UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

 

VENERDÌ DI SESSAGESIMA

 

L'Arca della salvezza.

Dopo aver castigato la terra col diluvio, il Signore volle mantenere fedelmente le sue promesse. Aveva proclamata la disfatta del serpente; ma per il genere umano non era ancora giunta l'ora: Dio lo conserverà in vita fino a quando non s'adempirà la sua promessa. L'Arca accolse il giusto Noè e la sua famiglia, e se le acque vendicatrici si innalzavano sulle più alte montagne, la leggera ma sicura dimora alla quale erano affidati, navigava tranquillamente senza mai naufragare. Poi, quando a Dio piacque, i suoi abitanti discesero sulla terra purificata e di nuovo udirono dalla bocca del Signore le parole rivolte ai progenitori: "Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra!".

 

La Chiesa.

Il genere umano è debitore all'Arca di Noè, come alla nave della sua salvezza e della sua conservazione: in essa Dio salvò tutti noi. Che sia benedetta! Il Signore stesso ne aveva spiegato il disegno e ordinata la costruzione, e per quanto fossero rabbiose le piogge della collera divina che si rovesciarono contro di essa, mai vi poterono penetrare. Ma se dobbiamo tanto rispetto a questo misero legno (Sap 10,4), quale non dovrà essere il nostro amore per la novella Arca, la Chiesa, di cui la prima fu la figura? È da diciannove secoli ch'essa ci salva e ci guida a Dio. Fuori di essa non c'è salvezza, e in essa troviamo la verità (Gv 8,32), la grazia e il nutrimento delle anime.

Arca santa, siete abitata non da una sola famiglia, ma da cittadini di ogni nazione che sta sotto il ciclo; ondeggiate fra le tempeste dal giorno che il Signore vi lanciò nel mare di questo mondo, senza naufragare giammai. Sappiamo che approderete all'eternità, senza che nessuna burrasca sorprenda la previdenza del divino Nocchiero. Fondata per gli eletti, per mezzo vostro si ripopola la terra di viventi; per riguardo a voi "quando Dio è sdegnato contro gli uomini, si ricorda della sua misericordia" (Ab 3,2) e per mezzo vostro ha fatto alleanza con noi.

O sicurissimo asilo, custoditeci sani e salvi nell'imperversare del diluvio. Il giorno che un Impero terreno, ebbro del sangue dei Martiri (Ap 17,6), scompariva nel vortice delle invasioni barbariche, il popolo cristiano marciava sicuro ai vostri fianchi materni. Lentamente quel torrente di lava cessò, e la generazione a voi affidata, vinta secondo la carne, divenne poi vittoriosa nello spirito. S'umiliò il barbaro, e altri popoli avendo come prima loro legge il Vangelo, iniziarono, sulle rovine del corrotto impero pagano, una nuova splendidissima era.

Venne in seguito l'inondazione dei Saraceni a sommergere l'Oriente, e ne fu minacciata anche l'Europa, che sarebbe stata invasa se i figli da voi salvati non avessero col loro valore ricacciate indietro le orde di quei barbari. Nel vostro seno, o vera Arca tutelare, si rifugiarono i cristiani superstiti. Fra gli scandali e l'abbrutimento, nel cui vortice scismi ed eresie inghiottirono moltissimi loro fratelli, essi custodirono fedelmente il sacro fuoco. Sotto il riparo che offriste loro, formarono la catena non interrotta dei testimoni della verità. Finalmente l'ora della misericordia farà sorgere tempi più sereni, e nuovi Sem si moltiplicheranno ancora sulla terra, un tempo così feconda di gloriosi frutti di santità.

E noi, o Chiesa, come ci sentiamo fortunati e sicuri, portati da voi, contro i flutti dell'oceano dell'anarchia spirituale, scatenata dai peccati del mondo! Perciò supplichiamo il Signore che dica al mare furibondo: "Verrai fin qui e non oltre, e frangerai gli orgogliosi tuoi flutti" (Gb 38,11). Che se la divina giustizia tollera per qualche tempo il suo prevalere, noi siamo ugualmente sicuri di scampare al flagello. In voi, o Chiesa, troviamo i veri beni, quelli spirituali "che i ladri non possono rubare" (Mt 6,20); la sola vera vita è quella che voi date; in voi è l'unica vera nostra patria. Deh! custoditeci, Arca di Cristo: noi saremo sempre con voi, insieme a tutti quelli che amiamo, "finché non siano passate le acque dell'iniquità"! (Sal 56,2).

Quando la terra riceverà di nuovo il seme della divina Parola, coloro che non avranno ancora approdato alle rive eterne, ne discenderanno per tramandare ad ogni creatura umana le sante massime dell'autorità e della legge, della famiglia e dell'intera società. Spetta a voi custodirli ed istruirli fino alla fine dei secoli.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 448-449

 

 

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