Messe latine antiche nelle Venezie
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Contro il Papa

Mons. Cavina, una messa antica di domenica, come c'è per esempio a Roma e in tante diocesi del mondo, significa forse "il disprezzo del Concilio Vaticano II"? allora anche il Papa sbaglia, e l'unico che fa giusto è lo stesso Cavina che preferisce farsi chiamare "la chiesa bolognese". Certo a Bologna vi è lunga esperienza del governo dei preti, ma mons. Cavina la finta comprensione del "capisco il bisogno" potrebbe pure risparmiarsela. Quanto ci vorrà ancora perché quella chiesa sia finalmente libera da lui e quelli come lui?

(nota per Il Resto del Carlino: si dà il caso che il 3 settembre è la festa di san Pio X per chi segue il vecchio calendario, anche questo un "immediato riferimento"?)

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Rassegna stampa

BARACCANO

Salizzoni alla messa in latino

 

Ieri pomeriggio hanno riempito il santuario del Baraccano. Messa in latino (della foto), come ogni primo sabato del mese. Rito tridentino, pre-concilio, accompagnata dal canto gregoriano. Sono tornati i tradizionalisti di "Una voce", "associazione internazionale per la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana", si presentano. Un po' fedeli e un po' eruditi. Cattolici e atei. Ieri pomeriggio c'era anche Giovanni Salizzoni, l'ex vicesindaco, alla Messa dedicata alla "festa di San Pio X", come annunciava un volantino: immediato riferimento alla fraternità di monsignor Lefebvre. Sono già stati a San Luca e al Corpus Domini, la casa di Santa Caterina da Bologna in via Tagliapietre. Lì, con il permesso dell'arcivescovo Carlo Caffarra, hanno celebrato la loro prima Messa per la morte di Giovanni Paolo II - il Papa che scomunicò il vescovo francese - e per l'elezione di Ratzinger, che ha appena ricevuto gli scissionisti in Vaticano. Nelle premesse, un incontro di riconciliazione. Ricorda monsignor Gabriele Cavina, pro-vicario generale: "L'indulto che dà la facoltà di celebrare secondo il messale precedente chiarisce anche che questo non deve significare il disprezzo del Concilio Vaticano II. La chiesa bolognese dà la possibilità di celebrare il rito tridentino nei giorni feriali, in chiese che non siano parrocchiali. Capisco il bisogno anche nostalgico di austerità, ascesi e distacco del rito. A volte la partecipazione è male intesa. Si svilisce il rito, a forza di semplificare".

 

da "Il Resto del Carlino", 4 settembre 2005

 

 

 

 

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