Messe latine antiche nelle Venezie
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Enciclopedia Cattolica

voce Pianeta

 

PIANETA (Planeta, casula, amphibolus). - Sovravveste sacra, propria dei sacerdoti nella celebrazione della Messa. Nell'uso attuale, da due o tre secoli, è formata da uno scapolare a due lembi (posteriore largo 65-75 cm., lungo 1,05-1,15 m., anteriore più breve).

Si distinguono 4 tipi di p.: a) romana: cucitura dei due lembi sul petto; apertura, per il capo, in forma di trapezio; ornamento posteriore: una striscia verticale "colonna"; quello anteriore a forma di T (croce commissa); b) tedesca: cucitura sulle spalle; apertura rotonda; ornamento posteriore una croce, quello anteriore una semplice "colonna"; c) francese: cucitura sulle spalle, apertura come quella romana, meno profonda; ornamento simile a quello tedesco; d) spagnola: cucitura sulle spalle; ornamento anteriore e posteriore solo a "colonna"; la larghezza aumenta verso il basso. Dalla metà del sec. XIX si ripristinò una forma simile a quella dei secc. XIV e XV, detta poco esattamente p. gotica, di s. Bernardo o di s. Carlo Borromeo.

La pianeta deriva dall'antica paenula, usata in tutto il mondo greco-romano. Il nome p. (l'etimologia di s. Isidoro (Etym. xix, 247) dal greco planasthai non è chiara), invece della voce paenula, occorre nel sec. V ed è nell'uso liturgico già nello stesso secolo; in Spagna prima del IV Sinodo di Toledo del 633 (can. 28). Si portava fuori di Roma soltanto dai vescovi e sacerdoti, a Roma da tutti i chierici (anche dai diaconi, suddiaconi e dagli accoliti). Dal sec. XII è una veste propria dei sacerdoti nella celebrazione della Messa; nelle altre funzioni si usava il piviale.

La forma ampia e lunga fin quasi ai piedi dell'antica paenula si conservò fino al sec. XIII, senza cappuccio, sollevata ai lati sopra le braccia per muovere liberamente le mani, cosiddetta "a campana", assai ampia ed egualmente pendente, interamente chiusa. Poi (sec. XIII-XV), per maggiore comodità ed anche per economia, si raccordò tagliando i lembi laterali, lasciando solo quello anteriore e posteriore, tagliati anche essi a semicerchio o a punta, finché si è arrivati al sec. XVIII alla forma attuale. Il ritorno all'uso della p. medievale non si può fare di proprio arbitrio, ma occorre uno speciale indulto apostolico (S. Rit. Congr., 11 febbr. 1863 e 9 dic. 1927).

In antico le paenulae profane erano ornate da due clavi purpurei verticali. Come decorazione delle p. liturgiche si vede sui monumenti un semplice fregio gallonato intorno all'apertura del collo. A partire dal se. XI venne in uso una fascia verticale divisa all'altezza delle spalle in due braccia oblique (in forma di Y; talvolta la verticale si prolungava fino al collo) per unirsi sul petto e scendere sino all'orlo inferiore; tutta con ricami di ornato o figurazioni di santi. Questo motivo puramente ornamentale venne poi interpretato come una croce; infatti dal sec. XIII in Inghilterra, Francia e Germania si mise sulla parte posteriore la croce a braccia orizzontali (nel lembo anteriore una semplice "colonna"). Oggi i tipi ornamentali variano, ispirati talvolta a temi o simboli dell'anno ecclesiastico.

