UNA VOCE VENETIA

Messe latine antiche nelle Venezie

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Dobbiamo rilevare che questa lettera alla "Gazzetta di Mantova" da parte del delegato del Coordinamento di Una Voce delle Venezie, Mansueto Bassi, è stata pubblicata con alcuni tagli che ne alterano il senso e ne frustrano gli intenti. Ci rieferiamo in particolare al punto sub 4, ove "abrogazione espressa" è diventata "abrogazione", e sono stati espunti i riferimenti a due errori dell'articolista (il Concilio Vaticano II avrebbe abrogato il Messale tridentino - la messa antica celebrata senza permesso sarebbe "nulla"). Riportiamo di seguito il testo originale della lettera così come era stato scritto, affinché il lettore faccia i propri confronti. Quanto alla risposta di Stefano Scansani, chi risponde così non ha argomenti. Nel passo della Missale Romanum che cita ci sarebbe l'abrogazione? come lo dimostra? Scansani stesso, poi, nel suo scritto Chi può concedere la deroga, afferma di proporre le sue considerazioni "in termini giuridici": è chiaro che negli stessi termini gli si doveva replicare per evidenziare le inesattezze e chiarire la reale situazione normativa

Una Voce Venetia

 

 

Rassegna stampa

 

LE LETTERE

 

Messa tridentina, mai abrogata
La chiederemo al vescovo

 

A nome del Coordinamento di Una Voce delle Venezie, mi sia consentito rettificare talune inesattezze contenute nei servizi usciti sulla "Gazzetta" del 29 aprile, a proposito della celebrazione della Messa latina antica secondo il Messale tridentino rivisto nel 1962, in relazione alla richiesta che una tale Messa sia celebrata anche a Mantova ogni domenica e festa di precetto, rivolta da un gruppo di cristiani a mons. Egidio Caporello.

1. L'associazione Una Voce, di cui fa parte il Coordinamento di Una Voce delle Venezie, si propone di difendere la tradizione liturgica della Chiesa cattolica, e in particolare la celebrazione della Santa Messa detta tridentina. Questo e non altro è lo scopo e l'oggetto essenziale dell'azione e dell'interesse dell'associazione.

2. L'autorizzazione per installare in Mantova postazioni per la raccolta di firme di adesione alla petizione indirizzata al Vescovo è stata chiesta per il 24 e 25 maggio e 1º e 2 giugno in Piazza Mantegna.

3. Giovanni Paolo II ha stabilito che i fedeli che desiderano la Messa tridentina possono chiederla al proprio Vescovo (Lettera circolare Quattuor abhinc annos, 3 ottobre 1984), invitando più volte i Vescovi a "un'ampia e generosa applicazione" della normativa e a "una comprensione e un'attenzione pastorale rinnovata per i fedeli legati all'antico rito" (cfr. Motu proprio Ecclesia Dei, 2 luglio 1988; Allocuzione per il Decimo anniversario del Mp. Ecclesia Dei, 26 ottobre 1998). Di conseguenza, non risponde alla realtà sostenere - come fa la "Gazzetta" - che "l'autorizzazione alla celebrazione della Messa secondo il rito tridentino non dovrebbe spettare ai Vescovi". In base alla disciplina canonica in vigore sono proprio i Vescovi cui spetta dare questo permesso. I documenti del Pontefice, che demandano tale facoltà ai Vescovi, danno origine all'obbligazione di instaurare un procedimento e mettere capo a un provvedimento: un diniego deve essere motivato. La concessione non può essere vista come un gesto grazioso e quindi arbitrario da parte del Vescovo.

4. La Costituzione apostolica Missale Romanum che promulga il Messale di Paolo VI non contiene alcuna "abrogazione" del rito precedente. Se vi possa essere stata abrogazione tacita del Messale di San Pio V è questione discussa: molti - fra cui anche Cardinali - ritengono che esso sia ancora in vigore.

5. La ragione per cui i cristiani chiedono la Messa latina antica non è nostalgia, estetismo, amore per le antichità o cose simili, ma la fede nella Presenza reale e nel carattere sacrificale della Messa, che nella liturgia tradizionale sono espressi in maniera sicura, esplicita ed evidente. Documenti e informazioni sulla Messa latina antica, e sull'attività dell'associazione Una Voce, possono essere trovati sul sito web del nostro Coordinamento: http://www.unavoce-ve.it. www.unavoce-ve.it

Mansueto Bassi, Mantova

Risponde Stefano Scansani:

Ho tra le mani il Messale Romano in lingua italiana in vigore dal 1973. Paolo VI nella costituzione scrive: "Quanto abbiamo qui stabilito e ordinato vogliamo che rimanga valido ed efficace, ora e in futuro, nonostante quanto vi possa essere di contrario nelle costituzioni e negli ordinamenti apostolici dei nostri predecessori e in altre disposizioni, anche degne di particolare menzione e deroga".

"Autorizzazione", "disciplina canonica", "obbligazione", "procedimento", "gesto grazioso"... Signor Bassi, con la profusione di questi termini il suo sembra più un contenzioso giuridico che un atto di fede.

