UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

 

6 FEBBRAIO

SAN TITO, VESCOVO E CONFESSORE

 

Un discepolo di san Paolo.

Oggi si presenta alla nostra venerazione un Vescovo dell'epoca apostolica, discepolo di san Paolo. Sono poco note le sue gesta; ma per avere a lui indirizzato una delle sue lettere, il Dottore delle Genti l'ha reso immortale. Ovunque fu e sarà portata la fede di Cristo, Tito, così come Timoteo, sarà conosciuto dai fedeli; fino alla consumazione dei tempi la santa Chiesa consulterà con sommo rispetto questa Lettera indirizzata ad un semplice Vescovo dell'isola di Creta, ma dettata dallo Spirito Santo, e per ciò stesso destinata a far parte del corpo delle sacre Scritture che contengono la parola di Dio. I consigli e le norme racchiuse in questa ammirevole Lettera, furono la regola sovrana del santo Vescovo cui Paolo dedicò una si affettuosa tenerezza. Tito ebbe il vanto d'aver fondato il Cristianesimo in quell'isola ove il paganesimo aveva una delle sue principali piazzeforti. Sopravvisse al maestro immolato a Roma dalla spada di Nerone; e come san. Giovanni ad Efeso, s'addormentò tranquillamente in una felice vecchiaia, circondato dalla venerazione della cristianità che aveva fondata. Della sua vita vi sono poche tracce; ma quei pochi cenni che ci restano danno l'idea di uno di quegli uomini di virtù superiore che Dio scelse in principio, per farne una delle principali colonne della sua Chiesa [1].

 

Preghiera.

O santo discepolo di Paolo, la santa Chiesa ha voluto che un giorno nell'anno fosse dedicato a celebrare le tue virtù e ad implorare il tuo patrocinio; sii propizio ai fedeli che glorificano il divino Spirito per i doni che ripose in te. Tu hai adempiuto con zelo e costanza l'ufficio pastorale, in modo che tutti i particolari che Paolo enumera nell'Epistola che a te indirizzò, necessari a costituire il carattere del Vescovo, si sono riuniti nella tua persona. Ricorda la Chiesa militante, di cui sostenesti i primi passi. La quale spesso dovette passare giorni tristi; ma trionfò sempre d'ogni ostacolo, e continuando il suo cammino raccogliendo le anime e dirigendole allo Sposo celeste, fino all'ora ch'egli verrà ad arrestare il tempo e ad aprire le porte dell'eternità. Fino a quando l'ora non sarà suonata, noi contiamo, o Tito, sul tuo valido aiuto; dall'alto del cielo, salva le anime mediante la tua intercessione, come le salvasti quaggiù in mezzo alle tue fatiche. Ottienici da Gesù dei Pastori simili a te; riporta la Croce nell'isola da te conquistata alla vera fede, sulla quale oggi s'abbatte l'ombra dell'infedeltà e la rovina dello scisma; fa' sì che la cristianità dell'Oriente si ravvisi e torni finalmente ad aspirare all'unità, che sola può preservarla dalla dissoluzione completa.

 


[1] Una tradizione vuole che Tito fosse l'Apostolo del Dalmati e che morisse in tarda età a Creta. Pio IX stabilì che la sua festa fosse celebrata in tutta la Chiesa.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p.  787-788

 

 

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