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Apertura ai cattolici legati alla messa in latino proposta per il messaggio finale

di John L. Allen Jr.
Roma

 

Il silenzio alquanto assordante al sinodo dei vescovi circa la messa pre-Vaticano II è stato rotto sabato, quando il cardinale colombiano Darío Castrillón Hoyos ha proposto che il messaggio finale dei vescovi contenesse un'apertura verso i cattolici legati alla messa antica, per esempio considerandola come uno dei numerosi riti approvati nella Chiesa cattolica.

Fonti del NCR hanno riferito che Castrillón Hoyos non ha parlato specificamente di un "indulto universale", di un permesso per i sacerdoti di celebrare la messa antica ogni volta che lo desiderano, ma che le sue affermazioni "potrebbero essere lette in questo senso".

Ad altro riguardo, la bozza diffusa del messaggio finale esprime "compassione" per i cattolici divorziati e risposati civilmente, che li incoraggia a rimanere vicini alla Chiesa. Alcuni vescovi hanno manifestato la preoccupazione che l'espressione potrebbe far sembrare ambigua la posizione della Chiesa sull'indissolubilità del matrimonio, ma altri vescovi hanno detto che desiderano che il riferimento rimanga.

Il sinodo dei vescovi si è riunito sabato per esaminare la prima bozza del messaggio finale, che è stato criticato da alcuni dei partecipanti per la sua lunghezza.

Il sinodo preparerà due documenti entro la sua chiusura il 23 ottobre: un messaggio finale rivolto al pubblico e una serie di proposte riservate al papa.

La proposta sulla messa in latino
Nel corso della discussione di sabato mattina, Castrillón Hoyos, prefetto della Congregazione per il clero, come pure presidente della Commissione Ecclesia Dei, istituita nel 1988 per soddisfare le esigenze pastorali dei cattolici legati alla messa pre-Vaticano II, ha proposto di inserire una proposizione che tratterebbe essenzialmente la messa antica come un rito legittimo della Chiesa, paragonabile, per esempio, ai vari riti orientali già esistenti.

Secondo le regole attuali, che risalgono al 1984, i sacerdoti possono celebrare la vecchia messa soltanto con il permesso del vescovo del luogo.

Prima della proposta di Castrillón Hoyos, nessuno al sinodo aveva parlato della messa antica. Il card. Francis Arinze, presidente del Congregazione per culto divino, giovedì [12 ottobre, n.d.r.] durante una conferenza stampa, ha definito la messa antica "non una priorità per il sinodo".

Il sinodo vedrà una bozza del messaggio finale il 21 ottobre, e allora sarà messo ai voti. La commissione per il messaggio ora deciderà se includere o meno la proposta di Castrillón Hoyos, insieme con le altre espresse sabato mattina. Castrillón Hoyos è stato a lungo un fautore della riconciliazione con i seguaci della messa antica, prima di tutto con la Fraternità San Pio X, fondata dall'arcivescovo francese Marcel Lefebvre dopo il Concilio Vaticano II (1962-65), e che in seguito si è allontanata dalla Chiesa.

Gli sforzi per la riconciliazione risalgono al 1999, quando Castrillón Hoyos ha scritto ai quattro vescovi consacrati illecitamente da Lefebvre nel 1988, rivolgendosi loro con l'espressione "mio caro fratello", e dichiarando che il Papa era pronto ad abbracciarli.

Un incontro fra tre vescovi e Castrillón era avvenuto il 14 agosto 2000, nell'appartamento romano di Castrillón.

Un pubblico segnale di progresso arrivò l'8 agosto 2000, quando più di mille membri della fraternità sono entrati nella basilica di S. Pietro per una preghiera che contrassegnasse l'anno del giubileo. Benché l'evento non fosse sul calendario del Vaticano, è stato riconosciuto che esso è avvenuto con l'approvazione della Santa Sede. Il 29 agosto, papa Benedetto XVI ha ricevuto l'attuale superiore della fraternità, il vescovo Bernard Fellay, uno dei quattro consacrati da mons. Lefebvre, in udienza privata Castel Gandolfo.

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jallen@natcath.org

 

da "National Catholic Reporter" , 15 ottobre 2005. Trad. nostra.

 

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