UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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Le radici cristiane
e la messa in latino

Paolo Granzotto risponde a Una Voce
"Dopo Mantova sarà il turno di Bergamo?"

 

Pochi giorni fa Sua Eccellenza mons. Egidio Caporello, Vescovo di Mantova, ha benevolmente accordato ai fedeli del capoluogo virgiliano la Santa Messa in lingua latina e in rito romano antico secondo il messale romano del 1962. La celebrazione avrà luogo in Mantova, ogni giorno prefestivo alle ore 18, presso la chiesa della Beata Vergine del Terremoto, nella centrale Piazza Canossa, a partire dal 3 luglio prossimo.

Due documenti papali, del 1984 e del 1988, consentono infatti a tutti i fedeli del mondo di richiedere la Santa Messa tradizionale latina ai rispettivi Ordinari diocesani; i quali però spesso e volentieri (come a Pistoia, Belluno, Pisa, Tempio Pausania, Bergamo ecc.) disattendono i desiderata di Giovanni Paolo II. La petizione mantovana è stata promossa dall'associazione internazionale "Una Voce" (sito web: www.unavoce-ve.it), che in tutto il mondo si batte per la liturgia latino-gregoriana. Si tratta della prima concessione del genere in terra lombarda e nel Nord-Ovest, mentre i vescovi delle Venezie sembrano invece più indulgenti; solo a Milano, nella chiesa di san Rocco al Gentilino, si può ascoltare la Messa latina, secondo l'antico rito ambrosiano. Mantova è riconoscente pertanto al proprio Vescovo per questa importante concessione. Una domanda: visto che nella nuovissima Costituzione Europea appena firmata non si sono volute ricordare le radici cristiane della nostra civiltà, non potrebbe essere il latino della celebrazione eucaristica l'elemento di aggregazione?

Mansueto Bassi Delegato di "Una Voce" Mantova

 

Finalmente una buona notizia, caro Bassi: i lettori certo ricorderanno, perché ne abbiamo discorso più volte, quanto lunga e penosa è stata la Via Crucis dei cattolici mantovani per ottenere di poter assistere alla Messa secondo il rito tradizionale. Non possiamo che rallegrarci per ogni breccia che s'apre nel muro del rifiuto eretto dalla pressoché totalità del clero e ciò a dispetto delle disposizioni pontificie. Dopo Mantova sarà il turno dì Bergamo? Vedremo. In quanto alla sua idea di fare della Messa in latino il mastice di una Europa che affonda profondissimamente le sue radici nel cristianesimo, troppo tardi.

L' impapocchiata Carta costituzionale quella è e quella resterà. Sempre che venga ratificata, però: e se mai, Dio volesse, fossimo chiamati a esprimerci attraverso un referendum, dovremo impegnare tutte le nostre energie perché quella roba torni dove deve tornare, in qualche cassetto della scrivania di Giscard d'Estaing, fra le bollette del gas e le ricevute fiscali del dentista.

Paolo Granzotto

 

da "Il Giornale", 30 giugno 2004

 

 

 

 

 

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Inserito il 3 luglio 2004

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