Messe latine antiche nelle Venezie
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Il no di Nosiglia

L'articolo dell'Arena del 13 agosto 2008 riferisce che l'arcivescovo Nosiglia riceverà il 4 settembre i richiedenti la messa tridentina a Montecchia di Crosara. Si deve rilevare che il riferimento "alle 700 firme con cui, nel 2004, altrettanti vicentini chiesero, senza risposta, la celebrazione della messa di San Pio V" - in chiusa del pezzo - contiene una grave inesattezza, tale da deformare la correttezza dell'informazione. Infatti non è vero quanto afferma l'articolista che la richiesta di circa 700 fedeli della diocesi nel 2004 fu "senza risposta". La risposta di mons. Nosiglia ci fu e fu negativa: essa è contenuta in una lettera non protocollata di data 1° marzo 2005 indirizzata al delegato di Vicenza di Una Voce delle Venezie. Come veniva dimostrato in un comunicato diramato da Una Voce Vicenza nel corso di una conferenza stampa il successivo 30 marzo, le motivazioni apportate in questa lettera non sono adeguate a giustificare il diniego a un desiderio legittimo - riconosciuto come tale dallo stesso Arcivescovo - e fondato su precise disposizioni della Santa Sede.

Appare evidente che al giorno d'oggi, in base al Motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, la richiesta avrebbe ben potuto essere soddisfatta dal parroco di Montecchia senza ulteriori strascichi. È altrettanto evidente che secondo quanto stabilito dal Santo Padre la messa antica dovrebbe essere concessa dal vescovo senza altri ritardi. In diocesi di Vicenza si aspetta da anni. Vedremo.

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Rassegna stampa

MONTECCHIA. Si terrà a settembre l’incontro fra monsignor Nosiglia e i rappresentanti del gruppo che chiede la celebrazione con il rito antico

Messa in latino
la parola al vescovo

Magnabosco e Massignan convocati in curia a Vicenza

Nessun riferimento invece ai tradizionalisti della Voce

Paola Dalli Cani

 

Sulla messa latina a San Salvatore di Montecchia deciderà il vescovo di Vicenza Cesare Nosiglia, che il 4 settembre riceverà Lorenzo Magnabosco e Marco Massignan, roncadese il primo e arzignanese il secondo, firmatari della petizione per la messa latina in Val d’Alpone.

"Pochi giorni fa ci siamo rivolti direttamente al parroco che è individuato dal motu proprio (il documento di Papa Benedetto XVI che dà il via libera alla messa in latino secondo il rito romano antico, ndr) come colui cui compete di permettere la celebrazione, ma monsignor Franco Coffetti, che in primo tempo si era detto incompetente e poi sembrava disponibile a incontrarci di persona, ci ha invece riferito di aver sentito il vescovo al telefono e di essersi accordato con l’Ordinario che ogni cosa in ordine alla celebrazione della messa di San Pio V in Val d’Alpone doveva essere avocata al vescovo di Vicenza": è la ricostruzione dei fatti che Magnabosco e Massignan hanno scritto nella lettera con cui, rivolgendosi direttamente a Nosiglia, gli hanno chiesto di essere ricevuti.

Le cose, però, non sarebbero filate proprio così: "Ho sentito Magnabosco al telefono dopo aver ricevuto una lettera in cui venivano sollevate eccezioni relativamente alla mia dichiarazione di incompetenza. Ho ribadito che gli unici due firmatari di Montecchia appartengono alla Unità pastorale di Brognoligo-Costalunga", spiega monsignor Coffetti, "e li ho informati che della questione si occupa il vescovo".

Indipendentemente da come siano andate le cose resta il fatto che alla richiesta di incontro il vescovo ha già risposto, "fissando udienza per il 4 settembre alle 10.15", dice Massignan, "per me e Magnabosco". Nessun riferimento dunque all’associazione Una voce (tanto di Verona quanto di Vicenza) che riunisce i tradizionalisti e tiene alta la bandiera della messa in latino.

"È importante che il vescovo abbia risposto celermente. Andremo comunque ad accompagnare Magnabosco e Massignan", dice Nicola Cavedini (Una voce - Verona), "se ci faranno star fuori dalla porta ci adegueremo". Cavedini, un nutrito curriculum in tema di udienze in varie Curie del Nord Italia, la prende col sorriso. Nel frattempo, però, Magnabosco fa sapere si essere stato contattato da alcune persone della Val d’Alpone interessate alla messa in latino e di aver anche ricevuto mail di sostegno da alcuni sacerdoti.

E forse anche per questo ha deciso di mettere al corrente il suo parroco, don Diego Zaupa a Roncà, dell’iniziativa che vede dieci dei suoi parrocchiani tra i firmatari. "Vero", conferma don Diego, "ma altro non aggiungo". Loro, i tradizionalisti, son fiduciosi: "Che bello sarebbe festeggiare il primo anno del motu proprio, il 14 settembre, con la messa latina. Valutando questa richiesta, ci auguriamo che il vescovo presti attenzione anche alle 700 firme con cui, nel 2004, altrettanti vicentini chiesero, senza risposta, la celebrazione della messa di San Pio V".

 

da "L'Arena", 13 agosto 2008

 

 

LINK UTILI

La messa latina antica a Vicenza

 

 

 

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