UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
Venezia | Belluno | Gorizia | Padova | Pordenone | Treviso | Trieste 1 | Trieste 2 | Udine | Verona | Vittorio Veneto

 

 

 

L'INTERVENTO. DI UN CRISTO AMBIENTALISTA NON SO CHE FARMENE

Crocifisso: il coraggio di Vassalli

di Dante Pastorelli*

 

La guerra al Crocifisso scatenata da tempo dal sedicente Imam Adel Smith ha raggiunto l'acme durame l'Avvento, periodo in cui i cristiani si preparano alla nascita di Gesù, in un ospedale abbruzzese: il "musulmano furioso" ha scaraventato fuori dalla finestra il "cadaverino" esposto in una camera dov'era stata ricoverata sua madre, nonostante le proteste di altre pazienti. Siamo, dunque, al punto che in Italia i simboli della nostra fede possono essere non soltanto rimossi dalle aule scolastiche, ma persino oltraggiati dai seguaci di una religione che sempre ha considerato i cristiani come nemici da sterminare. E magari si troverà qualche magistrato pronto a dargli, ancora una volta, ragione. Ha reagito il vecchio Papa, in modo peraltro estremamente cauto, indicando nella Croce "una sorgente di luce, di conforto e di speranza, un simbolo di amore": ma subito qualche alto prelato, intriso del falso ecumenismo che considera uguale via di salvezza tutte le religioni, quelle idolatriche comprese perché "venerande anch'esse" come ebbe a scrivere infelicemente anni fa l'Osservatore Romano, ci ha spiegato che le parole del Papa non dovevano essere lette in chiave "confessionale", per minimizzarne la portala religiosa e di richiamo ufficiale.

Sulla stampa i vescovi Maggiolini, Ghirelli e Riccci, con approcci diversi ma con identici esiti, hanno parlato della Croce come simbolo di civiltà e cultura, di autentica democrazia e laicità: il Ricci in particolare, in un'articolata polemica col comunista Diliberto, ha, giustamente, negato l’uguaglianza delle religioni, ma perche? Parché la Cattolica è l'unica vera religione rivelata dall'unico vero Dio? No davvero: ma perché, al contrario di altre, il cristianesimo è democratico, pluralista, laico, ambientalista, umanitario, buonista, aperto alla solidarietà, promotore di arte, letteratura, filosofìa ecc. Per questi motivi il Crocifisso deve rimanere appeso alle pareti degli edifici pubblici.

Benissimo tali ragioni sono umanamente valide. Ma il significato del Crocifisso è tutto qui per un vescovo? Non trovo un solo accenno al suo valore trascendente, non un appello al messaggio salvifico di Cristo. Ed io di un Cristo mecenate, maestro di laicità, democrazia, ambientalismo, sociologia, ecc. non so proprio che farmene: posso vivere benissimo senza di lui. Mi è necessario per vivere oggi e per l'eternità, invece, il Cristo-Dio, il Verbo che si e fatto carne e si è immolato per redimere l'umanità dal peccato originale, e, con la Nuova Alleanza, ci ha riappacificato col Padre offeso e riaperto le porte dei Paradiso, lo ho bisogno dei Salvatore, del Cristo Re dell'universo, di cui, col Padre e con lo Spirito Santo, è creatore, Re degli uomini singoli e delle nazioni, a cui son dovuti pubblici onori, pubblico culto, perché ogni potere viene da Dio, com'ebbe a dire Lui stesso a Pilato. Non per nulla la Chiesa ha istituito la festa di Cristo Re alla fine dell'anno liturgico.

Con ben maggiore consapevolezza hanno reagito alcuni laici illuminati. Si legga l'energica intervista rilasciata al "Giornale" del 29 ottobre u.s. dall'ex ministro socialista ed ex-presidente della Corte Costituzionale Giuliano Vassalli: egli, senza ipocrite circonlocuzioni, sostiene che è in atto una vera e propria invasione islamica: penetrazione sociale, religiosa, politica su vasta scala, preoccupante perché perfettamente organizzata da centrali che operano in indonesia e altrove, tesa a distruggere le fondamenta detta nostra civiltà. Una crociata contro il Cristianesimo, insomma. Ed esorta alla resistenza contro chi ci vuoi sopraffare e annientare la nostra libertà religiosa. Ricordo che, decenni addietro, uno dei padri dell'indipendenza algerina, Ben Bella. profetizzò che l'Islam avrebbe conquistato l'Occidente non con le armi ma col ventre delle sue donne. Ci siamo, ci siamo. E mentre il Cristianesimo corre quel pericolo mortale che ha conosciuto nei secoli, e conosce tuttora, specie in Africa e in Asia, i nostri vescovi si baloccano con sofismi sociologico-dialoganti. Signori vescovi e cardinali, voi che dovreste essere i "confessori della fede" sino al martirio, quando potremo ascoltare da voi qualche parola veramente cattolica e magari un po' "confessionale"? Chiedete in prestito un pizzico di coraggio e buon senso al laico Vassalli.

 

da "Il Giornale" (Toscana), 30 dicembre 2003

 

 

* Il prof. Dante Pastorelli è presidente di Una Voce-Firenze (ndr)

 

 

 

ARTICOLI CORRELATI

 

 

Inizio Pagina


Chi siamo | Agenda | Messe | Calendario | Documenti | Liturgia | Dottrina | Sollemnia  
Libri
| Rassegna stampa | Archivio | Link | Guestbook | Email | Home


Inserito il 24 gennaio 2004

© 2001-2008 Coordinamento di Una Voce delle Venezie. All Rights Reserved.