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Mons. Fiorio mistero buffo?

Paolo Granzotto aveva dedicato una sua risposta a "Quei preti che celebrano il mistero buffo" (Il Giornale, 26 febbraio 2005): questo titolo, oltre che una battuta a effetto, è una realtà, realtà dei fatti, nella diocesi di Verona. Dieci anni fa, nell'ottobre 1994, a San Giovanni Lupatoto, al teatro parrocchiale va effettivamente in scena la, a dir poco, irriverente commedia di Fo. Lo documenta L'Arena del 30 ottobre 1994, riportata qui sotto. Parroco è don Franco Fiorio, il quale interpellato dal quotidiano, rilasciava la seguente dichiarazione, mai smentita: "Esiste un gruppo di coordinamento delle attività del teatro, che lavora con spirito cristiano, di cui ho piena fiducia, ma che può avere anche sbagliato. Si tratta di persone che danno un esempio di attività volontaria e che non si muovono certo con intenzioni dissacranti. Per quanto riguarda la commedia spero che, a quasi vent'anni da quando è uscita, possa essere vista con più distacco, anche per individuare i limiti della parodia e trovare motivo di riflessione, dice don Fiorio". Misteri ci sono, e anche più di uno in queste parole, non sappiamo quanto buffi. Per esempio: il gruppo teatrale può aver sbagliato (sono sempre gli altri che sbagliano), ma ne ho piena fiducia. Mistero: allora ho sbagliato anch'io, ovvero sbaglio ad avere fiducia? Mistero ancora più grande è come possa una cosa blasfema cessare di esserlo con il passar del tempo, restando però sempre la stessa. Questi e altri potevano essere i "motivi di riflessione" per i poveri spettatori del teatro Astra. Poco dopo questi avvenimenti don Fiorio lasciava San Giovanni Lupatoto perché nominato vicario episcopale per la pastorale. Dal 2003 è vicario generale della diocesi dove gli sono affidate sempre più grosse responsabilità, per esempio il Sinodo che ha sollevato esplicite proteste anche nel clero: che ora mons. Fiorio non diventi anche vescovo?

 

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Rassegna stampa

SAN GIOVANNI LUPATOTO

"Una spettacolo blasfemo all’oratorio"

In scena "Mistero buffo" di Fo, alcuni genitori insorgono - Il parroco: "Quella commedia può servire per riflettere" - I volontari che curano lo spettacolo: "Integralisti, vorrebbero vedere solo opere su Santa Maria Goretti"

 

San Giovanni Lupatoto. "Mistero buffo" sotto accusa. È polemica in paese sulla  rappresentazione della commedia di Dario Fo, in programma venerdì 11 novembre nel teatro parrocchiale Astra. a definire "vergognoso" che una sala parrocchiale ospiti una commedia "notoriamente irriverente e beffarda nei riguardi di Gesù Cristo, piena di cattivo gusto e con una volgarità che non conosce limiti" son una quindicina di persone che hanno messo nero su bianco il proprio dissenso.

La commedia, che sarà presentata da Mario Pirovano, uno degli aiuto-registi di Dario Fo, tocca argomenti, come le nozze di Cana (dove la parodia ironizza sull'abbuffata con libagioni colletìtve), la resurrezione dì Lazzaro, il papa Bonifacio VIII e i peccati della Chiesa.

La presa di posizione del gruppo di cattolici tradizionalisti non pare però molto condivisa. In paese tutti riconoscono la validità delle proposte del gruppo teatro il Canovaccio, che allestisce da quasi 10 anni mia stagione teatrale divenuta un appuntamento per centinaia dì cittadini e di spettatori dì paesi vicini. La rassegna è organizzata con il patrocinio del Comune, che la sostiene economicamente e concede il teatro per le 15 serate programmate, Esiste infatti una convenzione tra parrocchia e Comune per 100 serate l'anno. Appoggio alle scelte del Canovaccio viene dal vicesindaco e assessore alla cultura Igino Maggiotto: "Io ritengo che la libertà sia il valore supremo, figuratevi se mi metto le vesti di censore nei riguardi del Canovaccio, un gruppo che va sostenuto e incentivato".

Il parroco, don Franco Fiorio, evita la polemica. "Esiste un gruppo di coordinamento delle attività del teatro, che lavora con spirito cristiano, di cui ho piena fiducia, ma che può avere anche sbagliato. Si tratta di persone che danno un esempio di attività volontaria e che non si muovono certo con intenzioni dissacranti. Per quanto riguarda la commedia spero che, a quasi vent'anni da quando è uscita, possa essere vista con più distacco, anche per individuare i limiti della parodia e trovare motivo di riflessione", dice don Fiorio.

Dal Canovaccio si difendono contrattaccando. "La nostra rassegna è varia. Se escludessimo certi argomenti dovremo lasciar fuori anche Goldoni e le sue tresche familiari. Per accontentare chi ci accusa bisognerebbe solo mettere in scena il dramma di Santa Maria Goretti. Certo, è più facile criticare che venire qui gratuitamente, come molti di noi, per offrire una proposta al paese", sostiene Ugo Massella, animatore e fondatore del groppo teatrale.

Renzo Gastaldo

 

 

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