Messe latine antiche nelle Venezie
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Santa Toscana proibita per il ricordo di monsignor Fiorini: a impedirlo è sua sorella

La suora nega le chiavi, salta la messa in latino

 

Cancello sbarrato e porte chiuse a doppia mandata. I cattolici tradizionalisti di Verona che ieri alle 18,30 volevano ricordare con una messa da requiem monsignor Carlo Fiorini, il rettore di Santa Toscana morto alcuni giorni fa, non avevano fatto i conti con suor Luisana, la sorella. Le chiavi della chiesa le ha lei e le ha tenute in tasca. Nemmeno l'intervento della Curia è riuscito a farle cambiare idea.

"Siamo al paradosso - dice Maurizio Ruggiero, tradizionalista cattolico - siamo più devoti noi dei religiosi, più interessati noi a ricordare il nostro monsignore di suo sorella. Nella Chiesa di oggi c'è qualcosa che non va, i soldati semplici disobbediscono al generale. La rettoria di Santa Toscana a Porta Vescovo è la chiesa dove si celebra la messa in latino secondo la liturgia del rito romano antico, quella antecedente alla riforma del Concilio Vaticano II. Da dieci anni ogni domenica mattina e in occasione di tutte le festività, la messa era affidata a monsignor Fiorini. Qualche giorno fa il rettore all'età di 81 anni è morto dopo una lunga malattia e i cattolici tradizionalisti lo volevano ricordare con una messa. "Questa volta la Curia non c'entra - dice Maurilio Cavedini, presidente dell'associazione Una voce - anzi, ha fatto tutto il possibile per venirci incontro, ma non c'è stato niente da fare. Suor Luisana non ne ha voluto sapere".

"Ma possibile che una suora tenga in scacco anche il Vicario Vescovile? Leonardo, un anziano che cammina avanti e indietro, non si dà pace.

Alberto Magagna, un signore distinto sui quarant'anni, non ha dubbi. Alla sorella come a monsignor Fiorini, il rito antico non piaceva più di tanto, gli hanno assegnato l'incarico dalla Curia, ma non lo faceva tanto volentieri, ecco perché non ci dà le chiavi". Emanuela, una donna di mezza età che gli accanto aggiunge: "Le abbiamo detto che era per il fratello, ma lei ha risposto che era già in paradiso felice e contento e stava bene così". "Bisogna ricordare una cosa sola - sentenzia Leonardo - chi vuole cancellare il passato, non fa altro che rinunciare al futuro".

Marzio Perbellini

 

da "Corriere di Verona", 30 dicembre 2004

 

 

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Inserito il 5 gennaio 2005

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