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Verona
S. Pietro Martire resti cattolica!

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Rassegna stampa

La proposta della curia è diventata realtà. L'edificio sacro accoglierà fedeli anche dal Bresciano e ospiterà incontri e catechesi 

La chiesa di San Pietro ai luterani

Sarà agibile da gennaio: "Passo in avanti verso il dialogo interreligioso" Abbiamo seguito l'esempio di Giovanni Paolo II Ciò dimostra che pur nella diversità siamo tutti figli di Dio

 

Una mano tesa ai fratelli cristiani di diversa professione. Un passo in avanti nel dialogo interreligioso, tanto più "significativo in quanto fatto in questo momento storico caratterizzato da aspri scontri ideologici". Tutto questo vuole rappresentare la decisione della diocesi veronese di condividere la chiesa di San Pietro Martire con la comunità luterana presente e attiva sul territorio.

La comunicazione ufficiale della decisione, paventata già da tempo, di aprire la chiesa di via San Alessio ai luterani è stata data ieri mattina dal vescovo Padre Flavio Carraro, insieme al pastore Friedrich Delius. Un gesto che vuole essere un segnale concreto e significativo dello spirito di collaborazione tra cristiani di differente orientamento che è seguito dal Concilio Vaticano II. Da gennaio la comunità luterana, composta nelle province veronesi e bresciane da un centinaio di persone, avrà quindi un luogo sacro dove riunirsi per pregare, fare catechismo e incontri comunitari. "Offrire ad altri fratelli cristiani un posto in cui possano svolgere i propri momenti di culto e preghiera è un gesto evangelico. Quando era a Roma, 14 anni fa, ricordo un momento di incontro tra papa Giovanni Paolo II e la comunità luterana. Mi piace pensare che l'esempio che ci ha indicato allora il Santo Padre noi lo stiamo applicando oggi, seppur in piccolo, con i nostri fratelli", ha commentato padre Carraro. "Siamo lieti di avere un luogo di culto", ha spiegato il pastore Delius, "è stata un'ottima scelta e possiamo così dimostrare che, pur nella diversità, siamo tutti figli di un unico Dio".

La chiesa di San Pietro Martire, prima della restaurazione che sarà ultimata a breve, è stata inutilizzata per quasi 25 anni e la diocesi ha mostrato la propria soddisfazione per la possibilità di poter di nuovo sfruttare quegli stessi spazi. "È una traduzione concreta dell'orientamento ecumenico intrapreso già da anni. Inoltre c'è una precisa normativa del Direttorio, la 137, che indica questo modello di comportamento verso chi non ha la possibilità di celebrare degnamente il proprio culto", ha commentato don Sergio Gaburro, delegato del vescovo per l'ecumenismo ed il dialogo interreligioso.

Come ha tenuto a precisare don Germano Paiola, parroco di Santo Stefano, nel cui territorio sorge la chiesa di San Pietro Martire, il luogo di culto rimarrà di proprietà della parrocchia e verrà anche utilizzata dalla comunità cattolica. "Abbiamo siglato un accordo, secondo il quale i luterani hanno gli spazi a disposizione la domenica e un giorno la settimana. Noi potremmo quindi utilizzarla gli altri giorni, anche se ulteriori accordi saranno decisi di volta in volta tra Friedrich e me", commenta don Paiola.

La comunità parrocchiale di Santo Stefano sembra aver accolto senza problemi la comunità luterana in una delle sue chiese. "È stata fatta un'assemblea aperta a tutti in cui si è discusso di questo e l'unanimità dei pareri è stata favorevole", ha commentato don Paiola. "Ascolteremo le eventuali proteste, se ce ne saranno", ha commentato don Gaburro, "ma di sicuro queste non influenzeranno in alcun modo lo stato delle cose. Le motivazioni delle decisioni prese sono state ampiamente illustrate".

Ilaria Noro

 

da "L'Arena", 13 dicembre 2006
www.larena.it

 

 

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