coloro che t'invocano, sia che essa salga verso di te dal seno della tempesta, sia che parta dalle viscere della terra, e salvaci tutti dal terribile castigo della morte improvvisa.

 

* * *

 

Consideriamo le genti sparse sulla superficie della terra divise nei costumi, nelle lingue e negli interessi, ma riunite tutte nell'attesa del liberatore che presto deve apparire. Né la profonda corruzione dei popoli, né tanti secoli passati dall'epoca delle tradizioni hanno potuto cancellare in essi quella speranza. In quell'istante in cui il mondo sta per andare in dissoluzione, si rivela un sintomo di vita, un grido risuona per tutta la terra: il Re universale sta per apparire; un Impero nuovo, santo ed eterno, riunirà per sempre le genti. È così, o Salvatore, che sul suo letto di morte l'aveva annunciato Giacobbe allorché, parlando di te, aveva detto: Sarà l'aspettativa delle genti. Gli uomini hanno potuto cadere in ogni sorta di degradazioni: non hanno potuto tuttavia smentire quell'oracolo. Eccoli costretti a confessare la loro inguaribile miseria, esprimendo quell'attesa profetica d'una sorte migliore. Vieni dunque, o Figlio di Dio, a raccogliere quella scintilla di speranza; è l'estremo omaggio che il vecchio mondo ti presenta al suo morire. L'attesa d'un Liberatore è il legame che riunisce in un sol tutto le due grandi parti della vita dell'umanità, prima e dopo la tua Nascita. Ma, o Gesù, se il mondo pagano, dal profondo delle sue iniquità e dei suoi errori, ha ancora avuto un sospiro verso di te, che faremo noi, eredi delle promesse, in questi giorni in cui tu ti appresti a venir a prendere possesso delle nostre anime già iniziate? Fa' che i nostri cuori ti amino già, o Gesù, quando verrai a visitarli. Coltiva la loro attesa, nutrì la loro fede, e vieni!

 


[1] Culto popolarissimo e universalmente diffuso in Oriente, alla fine del IX secolo.

[2] Inseriti nel menologio di Simeone Metafrastro, datano dal VII secolo.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 265-267

 

 

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