Soltanto dall'ultimo secolo data la prescrizione, ma per fissare un uso secolare, di usare la seta per la p.; le stoffe di mezza-seta non sono più permesse. Sono conservate nei musei e nelle sagrestie delle cattedrali p. fatte di lana, di tela, di cotone, e durante la guerra dei Trent'anni quelle di cuoio, o tessute di paglia. Ma di regola furono usate stoffe preziose, talvolta provenienti dall'Oriente (nell'antichità rinomate le fabbriche d'Alessandria, Damasco, Bisanzio; nel medioevo le fabbriche dei Saraceni in Sicilia e in Spagna; preziosi damaschi, broccati e velluti provenienti da Genova, Lucca, Milano e Venezia). Fino al sec. XII prevalsero stoffe di unico colore o disegno, in seguito furono usate di preferenza stoffe con qualche disegno geometrico o floreale, specialmente il melograno (forse in riferimento a Es. 28, 33) o con figure di animali veri o fantastici. Questi disegni non erano specificamente cristiani, ma provenivano dall'Oriente.

La p., perché si mette sulle spalle. viene considerata come simbolo del giogo del Signore, e nell'indossarla il sacerdote dice: "Domine, qui dixisti iugum meum suave est".

2. Piegata (Planeta plicata). - Nei giorni di lutto e di penitenza i ministri sacri, invece della dalmatica o della tunicella, usano la p. piegata; cioè la parte anteriore della p. vien avvolta davanti al petto. o addirittura tagliata poco prima della metà. Il suddiacono, prima della lettura, depone la p. piegata, per riassumerla dopo; il diacono, invece, dal Vangelo alla Comunione, deposta la p., indossa il cosiddetto stolone, per esser più libero nel servire all'altare.

Bibl.: J. Braun, Die liturgische Gewandung im Occident und Orient, Friburgo in Br. 1907; id., Handbuch der Paramentik, ivi 1912, pp. 119-40; (ed. it., I. paramenti sacri, Torino 1914, pp. 93-109); J. Roulin, Vêtements liturg., Parigi 1930; G. Destefani, La S. Messa nella liturgia romana, Torino 1935, pp. 209-21; C. Callewaert, Liturg. Institut., III, 1, Bruges 193'7, pp. 66-69, 73; M. Righetti, Man. di stor. liturg., I, Milano 1950, II ed., pp. 499-507.

Pietro Siffrin

ARTE. - Musaici e affreschi dei secc. V, VI e VII (cappella di S. Satiro in S. Ambrogio a Milano, S. Apollinare in Classe a Ravenna, S. Agnese fuori le Mura a Roma, catacombe di S. Ponziano, ecc.) già documentano l'esistenza della p. come parte essenziale dei vestimenti liturgici. Di p. a campana se ne conservano una ventina in Germania, fra cui a Magonza, Monaco, Erfurt, Iburg, Würzburg, Niederaltaich, Deutz, Xanten, Brauweiler e in Italia a Castel S. Elia. Il processo di accorciamento si può seguire nella raccolta di p. del Tesoro del duomo di Halberstadt, mentre Castel S. Elia, nella campagna romana, offre una serie completa di p. nelle diverse fasi di sviluppo.

