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Messe latine antiche nelle Venezie 
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Organizzata per sabato 14 maggio da Una Voce

Conferenza sulla messa latina antica a Vicenza

Banchetti in centro oggi e sabato 14 per raccogliere nuove adesioni alla pubblica petizione della messa rivolta all'arcivescovo Cesare Nosiglia

 

La delegazione vicentina di Una Voce (associazione che si batte in tutto il mondo per la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana) organizza per sabato 14 maggio, alle ore 16.30 in Vicenza (sala conferenze dei chiostri di S. Corona, contrà S. Corona 4) una conferenza di padre Pellegrino Santucci, servita, su Attualità della Santa Messa latina antica e del canto gregoriano.

Contemporaneamente saranno allestiti dei banchetti in centro in data odierna, giovedì 12 maggio (piazza dei Signori dalle 15 alle 19) e sabato 14 (piazza Castello dalle 10 alle 16), per pubblicizzare l'iniziativa di cui sopra; ma anche per raccogliere nuove adesioni in calce a una pubblica petizione diretta al Vescovo di Vicenza, mons. Cesare Nosiglia (e inviata per conoscenza al Papa e ai dicasteri vaticani) con la quale si torna a chiedere, in applicazione di due documenti della Santa Sede del 1984 e del 1988 di concedere anche a Vicenza, in una chiesa del centro, la Santa Messa tradizionale latina in rito romano antico.

La quale è regolarmente celebrata da molti anni in diverse città italiane e venete (fra le altre nelle vicine diocesi di Padova, Verona, Venezia, Treviso, Mantova, Vittorio Veneto ecc.) e non si capisce invece perché non a Vicenza.

Lo stesso mons. Nosiglia, nell'udienza concessa a Una Voce-Vicenza all'inizio dell'anno, ha dichiarato legittima la richiesta avanzata a suo tempo da circa 700 fedeli vicentini. La Santa Sede incoraggia i Vescovi a non essere sordi alle richieste dei fedeli, affermando che la pluralità dei riti è una ricchezza e non già una fonte di divisione nella Chiesa; il nuovo Papa Benedetto XVI, nel celebrare (da cardinale) l'antica Messa latina ha dichiarato, il 24 ottobre 1998, che "la presenza dell'antica liturgia non turba né rompe l'unità delle diocesi, ma è invece un dono destinato a rafforzare il Corpo di Cristo, del quale siamo tutti i servitori".

Quanto tempo ancora potrà durare l'ostinata resistenza degli elementi del clero vicentino più riottosi alla liturgia della tradizione e più inclini a ogni sciatteria, a ogni creativismo liturgico, che talvolta sfocia addirittura nella profanazione? In tutto il mondo aumenta la richiesta di una religiosità austera e di celebrazioni secondo l'antico rito, potrà Vicenza restare ancora a lungo un'isola (infelice) di modernismo?

 

 

 

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Inserito il 12 maggio 2005

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