 

da "Gazzetta di Mantova", 4 maggio 2003

 

 

Il confronto

Testo originale della lettera inviata da Mansueto Bassi:

 

Mantova, 1° maggio 2003

Illustre Direttore,

A nome del Coordinamento di Una Voce delle Venezie, mi sia consentito rettificare talune inesattezze contenute nei servizi usciti sulla Gazzetta di Mantova del 29 aprile, a proposito della celebrazione della messa latina antica secondo il messale tridentino rivisto nel 1962, in relazione alla richiesta che una tale messa sia celebrata anche a Mantova ogni domenica e festa di precetto, rivolta da un gruppo di cristiani a mons. Egidio Caporello.

1. L’associazione Una Voce, di cui fa parte il Coordinamento di Una Voce delle Venezie, si propone di difendere la tradizione liturgica della Chiesa cattolica, e in particolare la celebrazione della santa messa detta tridentina: persegue il libero uso, la conservazione e la diffusione dei libri liturgici romani dei sacramenti, dei sacramentali e del divino ufficio stabiliti dal Concilio di Trento; sostiene altresì il mantenimento degli altri riti particolari, come quello Ambrosiano, nella loro forma tradizionale; promuove la musica sacra tradizionale gregoriana e polifonica. Questo e non altro è lo scopo e l’oggetto essenziale dell’azione e dell’interesse dell’ associazione.

2. L’autorizzazione per installare in Mantova postazioni per la raccolta di firme di adesione alla petizione indirizzata al Vescovo è stata chiesta per i giorni 24 e 25 maggio e 1° e 2 giugno p.v. in Piazza Mantegna.

3. Giovanni Paolo II ha stabilito che i fedeli che desiderano la messa tridentina possono chiederla al proprio vescovo (Lettera circolare Quattuor abhinc annos, 3 ottobre 1984), invitando più volte i vescovi a “un’ampia e generosa applicazione” della normativa, e a “una comprensione e un’attenzione pastorale rinnovata per i fedeli legati all’antico rito” (cfr. Motu proprio Ecclesia Dei, 2 luglio 1988; Allocuzione per il Decimo anniversario del Mp. Ecclesia Dei, 26 ottobre 1998). Di conseguenza, non risponde alla realtà sostenere - come fa La Gazzetta di Mantova - che “l’autorizzazione alla celebrazione della messa secondo il rito tridentino non dovrebbe spettare ai vescovi”. In base alla disciplina canonica in vigore sono proprio i vescovi cui spetta dare questo permesso. Naturalmente i documenti del Pontefice, che demandano tale facoltà ai vescovi, danno origine all’obbligazione di instaurare un procedimento e mettere capo a un provvedimento: un eventuale diniego deve essere motivato con ragioni valide e sussistenti. La concessione non può essere vista come un gesto grazioso e quindi arbitrario da parte del Vescovo. Sarebbe un’interpretazione errata che contrasta con il carattere intelligente e libero della coscienza cattolica.

4. La Costituzione apostolica Missale Romanum che promulga il Messale di Paolo VI non contiene alcuna “abrogazione” espressa del rito precedente. Se vi possa essere stata abrogazione tacita del Messale di san Pio V è questione discussa: molti - fra cui anche vari cardinali - ritengono che esso sia ancora in vigore. Non è possibile, peraltro, affermare come fa la Gazzetta di Mantova che “il Concilio Vaticano II ha abrogato il vecchio Messale Romano”, in quanto il Concilio si è chiuso nel 1965 e non c’è nessun atto conciliare recante tale abrogazione. In ogni caso, fosse anche vero che il messale tridentino è abrogato, è del tutto improponibile ritenere una messa “celebrata senza permesso” addirittura “nulla”, vale a dire invalida.

5. La ragione principale per cui i cristiani chiedono la messa latina antica non è nostalgia, estetismo, amore per le antichità o cose simili, ma la fede nella Presenza reale e nel carattere sacrificale della messa, che nella liturgia tradizionale sono espresse in maniera assolutamente sicura esplicita ed evidente. Proprio per questo molti cristiani desiderano coltivare nell’antica messa la propria devozione e viverne la particolare spiritualità, aderendo pienamente alle intenzioni del Santo Padre il quale insegna che “nel Messale Romano, detto di san Pio V, come in diverse liturgie orientali, vi sono bellissime preghiere con le quali il sacerdote esprime il più profondo senso di umiltà e di riverenza di fronte ai santi misteri: esse rivelano la sostanza di qualsiasi Liturgia” (Giovanni Paolo II, Lettera alla Plenaria della Congregazione per il Culto Divino, 21 settembre 2001).

Ricordo che i documenti citati, come molti altri testi, documenti e informazioni sulla messa latina antica, e sull’attività dell’associazione Una Voce, possono essere trovati dagli interessati sul sito web del nostro Coordinamento: www.unavoce-ve.it

Mansueto Bassi

 

 

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