Tra le p. medioevali, le più antiche, appartenenti al sec. XI, sono due nel Tesoro del duomo di Bamberga c quella famosa di S. Stefano del Tesoro della Corona di Ungheria a Presburgo, tutte e tre lavorate in oro su fondo di seta. Altre notevoli p. dei secc. XII-XIII sono quelle di S. Paolo in Carinzia: del duomo di Erfurt; del duomo Fermo (ritenuta di s. Tommaso Becket) del b. Bernardo degli Uberti (1133); di Firenze in S. Trinita, affine a quella del duomo di Pistoia; del Tesoro di Anagni, di lavoro inglese, anche essa come le precedenti completamente ricamata. Sempre ad Anagni, trovasi altra p. di lavoro ciprense, forse palermitana, in diaspro rosso ricamato in oro, col consueto motivo bizantino delle coppie di pappagalli affrontati. Ricami di scuola romana ha la p. di Benedetto XI (m. nel 1304) del duomo di Velletri e dell'Italia centrale sono le figure degli Apostoli nella p. di S. Corona a Vicenza. La p. di S. Domenico nel Tesoro del duomo di Tolosa presenta didascalie gotiche tra tralci orientali e figure di fenici e pavoni, di tipo palermitano. Sono strettamente legati alla pittura umbra e toscana del Quattrocento i motivi sacri della p. del Seminario vescovile di Montalcino con la scena dell'Adorazione e gli Angeli che sorreggono un'iscrizione sul baldacchino. Appartengono al sec. XIV parecchie p. in broccato e in damasco della chiesa di S. Maria in Danzica. Sul finire del Quattrocento si ha un esempio di esuberanza decorativa nella p. del duomo di Orvieto. Al sec. XV risalgono le p. del duomo di Montefiascone, della pieve di Prosto di Piuro (Chiavenna), della parrocchiale di Busto Arsizio e quella stupenda con figure di angeli in scompartimenti ad esagono e le rappresentazioni del Battesimo e della Trasfigurazione del Museo di corte di Vienna. Al sec. XVI, attribuita per il disegno a Raffaello ed eseguita da Antonio Peregrino appartiene la p. con i simboli degli Evangelisti nel Museo dell'opera di Siena e inoltre la p. di Giulio II nel duomo di Savona, cui si ricollega per il disegno dell'ornato la p. del Museo dell'opera di Perugia del card. Armellini. Moltissimi sono ancor oggi gli esempi di p. ben conservate dei secc. XVI-XVII-XVIII (ad es., la p. Passerini con gli emblemi degli Evangelisti c lo stemma Borgia nella cattedrale di S. Francesco a Cortona, che si dice indossata da Leone X nel 1515; quella della fine del '500 della cattedrale di Recanati con il consueto motivo a melograno e rami di quercia stilizzati. Motivi a rami fioriti in rosso e oro sono nella p. della chiesa di S. Donato a Siena, come altre variazioni del genere mostra la p. detta dell'arcivescovo Giuliano de' Medici nella cattedrale di Pisa). Altri disegni del pieno '600 sono quelli dei ricchi velluti della p. della chiesa di S. Francesco a Castiglione Fiorentino e del duomo di Aosta. A Roma notevole è la raccolta della chiesa di S. Maria della Vallicella. Sembra imitare le meravigliose trine del Settecento la finezza di disegno di una p. della collezione dei Musei d'arte nel Castello Sforzesco e di altra della chiesa di S. Antonio Abate a Monreale, così come la finissima p. di S. Raimondo al Rifugio a Siena. Preannunciano lo stile Impero p. con decorazioni a righe orizzontali della fine del sec. XVIII (chiesa del Purgatorio a Venosa). Di indubbia influenza orientale è il broccato della p. settecentesca della chiesa di S. Andrea a Siena.

Bibl.: oltre ai trattati di storia dell'arte (ad es., Venturi, Toesca, Springer-Ricci), cf. A. Lessing, Die Gewerbesammlung des Kunstgewerbe-Museum, Berlino 1905; O. Falke, Kunstgesch. der Seidenweberei, ivi 1921 ; F. Podreider, Storia dei tessuti d'arte in Italia, Bergamo 1928; L. Serra, Mostra del tessuto italiano, Roma 1932; J. Mannowsky, Der Danziger Paramentenschatz, Danzica 1932.

Luisa Mortari

 

da Enciclopedia Cattolica, IX, Città del Vaticano, 1952, coll. 1328-1331

 


(
da Le Miniature del Sacramentario d'Ivrea e di altri Codici Warrnondani, a cura di L. Magnani, Città del Vaticano 1934, tav. 5)
PIANETA - Vescovo con p. Miniatura del Sacramentario fatto eseguire dal vescovo
d'Ivrea Varmondo (967­1015) - Ivrea, Biblioteca capitolare


(da M. Dreger, Der gosser Ornat in K. K. Osterr. Museum. Vienna 1908, p. 2)
PIANETA - P. ricamata in seta con Cristo in trono, simboli degli Evangelisti e angeli. Opera della badessa benedettina di Göss (Stiria). Cunegonda II (1239-69) - Vienna. Museo storico industriale.

   


PIANETA - P. con motivi ornamentali indiani. Opera delle Suore
Francescane Missionarie di Maria - Roma, Mostra d'arte
missionaria 1951 (India).

 

 

 

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