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I FEDELI CHIEDONO LA MESSA ANTICA TUTTE LE DOMENICHE

Treviso, conferenza stampa di Una Voce per illustrare le richieste

 

Il 12 maggio 2003 il Coordinamento di Una Voce delle Venezie ha indetto a Treviso, a Palazzo Rinaldi, una conferenza stampa per illustrare all'opinione pubblica le richieste dei fedeli legati all'antico rito, che possono disporre in città solamente di una messa una volta al mese (quello che precede la prima domenica) nella chiesa degli Oblati sotto il cavalcavia della stazione.

In adesione alle disposizioni del Santo Padre Giovanni Paolo II, contenute nella Lettera Quattuor abhinc annos del 1984 e nel Motu proprio Ecclesia Dei del 1988, il dott. Pietro Piovesan, rappresentante dei firmatari della petizione presentata al vescovo mons. Magnani nel 1998, - nel ringraziarlo della messa antica da lui celebrata agli Oblati lo scorso gennaio - aveva fatto istanza su tre punti essenziali. Come è stato ampiamente riferito nella conferenza, si tratta di poter assistere alla messa antica non il sabato ma la domenica che il giorno del Signore, il che ha richiamato autorevolmente il Papa nella enciclica Dies Domini; che la messa sia tutte le settimane, ogni domenica e festa di precetto; che per la celebrazione possa essere utilizzata una delle molte chiese cittadine che dispongono di un altare antico, adatto alla messa antica (agli Oblati l'altare maggiore è stato rinnovato secondo le mode attuali). Il presidente di Una Voce-Verona Maurilio Cavedini ha fatto il punto della situazione, anche in relazione con altre diocesi delle Venezie e con l'attitudine della Santa Sede a favore dei fedeli legati all'antica liturgia resa evidente dalla messa a S. Maria Maggiore del 24 maggio.

Rispondendo ad alcune domande dei giornalisti, il presidente del Coordinamento di Una Voce delle Venezie ha precisato che non è certamente esatto che i fedeli chiedano una chiesa più grande degli Oblati, ma il problema è propriamente liturgico, attenendo alla forma dell'altare per consentire una celebrazione adeguata e degna. Su espressa domanda, ha dichiarato di ignorare i motivi, o se vi siano motivi per cui il Vescovo di Treviso non concede l'ampliamento richiesto, pur essendo stato tra i pochi vescovi d'Italia a celebrare personalmente questa messa. Ha infine messo in chiaro qual è la motivazione profonda di chi chiede la messa secondo l'antico rito: il desiderio di coltivare la propria spiritualità secondo le forme liturgiche tradizionali che come è riconosciuto soddisfano pienamente l'esigenza del sacro ed esprimono in maniera univoca la dottrina eucaristica della Chiesa cattolica, la fede nella presenza reale e nella messa come sacrificio. Questo fa comprendere perché si desidera la liturgia antica tutte le volte che si va alla messa, non come chi è mosso da mero estetismo, che possa gradire semplicemente di assistere ogni tanto a una "bella" funzione.

È anche intervenuta la rappresentante di Una Voce a Vittorio Veneto, Editta Pirone, che ha riferito come i cristiani di quella diocesi patiscono le stesse difficoltà di Treviso, in quanto hanno una analoga concessione di una sola messa al mese di sabato pomeriggio (in questo caso il sabato che precede l'ultima domenica di ogni mese). Tale indulto del vescovo di Vittorio Veneto mons. Alfredo Magarotto, risalente al 2001, ricalca quasi in copia quello di Treviso. Anche i fedeli vittoriesi hanno più volte insistito, anche se finora senza esito, per l'aumento del numero delle messe.

 

 

         

 

 

 

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Inserito il 23 maggio 2003

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