Messe latine antiche nelle Venezie
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Il convegno "Una moschea per Venezia"

La comunità musulmana
vuole aprire un dialogo

Ribadita la necessità di uno spazio di preghiera

 

Venezia riafferma la propria tradizione di apertura alle comunità straniere, alla loro cultura e ai loro culti. Nella giornata conclusiva del convegno "Una moschea per Venezia", promosso dall'associazione Asci - Onlus e dallo Iuav, i rappresentanti delle Chiese presenti all'auditorium Santa Margherita hanno ribadito la necessità della creazione nel territorio veneziano di uno spazio per la comunità musulmana di preghiera e cultura. La Venezia tollerante si apre ancora una volta alle necessità delle comunità straniere ma chiede a sua volta tolleranza.

"I credenti musulmani in terraferma sono ormai 2000 - ha affermato Magda Panfili, della Commissione cattolica per il dialogo interreligioso - ed è forse auspicabile localizzare una moschea in terraferma, in un luogo più facilmente accessibile dalla comunità islamica. È necessaria però una reciprocità: da parte nostra sentiamo l'esigenza di venire incontro ai musulmani, ma i cristiani non sono tollerati ovunque nel mondo islamico". Tra il pubblico qualcuno ricorda come solo un anno fa il presidente della repubblica Scalfaro è stato costretto a lasciare con un giorno di anticipo l'Arabia Saudita per l'assoluta impossibilità di celebrare la messa in territorio saudita.

"Siamo la seconda comunità religiosa presente in Italia, dopo quella cattolica - ribatte il vice presidente dell'Unione delle Comunità ed organizzazioni islamiche in Italia, Aboulkheir Breigheche - Siamo una componente della società italiana. Vorremmo che la gente ci conoscesse per la nostra realtà e la nostra cultura e non per le notizie che ci bombardano da qualche paese arabo". "Non c'è nessuna difficoltà che anche i musulmani abbiano il loro luogo di preghiera - ha affermato il vicario generale della Comunità armena, padre Jacques Bezdikian - È importante però il rispetto verso il paese che li accoglie e le sue leggi". Moschea sì, dunque, ma non in una chiesa veneziana. Don Aldo Marangoni, responsabile della Curia per i Beni ambientali e architettonici, ha bocciato sul nascere la proposta dell'assessore all'Urbanistica Roberto D'Agostino di trasformare la chiesa di San Simeone Piccolo in un tempio musulmano, perché la chiesa è aperta ogni domenica per la celebrazione della messa in latino.

Daniela Ghio

 

da "Il Gazzettino", 11 giugno 1998

 

 

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